Libri di B. Garavelli
Caramuel. Vescovo ed eclettico
Libro
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2016
pagine: 202
I manoscritti inediti di un autore dimenticato tornano dal passato: i testi qui pubblicati sono stati scoperti e trascritti da Bianca Garavelli, durante il suo lavoro di ricerca nell'Archivio Storico della Diocesi di Vigevano, la città di cui Juan Caramuel y Lobkowitz fu vescovo dal 1673 al 1682. Sono quattro manoscritti di diverso contenuto e genere, accomunati dal fatto di essere in lingua italiana, una delle molte lingue che il vescovo di Vigevano conosceva, ma che non sempre aveva scelto per esprimere le sue qualità letterarie. Un dialogo di tono politico fra due personaggi allegorici che frequentano la corte di Carlo II di Spagna, Speranza e Tempo; una lettera a papa Innocenzo X, che è un trattato politico in difesa della Spagna di Filippo IV contro la Francia di Luigi XTV; un breve trattato tecnico-scientifico su come contenere il corso dei fiumi per salvare terreni coltivati e centri abitati dalle inondazioni; un poemetto dedicato all'episodio evangelico della Strage degli Innocenti. Per la curiosità dei lettori di oggi, in queste pagine tornano i protagonisti della grande Storia: la monarchia di Spagna sull'orlo della crisi, ormai sul punto di cedere il dominio del mondo all'avversaria Francia, ma anche gli eroi di Roma antica e i protagonisti dei conflitti fra cattolici e protestanti, in un intreccio fra interesse per gli intrighi politici, amore per la pace e la tolleranza religiosa, affetto verso la terra natale, e uno sguardo rivolto al mistero inesauribile dell'animo umano.
Dante e Beatrice. Saggi danteschi
Étienne Gilson
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 189
Perché Dante ha scritto la "Commedia"? Per amore. Mantenere una promessa d'amore, fatta nell'ultimo capitolo della "Vita Nuova", è la ragione per cui, secondo Etienne Gilson, l'altissimo Poeta di Firenze ha deciso di impegnarsi nell'impresa del suo capolavoro. Ed è anche, indirettamente, la ragione per cui ha scritto il "Convivio", documento incompiuto del periodo di "trenta mesi" dedicato da Dante allo studio della filosofia. Dunque, l'obiettivo era dire di Beatrice quello che mai non file detto d'alcuna, cioè fare della donna amata un'anima del cielo in grado di disporre del poeta latino Virgilio e del mistico cristiano Bernardo di Chiaravalle, entrambi inviati in aiuto di Dante nel suo viaggio nell'aldilà. Il poeta perciò studia come vivono angeli e beati nell'oltremondo, nel regno di Dio dove ormai la sua donna è per l'eternità. Divenuto così esperto di filosofia e teologia, dopo i canonici studi letterari di grammatica, Dante assume il ruolo di pacificatore fra le due grandi culture "nemiche" del Medioevo, quella retorico-letteraria e quella della filosofia Scolastica, che aveva il suo fulcro nell'Università di Parigi. E così diventa anche il più originale, straordinario poeta del suo tempo. studioso di cultura filosofica medievale, Etienne Gilson dedicò a Dante nel settimo centenario della nascita, il 1965, questi nove saggi, mostrandone il legame indissolubile, vitale sorgente d'ispirazione, con la "bambina di Firenze".
Il dibattito sul «Romanzo della Rosa»
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 172
Nel 1236 Guillaume de Lorris scrive circa quattromila versi di un poema che intitola "Romanzo della Rosa". Non passa nemmeno mezzo secolo che un altro poeta, Jean de Meun, completa l'opera arrivando a comporre quasi ventiduemila versi. Ma è come se sotto lo stesso titolo fossero racchiuse due opere diversissime: la parte di Guillaume de Lorris, scritta con grazia e pudore, s'interrompe prima che avvenga l'unione amorosa con la Rosa, allegoria del sesso femminile, mentre quella di Jean de Meun narra la conquista della Rosa con un tono sfrontato dove si mette in scena una vera e propria unione carnale. In mezzo, molti personaggi che definiscono l'universo cortese in cui la donna è irraggiungibile e amata da lontano, mentre con Jean de Meun tutto diviene più dissacrante e quasi borghese. Un secolo dopo, la prima femminista moderna, Christine de Pizan, autrice della Città delle dame, scrive un'invettiva contro de Meun, e dall'altra parte trova l'umanista francese Jean de Montreuil, affascinato da un certo "paganesimo sorridente" del Romanzo. Fra i due anche il cancelliere Jean Gerson, che si schiera con Christine contro la manipolazione del Romanzo da parte di Jean de Meun. Questo libro riunisce tutte le parti dell'avvincente dibattito, i carteggi, i vari scritti dei protagonisti, a favore o contro il Romanzo della Rosa.
Libro della pace col poema di Giovanna d'Arco
Christine de Pizan
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 221
Il Libro della pace è un testo per molti aspetti originale e sorprendente. È stato scritto da un'autrice, Christine de Pizan, abituata a muoversi in un universo maschile, una scrittrice e poetessa che ha sempre affrontato nella sua scrittura i problemi del mondo femminile, difendendo da un punto di vista sociale e politico il ruolo delle donne nella colta e raffinata élite cortigiana della Francia del Quattrocento. Ma in questo caso Christine produce un'opera ancora più stimolante, per il suo tempo e anche per i lettori di oggi: un trattato sul buon governo, pieno di consigli acuti e concreti, e sempre mediati da un'autentica, profonda fede, su come ottenere e gestire l'imprendibile tesoro della pace. Dedicato al delfino Luigi di Francia, duca di Guyenne, e scritto in occasione della conquista di una pace sia pure non durevole nel tragico volgersi di eventi della Guerra dei Cento anni, presenta una sorprendente particolarità: è stato ultimato nel 1413, cioè cento anni prima di un altro trattato sul buon governo, destinato a diventare una pietra miliare nel suo genere, Il Principe di Niccolò Machiavelli. Il volume è arricchito da una breve, ma straordinaria opera in poesia: il Poema di Giovanna d'Arco, un testo unico, in quanto l'unico scritto quando l'eroina della travagliata Francia del Quattrocento era ancora in vita, ma anche l'ultimo di questa autrice, Scrive Bianca Garavelli nell'Introduzione.
Divina Commedia. Canti scelti
Dante Alighieri
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2006
pagine: 151
Dante è riuscito a sintetizzare amori, vicende personali e passioni politiche insieme con la cultura europea: la poesia dei trovatori, il dolce Stilnovo, il genere "viaggio nell'aldilà", che raccontava immaginarie visite al regno dei morti, ma anche la cultura filosofica e scientifica del suo tempo. Tutto questo confluisce, in una sintesi ancora oggi unica, nel poema forse più letto al mondo, che ha il respiro grandioso dell'epica e la tensione narrativa del thriller: la Commedia.
Dante e Beatrice
Étienne Gilson
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2004
pagine: 189
Perché Dante ha scritto la Commedia? Per amore. Mantenere una promessa d'amore, fatta nell'ultimo capitolo della "Vita Nuova", è la ragione principale per cui, secondo Étienne Gilson, l'altissimo Poeta di Firenze ha deciso di impegnarsi nell'impresa del suo capolavoro. Grande studioso di cultura filosofica medievale, l'autore dedica a Dante questi nove saggi, mostrandone il legame indissolubile, vitale sorgente d'ispirazione, con la "bambina di Firenze" che è il personaggio meno fittizio di tutta la Commedia. Spaziando dalla genesi delle "ombre" dell'aldilà allo studio dell'influenza di Dante sugli artisti francesi dei secoli successivi, Gilson offre un ritratto del poeta pieno di risvolti inattesi.