Libri di Yannick Vanderborght
Il reddito di base. Una proposta radicale
Philippe Van Parijs, Yannick Vanderborght
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2017
pagine: 487
L'idea, ardita e controversa, di riconoscere un reddito di base a ogni individuo, ricco o povero, senza chiedere in cambio contropartite lavorative, non è nuova, risale alla fine del '700. Sostenuta in passato da pensatori di diverso orientamento politico, come Paine, Stuart Mill, Galbraith o Hayek, è tornata alla ribalta con la crisi del welfare tradizionale ed è oggi la proposta di politica sociale più dibattuta al mondo. Nella loro appassionata difesa del reddito di base, gli autori si confrontano con le principali misure alternative di contrasto della povertà e rispondono alle obiezioni di natura etica, economica e politica rivolte a tale proposta, per mostrarne la sostenibilità. Nella convinzione che un'idea così radicale possa essere la soluzione politica più efficace per affrontare l'insicurezza economica e l'esclusione sociale del nostro tempo.
Il reddito minimo universale
Philippe Van Parijs, Yannick Vanderborght
Libro: Libro in brossura
editore: Università Bocconi Editore
anno edizione: 2013
pagine: XXXV-159
La situazione determinatasi negli ultimi anni ha fatto tornare di attualità il dibattito sul reddito di cittadinanza, incluse le ambiguità e le confusioni di significato tra salario minimo, reddito di garanzia per chi si trova in povertà e reddito universale di cittadinanza. Gli autori sono stati tra i primi a delineare, grazie a studi approfonditi, una versione aggiornata ai nostri tempi di un'idea - fornire ai cittadini mezzi economici minimi per esercitare i propri diritti - che viene da lontano, dalla rivoluzione francese. La proposta di 'basic income' discussa nel libro è radicale, ma è l'orizzonte entro il quale si sono susseguiti, negli ultimi tempi, tentativi di dare corpo a posizioni favorevoli a politiche, anche a livello europeo, di garanzia incondizionata del diritto universale alla sussistenza quando i singoli, anche per decisioni economiche che non controllano, non sono in grado di garantirselo da sé.