Libri di Valentino Cividini
Ghiaccio delle Orobie. Itinerari con piccozze e ramponi nelle Alpi Orobie, Presolana, Grigne, Concarena, Resegone
Valentino Cividini, Marco Romelli, Matteo Bertolotti
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2023
pagine: 450
A lungo rimaste nell’ombra della catena alpina principale, le Orobie e le Prealpi Lombarde hanno avuto una fase di riscoperta legata alla pratica dell’alpinismo invernale. Durante i rigidi inverni orobici, caratterizzati da precipitazioni abbondanti e marcate escursioni termiche, pareti a quote moderate si trasformano in selvaggi versanti glaciali: il terreno di gioco ideale per un numero sempre crescente di appassionati che, armati di piccozze e ramponi, tracciano le loro orme lungo linee ghiacciate di ogni difficoltà. Ai numerosi canali ormai classici, ideali per i primi passi con i ramponi ai piedi, si aggiungono ogni anno nuovi itinerari di ghiaccio e misto moderno su versanti quasi inesplorati, dove la fantasia degli alpinisti trova ancora piena libertà di espressione. In questa seconda edizione sono decine le novità recensite, che vanno abbondantemente a compensare i pochi itinerari che hanno perso d’interesse negli anni, vuoi per i cambiamenti climatici vuoi per l’evoluzione delle tecniche di salita e dei materiali.
Il grande libro dei 4000. Vie normali e classiche
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Copertina morbida
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 416
All'origine del desiderio di scalare le montagne c'è sempre una certa sensibilità estetica: l'attrazione per la bellezza di queste strutture grandiose, per un ambiente naturale ancora intatto e potenzialmente ostile, per l'armonia del gesto sportivo. Ciascun alpinista, in fatto di montagne, ha le sue preferenze, identificate in funzione di elementi semplici (forma, colore, struttura e geologia) e complessi (situazione geografica, vicende umane). Anche la quota è un fattore rilevante nella determinazione di un obiettivo alpinistico. L'altezza di una montagna, oltre a rappresentare un dato geografico, fornisce informazioni sulle dimensioni della montagna stessa rispetto alle vicine, sulle caratteristiche del paesaggio, sull'impegno fisico che sarà necessario per l'ascensione. Nel contesto di un massiccio o di una catena montuosa, il picco più elevato possiederà probabilmente anche molti di quei primati che attraggono immediatamente lo sguardo: la parete più grande, la cresta più alta, il ghiacciaio più esteso. La natura estrema dell'ambiente d'alta quota, incantevole in una bella giornata di sole e infernale sotto la tempesta, esercita un fascino a cui è difficile sottrarsi dopo averne fatto esperienza. Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri "Giganti delle Alpi": montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
Das grosse Buch der 4000er. Normalrouten und Klassiker
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Libro in brossura
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 416
Le grand livre des 4000. Routes normales et classiques
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Copertina morbida
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 416
All'origine del desiderio di scalare le montagne c'è sempre una certa sensibilità estetica: l'attrazione per la bellezza di queste strutture grandiose, per un ambiente naturale ancora intatto e potenzialmente ostile, per l'armonia del gesto sportivo. Ciascun alpinista, in fatto di montagne, ha le sue preferenze, identificate in funzione di elementi semplici (forma, colore, struttura e geologia) e complessi (situazione geografica, vicende umane). Anche la quota è un fattore rilevante nella determinazione di un obiettivo alpinistico. L'altezza di una montagna, oltre a rappresentare un dato geografico, fornisce informazioni sulle dimensioni della montagna stessa rispetto alle vicine, sulle caratteristiche del paesaggio, sull'impegno fisico che sarà necessario per l'ascensione. Nel contesto di un massiccio o di una catena montuosa, il picco più elevato possiederà probabilmente anche molti di quei primati che attraggono immediatamente lo sguardo: la parete più grande, la cresta più alta, il ghiacciaio più esteso. La natura estrema dell'ambiente d'alta quota, incantevole in una bella giornata di sole e infernale sotto la tempesta, esercita un fascino a cui è difficile sottrarsi dopo averne fatto esperienza. Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri "Giganti delle Alpi": montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
Scialpinismo nelle Orobie Meridionali
Fedora Rota, Valentino Cividini
Libro: Libro in brossura
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 320
Le Orobie vengono sciate da sempre, praticamente dall’introduzione degli sci in Italia. Prima ancora della frequentazione turistica, gli abitanti delle valli bergamasche le hanno percorse con gli sci da fondo. Lo scialpinismo delle origini in queste zone, ma anche fino agli anni settanta e perfino ottanta, era quello con gli sci stretti. Le ragioni dell’approccio sono storiche prima ancora che orografiche, e risalgono a una concomitanza di fattori: fortissimo contributo di personale alle truppe alpine, con relativo addestramento allo sci come mezzo di trasporto; il richiamo dei centri sportivi dei corpi militari come professione; scarsa attitudine del terreno allo sviluppo dello sci alpino; scarsità di risorse economiche in loco causato dall’emigrazione della forza lavoro verso l’economia industriale della pianura – Milano è vicina.
4000 m peaks of the Alps. Normal and classic routes
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Copertina morbida
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 416
Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri "Giganti delle Alpi": montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
Das grosse Buch der 4000er. Normalrouten und Klassiker
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Copertina morbida
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 416
Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri "Giganti delle Alpi": montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
Il grande libro dei 4000. Vie normali e classiche
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Copertina morbida
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 416
Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri "Giganti delle Alpi": montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
4000 m peaks of the Alps. Normal and classic routes
Marco Romelli, Valentino Cividini
Libro: Libro in brossura
editore: Idea Montagna Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 416
All'origine del desiderio di scalare le montagne c'è sempre una certa sensibilità estetica: l'attrazione per la bellezza di queste strutture grandiose, per un ambiente naturale ancora intatto e potenzialmente ostile, per l'armonia del gesto sportivo. Ciascun alpinista, in fatto di montagne, ha le sue preferenze, identificate in funzione di elementi semplici (forma, colore, struttura e geologia) e complessi (situazione geografica, vicende umane). Anche la quota è un fattore rilevante nella determinazione di un obiettivo alpinistico. L'altezza di una montagna, oltre a rappresentare un dato geografico, fornisce informazioni sulle dimensioni della montagna stessa rispetto alle vicine, sulle caratteristiche del paesaggio, sull'impegno fisico che sarà necessario per l'ascensione. Nel contesto di un massiccio o di una catena montuosa, il picco più elevato possiederà probabilmente anche molti di quei primati che attraggono immediatamente lo sguardo: la parete più grande, la cresta più alta, il ghiacciaio più esteso. La natura estrema dell'ambiente d'alta quota, incantevole in una bella giornata di sole e infernale sotto la tempesta, esercita un fascino a cui è difficile sottrarsi dopo averne fatto esperienza. Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri “Giganti delle Alpi”: montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.