Libri di Stefano Gagliano
Il protestantesimo italiano negli anni di Firenze capitale
Libro: Libro in brossura
editore: Biblion
anno edizione: 2018
pagine: 98
Parlare della presenza protestante a Firenze negli anni in cui essa fu capitale d’Italia significa riferirsi a una comunità evangelica già presente dai tempi precedenti l’unità nazionale. La più antica, a parte la colonia degli stranieri, era quella dei Fratelli, di cui fu magna pars il nobiluomo fiorentino Piero Guicciardini. La testimonianza valdese fu invece iniziata dal pastore Bartolomeo Malan a partire dal 1835 e sviluppata soprattutto all’indomani dell’Unità d’Italia, quando fu trasferita nel capoluogo toscano la Scuola Valdese di Teologia nel Palazzo Ricasoli-Salviati, in via dei Serragli. Senza dimenticare che la passione pedagogica, tipica dei protestanti, si manifestò a Firenze più che altrove, creando ogni sorta di istituti di educazione per ragazzi e ragazze. Da tutto questo possiamo comprendere come, all’indomani dell’Unità d’Italia, Firenze divenne una sorta di capitale morale dei protestantesimo italiano – grazie a personalità di altissimo rilievo come Piero Guicciardini, Gian Pietro Vieusseux, Salvatore Ferretti e Paolo Geymonat – e tale sarebbe rimasta ancora per molti decenni dopo il trasferimento della capitale politica a Roma.
Egualmente libere? Chiese evangeliche e libertà religiosa in Italia (1943-1955)
Stefano Gagliano
Libro: Copertina morbida
editore: Biblion
anno edizione: 2016
pagine: 364
Il crollo del regime di Mussolini alimentò nel gracile mondo dell'evangelismo italiano speranze legittime di superamento della vecchia legislazione fascista e di ritorno al regime separatista del Risorgimento. L'evangelismo italiano mancava tuttavia di strumenti adeguati di pressione politica, né aveva sviluppato una matura riflessione giuridica sui rapporti tra Stato e Chiesa necessaria alla lotta per la libertà religiosa. In questo senso si comprende come all'Assemblea Costituente la scienza giuridica del cattolico Dossetti prevalse e contribuì alla marginalizzazione della materia del trattamento giuridico delle varie confessioni di minoranza, considerate peraltro organismi giuridici non originari e quindi sottoposte interamente all'ordinamento dello Stato. La legislazione sui culti ammessi rimase in piedi e con essa tornarono le vessazioni contro le comunità protestanti in Italia, mentre lo strumento dell'intesa, previsto dall'art. 8 della Costituzione, rimase inattuato fino agli anni Ottanta, ovvero all'indomani della revisione del Concordato con la Chiesa di Roma.