Libri di Silvia Pegoraro
Olivieri. «Visibile segreto». Catalogo della mostra (Verona, Casa del Mantegna, 2 settembre-20 ottobre 2002)
Silvia Pegoraro
Libro
editore: Casa del Mantegna
anno edizione: 2002
pagine: 135
Il fool degli inferi. Spazio e immagine in Giorgio Manganelli
Silvia Pegoraro
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 2000
pagine: 210
51º Premio Vasto di arte contemporanea. Paesaggi oltre il paesaggio
Libro: Libro in brossura
editore: Marte Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 100
Ennio Ludovico Chiggio-Edoardo Landi. Oscillazioni percettive
Silvia Pegoraro, Federico Sardella
Libro: Libro in brossura
editore: Carlo Cambi Editore
anno edizione: 2017
pagine: 64
Nel rapporto tra il divenire dell’opera, l’aprirsi del suo spazio all'ambiente, e la variazione-oscillazione delle percezioni nello spettatore-fruitore-attore, risiede la vera rivoluzione dell’esperienza estetica di Chiggio e Landi, e delle loro poetiche. In entrambi è presente una forte componente di interattività: quel quid irriducibile alla sola dimensione retinica che mette in scacco il retaggio estetico occidentale, orientato verso la priorità sensoriale dello sguardo. Altra componente che accomuna le loro opere è il forte impianto tecnico-scientifico su cui si regge il loro lavoro, che distrugge la forma per accedere all'evento. Tensioni e contro-tensioni si affrontano e si sfidano, attraversando il loro lavoro dalla fine degli anni ’50 ad oggi. Reintrodurre la “tensione” all'interno dell’immagine – tensione come unica ed autentica garanzia di stimolo del pensiero – ci appare oggi come una delle caratteristiche e dei meriti più rilevanti dell’arte di Ennio Ludovico Chiggio e di Edoardo Landi.
Edoardo Landi. Reale o virtuale? Opere 1960-2000
Silvia Pegoraro
Libro
editore: Carlo Cambi Editore
anno edizione: 2015
pagine: 68
Edoardo Landi è uno dei protagonisti dello storico Gruppo Enne, nato a Padova nel 1959 e scioltosi alla fine del 1964. Nel catalogo e nella mostra presso la Galleria Santo Ficara sono presentate opere realizzate in un arco temporale di quarant'anni, tra il 1960 e il 2000: dunque sia opere che risalgono all'epoca del Gruppo Enne, sia opere che riflettono le ricerche individuali di Landi, successive allo scioglimento del gruppo. Il percorso dall'Arte programmata e cinetica in Italia, sullo scorcio degli anni '50, desta interesse anche oggi e Landi è stato uno degli artisti di punta, un emblema di rigore e originalità: al centro delle sue ricerche, progettualità, rigorosa metodologia scientifica, dialettica con il sociale, volontà di porre lo spettatore al centro dell'esperienza estetica, collettivizzazione del lavoro. Landi ha continuato a lavorare nei decenni successivi allo scioglimento del Gruppo Enne con lo stesso rigore ed entusiasmo operativo, lo stesso spirito di ricerca sperimentale: ha approfondito e scandagliato i temi e i motivi del suo lavoro, come la capacità di trasformare la semplicità delle strutture e dei materiali di partenza nella complessità delle reazioni percettive dello spettatore, portato dall'artista a navigare di fronte e dentro l'opera, in una nuova realtà rispetto a quella dove è collocato fisicamente.
Agostino Bonalumi. The Glass of Shadows-Works from the Sixties to the present
Silvia Pegoraro
Libro
editore: Carlo Cambi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 168
Nella suggestiva poesia Un'altra sera Agostino Bonalumi (n. 1935) delinea i "tratti" dell'inspirazione artistica, che è sia sublime che intangibile, e che finisce per amalgamarsi in quel "vetro d'ombra" in cui ogni memoria e ogni desiderio scivolano. Bonalumi, poeta e grande interprete di arte visiva, tratteggia uno spazio che ai nostri occhi si avvale di un intenso uso di ombre e di metafore: è un spazio che affonda nell'Altro, nel Mistero, e che tende ad invadere la concreta, finora intangibile, dimora della nostra fisicità. Con le mutevoli e vitali ombre che prendono vita nelle sue famose estroflessioni, l'artista ci mostra ciò che non ci era dato vedere. Concentrando spesso l'attenzione sulle ombre, oltre il vero e il visibile, Bonalumi riempie i suoi lavori di un potere visionario e misterioso, un promemoria della "metaforica molteplicità del segno", che il grande pittore metafisico De Chirico (1889-1978) attribuì all'architettura.s