Libri di Saverio Di Liso
Disputa sugli indios. La Giunta di Valladolid
Bartolomé De Las Casas, Juan Ginés De Sepúlveda
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni Accademia Vivarium Novum
anno edizione: 2020
Il dibattito tra Las Casas e Sepúlveda, che avvampò nelle sedute della Giunta di Valladolid (1550-1551), verteva sulla natura degli indios e sulla legittimità del dominio della Spagna contro le popolazioni indigene del Nuovo Mondo. A partire dai molteplici nodi tematici della disputa – la guerra “giusta” e il perseguimento della pace; il diritto alla predicazione evangelica e la libertà morale e religiosa, culturale e rituale dei popoli; la protezione degli innocenti e la questione della servitù naturale; l’imperialismo nazionalistico e l’universalismo pacifista – si delinea il rapporto tra diritto divino, diritto naturale e diritto positivo e la dialettica tra potere e coscienza, che investiranno la cultura e la politica dell’Età moderna. La parte centrale del volume è costituita dal testo delle Obiezioni di Sepúlveda e delle Repliche di Las Casas, che sono qui tradotte per la prima volta integralmente in italiano.
Potere e partecipazione. Un'esperienza locale di amministrazione condivisa
Saverio Di Liso, Domenico Lomazzo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2018
pagine: 120
Il rapporto tra potere e popolo, governanti e governati, amministrazione e cittadino è profondamente cambiato rispetto al passato, perché la società non è più chiusa in se stessa, ma appare aperta ad affrontare qualsiasi questione in maniera attiva, perciò anche l’amministrazione pubblica deve organizzarsi in modo tale da divenire un’amministrazione dedita all’ascolto delle proposte e del sano confronto. È in questo contesto che la partecipazione dei cittadini sostanzia ed estende la democrazia che si svela in una nuova forma che è la democrazia partecipativa, diversa da quella rappresentativa, perché supera il modello della delega, ma non alternativa, e da quella diretta, in quanto i cittadini non assumono da soli e direttamente decisioni. Si parla dunque di “amministrazione condivisa”, definizione, questa, che indica il sistema secondo il quale tra amministrazione e cittadini dovrebbe esistere un rapporto di assoluta collaborazione, affinché tutto proceda per il meglio, nell’amministrazione della “cosa pubblica”. L’efficacia del rapporto di collaborazione è data dalla reciprocità e dalla fiducia delle parti, cittadino da una parte, amministrazione pubblica dall’altra, in un contesto in cui il cittadino non è più destinatario passivo dell’azione pubblica, ma risorsa umana ricca di competenze, capacità, esperienze delle quali l’amministrazione pubblica deve far tesoro per governare al meglio il territorio e la stessa comunità. Questo nuovo rapporto tra amministratore e amministrato richiede non solo fiducia, ma anche un comune senso di responsabilità e soprattutto un nuovo modo di partecipare, con assiduità e frequenza, ai processi decisionali che legano l’individuo alla comunità di appartenenza e legittimano l’affermarsi di una sovranità maggiormente partecipata. Il paradosso della democrazia partecipativa consiste però esattamente in questo: ambisce a includere tutti, ma in pratica riesce a coinvolgere solo qualcuno, spesso solo una piccolissima parte della popolazione interessata. Attraverso il racconto di una breve esperienza locale di amministrazione e governo del territorio, questo libro dimostra come il rapporto tra potere e partecipazione realizzi, da una parte, una democrazia aperta, matura e impenetrabile a spinte reazionarie e, dall’altra, un’amministrazione del territorio più chiara, più partecipata e più coesa, che diventa più forte e quindi più incidente sulla vita dei cittadini ai fini dell’assunzione di decisioni condivise.
Antonio Genovesi metafisico e mercatante
Saverio Di Liso
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2016
pagine: 212
Il volume riconsidera la figura e l'opera del filosofo illuminista Antonio Genovesi (1713-1769), primo cattedratico di Economia e Commercio in Europa, ed esamina, in particolare, il passaggio dall'interesse per la metafisica a quello per l'economia. È proprio da qui, da questa permanente esigenza "metafisica" di filosofare dal basso, di storicizzare il dato esperienziale, di ricondurre ogni riflessione intellettuale all'uomo qual è, che prende forma l'originale proposta genovesiana dell'Economia civile.