Libri di Santino Salerno
Cinquanta lettere a Mario La Cava
Domenico Zappone
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 152
Le "Cinquanta lettere" che il giornalista Domenico Zappone (Palmi 1911-1976) destinò a Mario La Cava, provengono dall'archivio dello scrittore di Bovalino dove il figlio Rocco custodisce il vasto patrimonio documentale del padre. Scritte in un arco di tempo che va dal 1950 al 1976, le lettere qui pubblicate rivelano il clima di cordialità che anima il rapporto tra i due intellettuali affratellati da una medesima passione: la scrittura; e danno conto, altresì, di una vicenda culturale ed umana che per molti tratti li accomuna nel difficile e tormentato rapporto con editori, direttori, redattori di riviste e giornali, ma anche in quelle che sono le difficoltà familiari e della vita quotidiana. Inoltre, queste lettere evidenziano inequivocabilmente la condizione di isolamento degli intellettuali meridionali che, lontani dal dinamismo culturale centro - urbano, pagano con un surplus di fatica lo svantaggio della perifericità che, fatalmente, trasforma il già difficile mestiere di scrivere, nel più difficile mestiere di vivere.
A Leonida Repaci. Dediche dal '900
Santino Salerno
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2003
pagine: 386
Palmi
Santino Salerno, Mirella Foti, Sergio Marafioti
Libro
editore: Laruffa
anno edizione: 1999
pagine: 16
Per le antiche strade. La città, le tradizioni, la vita, la scuola. Poesie nel dialetto di Palmi
Francesco Salerno
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 240
Nel suo insieme, [Per le antiche strade], si presenta come una raccolta [poetica] conservativa delle cose, di un passato che ci appartiene, e perciò essa assume lo spessore di una risposta alla innegabile esigenza umana di riferirsi a qualcosa che, nel presente, aiuti ad individuare orizzonti di senso e condizioni di via e di ricerca della nostra identità; in altre parole, questa poesia soccorre a soddisfare la domanda di un naturale "bisogno di radici". […] L'uso della lingua madre, [il dialetto], iflette, inoltre, la struttura di pensiero e il modo di vedere il mondo di chi la parla; sicché nei versi in cui, senza cedere alla tentazione della nostalgia regressiva, Salerno rievoca momenti del passato, crea il passato stesso, facendo emergere il patrimonio genetico e identificativo di una collettività sociale. E dunque, visto l'intreccio costante che, attraverso la lingua, coinvolge persone e comunità di appartenenza, persone e fatti, modi di vivere e di sentire, prende vita e sostanza la rappresentazione complessiva di un mondo, tant'è che la presente produzione poetica, assume una significazione tale che le conferisce valenza antropologica.

