Libri di Paolo Buchignani
Fascisti rossi. Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una migrazione politica (1943-53)
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Arcadia Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 270
Il volume ricostruisce una vicenda poco nota: quella degli ex fascisti della Repubblica Sociale Italiana, con a capo Stanis Ruinas, che tra il 1943 e il 1953 passarono nelle fila del Partito Comunista Italiano. Un'analisi storica di grande fascino che sfida le categorie politiche tradizionali e getta luce sulle contraddizioni del Novecento italiano.
L'uva puttanella
Rocco Scotellaro
Libro: Libro in brossura
editore: Arcadia Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 160
Gli acini maturi, ma piccoli, di uva puttanella rappresentano il sottoproletariato rurale di una Basilicata esperta in angosce e tribolazioni. Rocco Scotellaro la descrive in questo romanzo – rimasto incompiuto a causa dell'improvvisa morte – in cui racconta la sua vita dall'infanzia alle vicende che lo portarono ingiustamente in carcere e alle dimissioni da sindaco di Tricarico. Gli eventi negativi sono spunti per una riflessione ampia e profonda sul contesto storico in cui Scotellaro vive con la passione e il trasporto dello scrittore, del politico e del sindacalista.
La spilla d'oro. Memorie da un secolo sterminato
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Arcadia Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 428
Primavera 2020: Siamo in piena emergenza sanitaria a causa della diffusione del Coronavirus. Lapo, il narratore protagonista, si chiede perché – in questa pandemia che ha sconvolto il mondo – gli accade così spesso di pensare al padre. Sarà la paura del virus in agguato, possibile veicolo di morte, che gli ricorda quella del genitore? Sarà la condizione di isolamento e di forzata astinenza dalle radicate consuetudini, che lo induce a porsi quelle domande radicali che i quotidiani affanni ci inducono a rimuovere? Sarà tutto questo, potenziato dalla sua professione? Di sicuro sa che un desiderio impellente, d'improvviso, lo agita: guardare dentro la sua vita per scoprirne il senso. È l'inizio di un viaggio a ritroso, in cui passato e presente si confrontano e s'illuminano a vicenda. A guidarlo, dapprima alcune foto d'epoca scoperte in un cassetto, poi, soprattutto, la spilla d'oro dalla testa rossa di cui la nonna Esterina si serviva, alla vigilia della Grande Guerra, per difendersi dai molestatori nel loggione del Teatro del Giglio di Lucca. Il nipote osserva l'oggetto che, ai suoi occhi, diventa vivo: un'arma che fora i decenni del secolo scorso, un passe-partout per penetrarvi e sviscerarne la drammatica complessità. Ecco allora il richiamo alle origini familiari e sociali, ecco la necessità di confrontarsi con un mondo e una vicenda, quella del Novecento, che Lapo ha indagato da studioso di storia, ma non come figlio di suo padre e sua madre.
L'orma dei passi perduti
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Tra le righe libri
anno edizione: 2021
pagine: 236
Cinque racconti e un romanzo corale. La vita, la morte, l’amore, le inquietudini del nostro tempo e di ogni tempo. Domande radicali e passione civile. Storie avvincenti di uomini e donne, di esistenze individuali trascinate nel turbine della grande storia del ‘900. Una narrazione di memoria in bilico tra realismo tagliente e fuga nell’immaginario, tra lirica ed epica. E poi il ruolo centrale della natura, sempre presente: da un lato la grande madre che rasserena e consola l’animo tormentato dei protagonisti, dall’altro la trepidazione e il dolore per le ferite che le vengono inferte da una civiltà dei consumi rapace e insensata.
D'Annunzio e il caso Fiume
Dino Terra
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 64
Scritto nel 1919 contro Gabriele d’Annunzio agli inizi dell’impresa adriatica, "D’Annunzio e il caso Fiume" è un incalzante pamphlet di un giovanissimo Dino Terra, che – appena sedicenne e usando ancora il suo nome di battesimo, Armando Simonetti – attacca il vate sulla falsariga della trama concettuale del "Caso Wagner" di Nietzsche, fatto conoscere in Italia proprio da d’Annunzio nel 1893. Rigore filosofico e passione civile muovono la visione di Terra, che irrompe nel Novecento con ampio sapere e la precoce scelta di perseguire un’arte che sia anche conoscenza. Nel rifiutare l’estetismo di d’Annunzio in poesia e in politica, nell’accusarlo di «misticismo» e della carenza di una «profonda intuizione etica» a ispirarne l’azione di Fiume di cui è preconizzato il fallimento, Terra esprime un amore-odio per d’Annunzio proprio anche di tutta una generazione, che vuole distanziarsi dai “padri” e si affaccia alla letteratura e alla politica chiedendosi quale nuovo nesso possa essere stabilito fra le due. "D’Annunzio e il caso Fiume" è così lo specchio doppio dei nodi di una società e una cultura intere nel momento dei loro più laceranti fermenti.
Ribelli d'Italia. Il sogno della rivoluzione da Mazzini alle Brigate rosse
Paolo Buchignani
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2017
pagine: 413
Perché ancora oggi in Italia stenta ad affermarsi una cultura politica riformista? Per quale motivo persistono, tanto a destra quanto a sinistra, consistenti tracce di populismo e di estremismo? Perché abbiamo avuto il più grande Partito comunista dell'Occidente e non è riuscita a mettere radici una solida socialdemocrazia di tipo europeo? E su quale terreno affonda le radici il terrorismo, da noi così virulento? Il tentativo di rispondere a queste domande, più che mai attuali, non può prescindere da un'analisi della storia del nostro Paese che ponga al centro il mito della rivoluzione. Un mito non soltanto italiano, ma che in Italia si è dimostrato particolarmente vitale e incisivo. Un'idea potente e trasversale, fonte allo stesso tempo di grandi speranze e di luttuose tragedie: la patologia di un secolo, il Novecento, segnato da guerre e totalitarismi. In questo libro Paolo Buchignani traccia un percorso che, dal Risorgimento agli anni di piombo, mostra la fortuna e la longevità della rivoluzione: «tradita», «incompiuta», via via corredata da varie denominazioni, così seducente e popolare da essere stata per tanto tempo, più o meno consapevolmente e strumentalmente, abbracciata anche da coloro che rivoluzionari non erano. Emerge con forza come, al di là della volontà di uomini, partiti, élite intellettuali, spesso mossi da sincere intenzioni di rinnovamento e di giustizia sociale, il richiamo alla rivoluzione abbia avuto esiti deleteri e abbia costituito un ostacolo rispetto all'affermazione di una cultura politica autenticamente democratica e riformista. Una cultura di cui, specialmente in questa fase storica, si avverte la necessità, per affrontare con efficacia le drammatiche sfide del nostro tempo.
Il santo maledetto
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Meridiano Zero
anno edizione: 2014
pagine: 207
Un ritratto letterario, questo romanzo storico, originale trasfigurazione narrativa di quel "santo maledetto" che fu Marcello Gallian. Un vero artista d'avanguardia, innamorato del Duce e della Rivoluzione. Nelle pagine del libro compare con il nome di Matteo Galati, si ritira in incognito nella Certosa di Farneta e, prossimo alla morte, racconta la sua storia affascinante e tragica, segnata nel profondo dai miti, dagli errori e dagli orrori di un secolo che volge al termine. Matteo-Marcello ne attraversa, puro e disarmato, le vicende decisive: dalla Grande Guerra all'avventura fiumana di D'Annunzio, dal fascismo al secondo conflitto mondiale. Ma anche ambienti e mondi diversi: i ricevimenti a Corte imposti dalle sue origini nobiliari in contrasto con l'immersione catartica tra gli anarchici di Trastevere e nei bassifondi romani. Il monastero di Firenze (dove entra adolescente per diventare santo e salvare il padre adultero dalle fiamme dell'inferno) contrapposto alla "Marcia su Roma" e alla visita a Palazzo Venezia per convincere Mussolini a edificare la "Città del Sole" di Campanella. Infine, nel secondo dopoguerra, la Stazione Termini, costretto a trafficare con la borsa nera, fra ladruncoli e accattoni. In quel periodo, amareggiato e deluso ma incapace di voltare gabbana, il promettente scrittore degli anni Trenta, diventa anche un "ghostwriter", ridotto a vendere il suo ingegno a illustri personaggi abilmente transitati dall'Italia mussoliniana a quella democratica e antifascista.
Solleone di guerra. Racconti
Paolo Buchignani
Libro: Copertina morbida
editore: Mauro Pagliai Editore
anno edizione: 2008
pagine: 276
Fascismo e comunismo, guerra e rivoluzione: le speranze, le passioni, la tragedia raccontate da chi le ha vissute. Donne e uomini, gente del popolo e intellettuali: undici personaggi, e ognuno con una sua storia, che hanno marcato un segno cruciale nella vita dell'autore. Compresi quelli incontrati da Paolo Buchignani sui libri e nel corso delle proprie ricerche, quali Marcello Gallian e Berto Ricci. Nel racconto centrale, Nel sole di Budapest, l'autore viene direttamente sulla scena per rievocare utopie e tensioni che hanno attraversato gli anni fra la coda del '68 e gli albori del terrorismo. Undici capitoli che si può dire costituiscano un "romanzo di formazione". Buchignani di proposito è ricorso a una tecnica da fiction nella necessità di portare alla luce ciò che resta in ombra nella sua opera di studioso: la collisione della Storia con le esistenze individuali e le ferite tuttora aperte nella carne viva del ventesimo secolo.
La rivoluzione in camicia nera. Dalle origini al 25 luglio 1943
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2007
pagine: 458
Che cosa è stato il fascismo? Reazione o rivoluzione? In realtà un fenomeno articolato e complesso. Contro il regime autoritario e conservatore edificato negli anni Venti dal nazionalista Alfredo Rocco, resiste e si sviluppa il fascismo delle origini (facente capo a Giuseppe Bottai ma per alcuni versi allo stesso Mussolini), rivoluzionario e totalitario, deciso a seppellire la "civiltà borghese" e a fondare la "nuova civiltà fascista", una "terza via" alternativa tanto al liberal-capitalismo quanto al comunismo. Paolo Buchignani ricostruisce in modo organico la travagliata vicenda del fascismo rivoluzionario fino alla sconfitta finale. Un esito che nulla toglie all'importanza e alla pericolosità di quel sovversivismo in camicia nera, tanto intransigente e totalitario quanto vitale, progettuale, proiettato nel futuro e, di conseguenza, capace di garantire al Duce (cui attribuisce la sua stessa volontà rivoluzionaria) il consenso delle classi lavoratrici e popolari, dei giovani, degli intellettuali. Inevitabile il fallimento di un disegno politico che, almeno in parte, andava progressivamente realizzandosi nella seconda metà degli anni Trenta? La trasformazione del fascismo in regime totalitario (e rivoluzionario) è stata un esperimento interrotto? E si può dire che il regime mussoliniano, figlio della Prima guerra mondiale, sia stato ucciso dalla Seconda? Questo studio ffronta questi e altri nodi fondamentali, riaprendo questioni tuttora irrisolte del nostro Novecento.
Fascisti rossi. Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una migrazione politica (1943-53)
Paolo Buchignani
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2007
pagine: 316
"Fascisti rossi'", "fascisti comunisti", "camicie nere di Togliatti". Li chiamano così, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, gli avversari politici. Loro si definiscono "ex fascisti di sinistra della corrente di "Pensiero Nazionale". Fanno capo a Stanis Ruinas, provengono dalla Repubblica sociale italiana e individuano nel Pci il referente politico più idoneo e affidabile per realizzare quella rivoluzione popolare e anticapitalista inseguita invano nelle file della repubblica nera. In questo libro Paolo Buchignani ricostruisce il rapporto, in apparenza impossibile, che si creò tra il gruppo di Ruinas e i dirigenti di Botteghe Oscure. Si tratta di uno studio che suscitò, fin dalla prima edizione nel 1998, un vivo interesse e ampie polemiche. Oggi, nel mutato clima culturale e nell'acceso dibattito in corso, torna di prepotente attualità. Infatti, nel riportare alla luce un episodio rimasto a lungo ignoto, sconvolge schemi consolidati e rassicuranti - per esempio quello della radicale diversità e dell'irriducibile opposizione tra comunismo e fascismo - e offre un significativo contributo a una rilettura critica e non ideologica di un passato che continua a interferire nel nostro presente.