Libri di Memo
Casatico anni sessanta. Fotografie di Guglielmo Memo Izzi
Memo
Libro: Copertina rigida
editore: Autopubblicato
anno edizione: 2015
pagine: 40
Racconti in grigio
Memo, Domenico Izzo
Libro: Copertina morbida
editore: Libertà
anno edizione: 2009
pagine: 84
Bastardo in flash
Memo
Libro: Copertina rigida
editore: La Grafica Pisana
anno edizione: 2015
pagine: 48
					"Il Bastardo iniziava ovviamente dall'omonima via, il suo corso principale era via del Bastardo; questa poi si diramava a sinistra nell'ultimo troncone di via della Quarquonia, guardando verso le Mura, solo il lato destro, dove io sono nato, faceva parte del borgo sottoproletario; alla sinistra di via del Bastardo, c'era via di Mezzo, poi via Chiusa, via dei Filatori e via Brunero Paoli: questo si poteva considerare già confine abitato da altra popolazione che negli anni aveva intrecciato con qualche matrimonio la parentela con gli abitanti del Bastardo. La nostra casa, naturalmente in affitto, era una catapecchia. In particolare si faceva onore la Cucina con i fornelli a carbone e sopra con una pretesa di modernità, spiccavano tre fornelli a gas alimentati da una bombola. Non mancava la famosa cucina economica, dalla quale si traeva l'acqua calda per lavare i piatti e riempire in inverno le borse per il letto. Spesso nel mio e in quello di mia sorella c'era la bottiglia dello spumante, vetro robusto e ben tappata che sostituiva la costosa borsa in gomma. Altro ambiente di vanto era il così chiamato Comodo, che, però, risultava tutt'altro che tale, formato com'era da una sola buca."				
									Il dono
Memo
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2004
pagine: 124
					Lo chiamavano «Il Professore». Portava un grosso cappello nero e cercava sempre il mare. Questo libro è la sua storia. Ma è anche la storia della pensione «Il Dono» e dei suoi insoliti abitanti: Marisa, la conduttrice, un pittore solitario, una giovane prostituta, un metodico portiere. Poi un ragazzo che vuole fare il giornalista. Alla fine un omicidio, «indagine, la follia» e quelle lacrime sul volto del «Professore».				
									
