Libri di Mauro La Forgia
Sogni di uno spiritista. L'empirismo visionario di Carl Gustav Jung
Mauro La Forgia
Libro
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2016
L'interesse di Jung per lo spiritisno e la parapsicologia attraversa l'intero sviluppo della sua opera. È un interesse solo a tratti riconosciuto, più spesso filtrato da una posizione teorica che, pur tendendo a ricavare dalla metapsichica ogni possibile stimolo, occulta sistematicamente quest'imbarazzante filiazione. In questo libro viene ristabilito il legame esistente tra alcuni dei principali costrutti della psicologia junghiana e tale "anomala" base empirica, prendendo le mosse dalla rivisitazione in chiave metapsichica della dottrina di Kant che Jung sviluppa nei suoi studi giovanili e nella quale vengono gettate le basi del suo originale approccio ai fenomeni psichici.
Le radici del comprendere
Mauro La Forgia, M. Ilena Marozza
Libro
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2016
pagine: 128
La scelta del titolo di questo libro - "Le radici del comprendere" - trova le sue ragioni non tanto in un'istanza di tipo fondativo, quasi si volessero fissare le fonti della conoscenza, in particolare di quella psicoanalitica e clinica. L'idea di "radice" è qui introdotta piuttosto nel suo significato di luogo attraverso cui viene raccolto e affluisce il nutrimento, come insieme diffuso di direttrici di significato che portano nuovi aggregati di senso alla teoria e alla prassi clinica.
Il mestiere delle parole. Cura e vita tra psicoanalisi, epistemologia e fenomenologia
Mauro La Forgia
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 266
La vicenda delle teorie psicodinamiche e delle condotte psicoterapeutiche s'intreccia in questo libro con due correnti filosofiche, l'epistemologia e la fenomenologia. Freud condivide con Mach un uso del linguaggio finalizzato a una spiegazione più economica (e, per questo, più "vera") degli eventi psicologici; si avvale d'altra parte, con Einstein, dell'esperimento mentale per progettare una neurologia che sostenga la sua visione psicologica; Jung ricava dalla teoria quantistica la possibilità di parlare dell'inafferrabilità dell'inconscio o della sincronicità tra eventi fisici e mentali. Ma entrambi devono adeguarsi alle esigenze della cura. Il libro mostra come la clinica pieghi i loro iniziali intenti epistemologici e riconduca l'astrazione a un piano esistenziale. Di qui, le prospettive freudiane sull'angoscia, o l'intuizione junghiana di una psicoterapia che operi per contagio tra paziente e analista. Si affacciano, del resto, patologie non risolvibili tramite la sola interpretazione, che richiedono ipotesi sugli stati iniziali della mente e forme nuove di presenza terapeutica. Il neofreudismo delle relazioni oggettuali, le teorie del sé, la psicologia degli stati intenzionali invitano a un eclettismo che diversifica l'ortodossia clinica dei fondatori. L'ipotesi avanzata nel libro è che l'impiego terapeutico del linguaggio possa comporre l'odierna dispersione dei punti di vista.