Libri di Maurizio Zipponi

Internazionalizzazione e digitalizzazione, la guerra nel cuore dell'Europa, contese commerciali e crisi sanitarie, obsolescenza delle competenze e apprendimento continuo: il lavoro cambia pelle e la fabbrica con esso. Che sia uno stabilimento industriale, un supermercato o un ufficio, la fabbrica nomina molto più di un luogo fisico: è una galassia produttiva fatta di persone e fitta di relazioni, un'organizzazione sociale in stretto dialogo con il territorio, un organismo economico in grado di generare valore condiviso. Non solo profitto, ma una Fabbrica-comunità capace di aprire spazi d'incontro e di inclusione. Attraverso il racconto di tre realtà — il Gruppo Volpi, la G. Mondini e il Gruppo Camozzi — il volume è una traversata nel lavoro che cambia, alla ricerca di nuovi modi di fare impresa e di formule organizzative che rimettano al centro la dignità e la creatività umana, ingredienti indispensabili per Fabbriche-comunità prospere e proprio per questo competitive.

Bisogna disboscare la foresta selvaggia in cui è stata trasformata la vita politica italiana per poter seminare di nuovo una democrazia sostanziale. Non si tratta di unirsi al coro ipocrita e ideologico che da anni tenta inutilmente di dare per morto il conflitto sociale, impermeabile alle smentite che provengono in continuazione dalla realtà, ma più semplicemente di constatare che in questa fase non è più vera la celebre frase scritta nel 1905 dagli Industrial Workers of the World all'inizio della loro carta fondativo: "I lavoratori e gli imprenditori non hanno nulla in comune". Oggi, a fronte della egemonia assegnata alla finanza, i lavoratori e gli imprenditori hanno in comune la necessità di costringere i governi europei a cambiare le loro strategie. Ne deriva la necessità di un'alleanza. Delinearne i tratti, dimostrando concretamente che è possibile fare impresa che investe, innova e assume garantendo i diritti fondamentali dei lavoratori e salari dignitosi, è lo scopo di questo libro.

Un libro, diretto, forte, trasparente e originale. Emergono critiche durissime al sistema di rappresentanza e ai fondamentali che regolano i rapporti tra mondi "spesso tenuti artificiosamente uno contro l'altro". Il confronto solleva numerosi quesiti sulle relazioni tra mercato, lavoro e utopia del capitalismo globale e si chiude con la convinzione comune che bisogni dei lavoratori e interessi delle imprese necessitino, mai come in questo periodo storico, di un nuovo contratto sociale.