Libri di Mattia Vinco
La scuola veronese di pittura di Jean Paul Richter
Jean Paul Richter
Libro: Libro in brossura
editore: Tau
anno edizione: 2022
pagine: 364
Presso la Marquand Library dell’Università di Princeton è conservato il manoscritto inedito di Jean Paul Richter intitolato “La scuola pittorica veronese”. Il testo in lingua tedesca viene qui trascritto, tradotto e commentato per la prima volta. Si tratta di un’opera composta da una serie di monografie sintetiche dei maggiori artisti del Rinascimento veronese, frutto delle ricerche sul campo svolte dal massimo conoscitore di questa scuola pittorica tra 1884 e 1885. L’ampia introduzione all’opera di Mattia Vinco consente di entrare in contatto con la poliedrica attività dello studioso e antiquario tedesco.
La fabbrica del Rinascimento. Creatività, produzione e mercato a Vicenza
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2022
pagine: 336
Quanto valevano un dipinto o una scultura rispetto a un arazzo o a un oggetto di uso comune? Un artista era libero nella sua creazione? Quali erano i suoi rapporti con il committente? Quali erano le sue fonti di ispirazione? Insomma, come prendeva forma un capolavoro? La storia economica dà risposte sorprendenti rispetto alla sensibilità di oggi: il Ritratto di due cani di Jacopo Bassano, conservato al Louvre, vale la metà di un paio di guanti “da signore” e quasi mille volte di più valgono gli splendidi cristalli incisi di Valerio Belli, dei Musei Vaticani. La pittura è al fondo della scala dell’arte, ben meno costosa dei ritratti in marmo o degli arazzi, mentre la rarità delle opere antiche moltiplica il loro valore. I curatori ci raccontano cinquant’anni di vita artistica nella terraferma veneta, dal 1550 alla fine del secolo, con uno sguardo particolare su Vicenza, i suoi artisti Andrea Palladio e Jacopo Bassano, Alessandro Vittoria e Paolo Veronese. È un momento in cui l’arte veneta è investita dall’impatto rivoluzionario di Raffaello e Michelangelo, che scardinano le scuole regionali proponendo un linguaggio nuovo, che trionferà in tutta Europa nei secoli successivi. È il linguaggio del Rinascimento italiano, la “maniera” di Giorgio Vasari. Il cambiamento è repentino e coinvolge committenti e artisti. Gli artisti diventano più visibili nella società e scalano i ranghi sociali. Di arte si parla non più solo in ristrette cerchie di specialisti ma in libri che hanno circolazione presso un pubblico più vasto di amatori e collezionisti. Le discipline si caratterizzano sempre di più e le botteghe si strutturano con modalità di produzione sempre più efficaci al fine di aumentare la produzione di opere. Nasce il “mercato dell’arte”.
Il Maestro di Lonigo. Pittore tardogotico della terraferma veneta
Mattia Vinco
Libro: Libro in brossura
editore: Grafiche Aurora
anno edizione: 2022
pagine: 76
Francesco Badile e la scultura lignea veronese del Rinascimento
Mattia Vinco
Libro: Libro in brossura
editore: Grafiche Aurora
anno edizione: 2022
pagine: 64
Antonio Giolfino. Intagliatore veronese del Rinascimento
Mattia Vinco
Libro: Libro in brossura
editore: Grafiche Aurora
anno edizione: 2022
pagine: 96
Cassoni. Pittura profana del Rinascimento a Verona
Mattia Vinco
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 512
Nel 1915 usciva la prima edizione del monumentale repertorio di Paul Schubring, "Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento". Si trattava del più ampio censimento di «cassoni» istoriati dipinti, ovvero dei cofani nuziali, delle spalliere e dei pannelli da studiolo che decoravano le dimore italiane rinascimentali. Lo studioso tedesco sottolineava il ruolo giocato da Verona nella produzione di queste opere, caratterizzate da iconografie assai originali e insolite, tratte dalla storia romana e dalla mitologia greca. Il catalogo di Schubring, che per la parte veronese consta di circa settanta dipinti, viene qui riesaminato e notevolmente arricchito. Verona emerge così per la sua eccezionale importanza nel campo della pittura profana, che la vede seconda solo a Firenze e Siena. Pur priva di una corte, la città scaligera appare in questo modo non più centro minore e subalterno, ma luogo inaspettatamente innovativo in un genere pittorico poco praticato nel panorama padano rinascimentale.