Libri di Mario Iozzo
Le nuvole e il fulmine. Gli Etruschi interpreti del volere divino
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2024
pagine: 224
Gli Etruschi eccellevano nella produzione di spettacolari oreficerie e oggetti in bronzo, votivi o domestici. Questa misteriosa civiltà sviluppatasi nell'Italia centrale dall'età del Ferro (attraverso gli apporti di popoli diversi) fino all'integrazione romana realizzatasi tra il IV e il I secolo a.C., attinse molto dai Greci e dai loro miti, che venivano rielaborati e reinterpretati secondo il gusto degli artigiani, del pantheon etrusco e delle tradizioni locali. "Mentre noi pensiamo che i fulmini si verificano perché le nuvole si scontrano, gli Etruschi ritengono che le nuvole si scontrino proprio per inviare un messaggio divino". Con queste parole, Seneca nel secondo libro delle Naturales Quaestiones riassumeva la particolarità delle credenze etrusche secondo le quali le divinità influenzavano le attività umane inviando segnali che dovevano essere decodificati. Le nuvole e il fulmine presenta oltre cento opere provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze: statue, preziosi oggetti in oro, argento e bronzo, ceramiche figurate e le caratteristiche urne cinerarie decorate con i più distintivi motivi etruschi, tra cui quello dei defunti sul coperchio. Il volume illustra il fascino della civiltà etrusca, vista attraverso gli aspetti della vita quotidiana, dei culti e dei rituali funerari; un'attenzione specifica è rivolta alle pratiche religiose della divinazione, con particolare evidenza all'abitudine degli Etruschi di trarre presagi dal volo degli uccelli, dalle viscere degli animali e dall'osservazione del cielo con i suoi fenomeni atmosferici. Tra gli straordinari capolavori spiccano canopi, corredi funebri, la cosiddetta Mater Matuta (una statua cineraria femminile), oltre a terracotte, statuette e specchi in bronzo che testimoniano la varietà (e la diversità) del pantheon etrusco, come il bronzetto di Tinia (Zeus etrusco), quello di Menerva (Athena) o quello di Uni (Juno Sospita).
Art et histoire de Crete
Mario Iozzo
Libro: Copertina morbida
editore: Bonechi
anno edizione: 1996
pagine: 160
Athenian Black-Figure Cups from the Campana Collection in the National Archaeological Museum of Florence
Pieter Heesen, Mario Iozzo
Libro: Libro in brossura
editore: Polistampa
anno edizione: 2019
pagine: 144
Grecia. Ediz. ceca
Mario Iozzo, Federica Borghesi, Adalberto Magnelli
Libro
editore: Bonechi
anno edizione: 2000
pagine: 192
La collezione Astarita nel Museo Gregoriano Etrusco. Ceramica atticae figure nere
Mario Iozzo
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Musei Vaticani
anno edizione: 2002
pagine: 398
Il palazzo di Cnosso a Creta. Ediz. tedesca
Mario Iozzo
Libro
editore: Bonechi
anno edizione: 2004
pagine: 32
La collezione Astarita nel Museo Gregoriano Etrusco. Volume 1\1
Mario Iozzo
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Musei Vaticani
anno edizione: 2012
pagine: 144
Myth, allegory, emblem: the many lives of the Chimaera of Arezzo. Proceedings of the international Colloquium (Malibu, 4-5 december 2009). Ediz. italiana
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 240
Gli Atti del Convegno Internazionale sulla Chimera, tenutosi a Malibu nel 2009 in concomitanza con l'esposizione nel J. Paul Getty Museum del celebre capolavoro etrusco che mai prima d'allora aveva varcato l'oceano (iniziativa che registrò oltre 250.000 visitatori), raccoglie una serie di contributi sulla storia, l'iconografia, lo stile e la vicenda mitica della Chimera, in Etruria, in Grecia, in Magna Grecia e nel mondo romano, fino a rintracciarne da una parte gli antichi modelli orientali e dall'altra l'eredità passata al Cristianesimo nell'iconografia di S. Giorgio e il drago, mettendo in luce anche il simbolismo che Cosimo I de' Medici legò al mitico mostro.
Iacta stips. Il deposito votivo della sorgente di Doccia della Testa a San Casciano dei Bagni (Siena)
Mario Iozzo
Libro: Copertina morbida
editore: Polistampa
anno edizione: 2013
pagine: 64
Il volume illustra i materiali rinvenuti in un deposito votivo scoperto nel 2004 nelle acque della sorgente termale "Doccia della Testa", situata a San Casciano dei Bagni (Siena). Databile dal 500-490 a.C. all'era di Massenzio, il deposito comprende quasi esclusivamente artefatti metallici. Gli oggetti più antichi sono statuette di divinità e offerte devozionali, un aes formatum e due ex voto anatomici (un orecchio e una mammella), mentre proviene dall'Età Imperiale una serie di monete (forse un'unica offerta) databile dall'epoca di Tiberio alla metà del terzo secolo d. C. L'oggetto più recente è un follis di Massenzio (309-312 d.C.) che, pur essendo un esempio isolato, prova che la sorgente fu utilizzata per un periodo di circa ottocento anni. Le offerte erano consegnate "alla profondità delle acque" come doni a una divinità a noi sconosciuta, ma il cui potere spirituale era principalmente quello di guarire grazie agli effetti benefici dell'acqua termale, che sgorga a una temperatura di 41° C e contiene zolfo, calcio e magnesio, ed è inoltre florurata e radioattiva. L'ex voto anatomico raffigurante una mammella è particolarmente interessante e quasi unico.
Il vaso François. Rex vasorum. Guida breve
Mario Iozzo
Libro: Libro in brossura
editore: Polistampa
anno edizione: 2018
pagine: 64
Il più famoso vaso greco e certamente una delle opere “minori” più note e maggiormente studiate dell’antichità classica, il vaso François, viene presentato al pubblico con un testo preciso ma chiaro e agevole, destinato agli studenti così come agli studiosi, ma che si rivolge anche ai semplici estimatori e ai non specialisti. Rinvenuto in due distinte campagne di scavo, nel 1844 e 1845, nella città etrusca di Camars o Clevsie, l’odierna Chiusi (Siena), da Alessandro François, commissario di guerra del granduca Leopoldo II di Asburgo-Lorena, il cratere (vaso da simposio per mescolare acqua e vino) è uno dei capolavori indiscussi dell’antica arte vascolare greca. Grazie alle sue duecentosettanta figure e centotrentuno iscrizioni, che includono le doppie firme del vasaio Ergotimos e del pittore Kleitias che lo produssero ad Atene intorno al 565 a.C., il grande cratere con anse a voluta costituisce anche una sorta di summa del pensiero religioso, di manuale della mitologia degli antichi greci, e in particolare degli ateniesi degli ultimi anni del governo di Solone, tanto da essere definito a volte la Bibbia dell’archeologia, l’enciclopedia o l’antologia della mitologia greca.