Libri di Lucia Visconti Cicchino
Storia
Lucia Visconti Cicchino
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Setteponti
anno edizione: 2025
pagine: 130
"In un’occasione particolare del proprio percorso creativo evidentemente arriva un momento in cui un poeta si vuole cimentare con un’opera dalla struttura davvero “al di fuori delle consuetudini”, innovativa nella presentazione e nella applicazione linguistica; e in questo caso ci troviamo di fronte a una raccolta addirittura tripartita, e improntata alla scelta di mettere in relazione la composizione poetica in lingua e quella in dialetto. Infatti l’originale accostamento proposto dall’autrice di Storia mette di fronte il lettore, oltre che alla scelta espressiva linguistica ricordata, anche a una serie di percorsi tra liriche libere prima, liriche a forma chiusa poi, e “recital poetici” (ben tre) in chiusura della serie di “confronti interiori” e della loro ritrasmissione attraverso quella musicalità studiata che solo la poesia può garantire. Diventa un’esigenza pressante, quella della poetessa: dare spazio a emozioni sensazioni pensieri per mezzo della parola, dell’evocazione di immagini, cercando poi il modo più efficace per rivolgersi a un lettore che possa condividere tutto questo e dialogare, confrontarsi dialetticamente, far suo e se possibile condividere". (dalla prefazione di Massimo Seriacopi)
Diladdarno
Lucia Visconti Cicchino
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni CFR
anno edizione: 2011
pagine: 64
Età di lettura: da 12 anni.
Humus
Lucia Visconti Cicchino
Libro
editore: Edizioni CFR
anno edizione: 2011
pagine: 32
Raccolta serena e di grande forza morale, scritta come reazione a una grave malattia. La vita e la bellezza della natura sono il riferimento continuo di un verso semplice ed essenziale.
Grazie, Disma. Quel giorno sul Golgota
Lucia Visconti Cicchino
Libro: Libro in brossura
editore: Chirico
anno edizione: 2004
pagine: 96
Non c'è niente che ci spinga ad amare i nemici, cosa in cui consiste la perfezione dell'amore fraterno, quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, "il più bello tra i figli dell'uomo", offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi. Lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa ubbidisce. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo, che fa tremare i Principati e le Potestà, alle punte acuminate delle spine. Abbandonò se stesso all'obbrobrio e agli insulti. Infine sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l'aceto, lui in tutto dolce. Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore.

