Libri di Luca Azzetta
Il caso di Menghino Mezzani tra Dante e la Romagna
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2022
pagine: 167
Custode della memoria di Dante in area romagnola, fu Domenico di Ugolino Mezzani, comunemente conosciuto come Menghino, nato nell’ultimo quarto del sec. XIII e morto nell’agosto 1376. La sua famiglia, originaria di Mezzano (a nord di Ravenna), si era poi stabilita a Pezzolo presso Russi. Coluccio Salutati, in una lettera del 2 ottobre 1399 al cancelliere Niccolò da Tuderano, ricorda come egli fosse «familiaris et socius Dantis nostri». In quest’epistola Coluccio, che desiderava avere un esemplare corretto della Commedia, «opus divinissimum», per far fronte a quella molesta corruzione che ha invaso tutti i libri, scrive di aver sentito che Menghino era considerato un esperto del poema sacro. Il Mezzani, a quanto pare, dedicò a Dante un epitaffio di sei esametri ritmici: «Inclita fama cuius universum penetrat orbem» (Dante ‘la cui inclita fama penetra per tutto l’universo’). Il suo nome è stato accostato a un manoscritto del sec. XIV, datato 1363, che dopo essere transitato per la collezione di Thomas Phillipps (con segnatura 8881), è ora ad Austin, University of Texas, Chronicle Library, H.R.C. 45. Il testo del poema è preceduto da sommari in terza rima (per Inferno e Purgatorio) e accompagnato da glosse esegetiche in latino per gran parte dell’Inferno e per qualche canto del Purgatorio. Sebbene la ricerca abbia dimostrato che questo manoscritto non possa essere considerato autografo di Menghino e dunque occorra rinunciare a identificarlo con il volume ricercato da Coluccio, l’apparato esegetico di questo codice (collocabile in area romagnola) riveste particolare interesse nell’ambito della fortuna di Dante nel sec. XIV. Di grande valore, al di là dei risultati letterari conseguiti, sono i sommari in terza rima per le prime due cantiche, qui editi criticamente, che, se non sono attribuibili a Menghino, a lui, studioso di Dante, furono tuttavia indirizzati.
Dante e le grandi questioni escatologiche
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2022
pagine: 272
I contributi raccolti nel volume si rivolgono a Dante da ambiti disciplinari diversi: teologico, biblico, filosofico, linguistico, storico, artistico. Si coglie così la profondità della poesia del poema, che per Dante non è mai riducibile a finzione letteraria, ma che anzi si nutre di una tensione vigorosa nello sforzo di comunicare, mediante la bellezza e la forza espressiva del linguaggio poetico, le verità di fede e di pensiero che sono proprie dell’epoca in cui egli visse e di cui si riappropriò in modo sorprendente e personale, presentandosi ai suoi contemporanei come poeta depositario di una visione. Il libro è articolato in tre parti, dedicate a tre temi escatologici presenti nella tradizione in cui l’Alighieri affonda le radici: quello della visione divinamente ispirata, quello della resurrezione delle anime e dei corpi alla fine dei tempi, quello dell’angelologia. Ciascuno di essi ha il fondamento nella Bibbia e giunge a Dante attraverso la mediazione di opere di esegesi biblica, di riflessione filosofica e teologica maturate nel silenzio dei chiostri, in seno alla Scolastica, all’interno degli Ordini mendicanti. L’indagine su questi temi e sulle opere lette da Dante permette di accedere alla sua poesia da un punto di osservazione privilegiato e spesso trascurato negli studi critici sulla Commedia.
Nuova edizione commentata delle opere di Dante. Volume Vol. 5
Dante Alighieri
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 2021
pagine: 840
La serie delle "Epistole, Egloge, Questio de aqua et terra" costituisce un gruppo di opere dantesche cosiddette "minori", che tali in realtà non sono, perché portano un contributo importante alla ricostruzione del profilo dell'Autore, culturale e biografico. In primo luogo le Epistole, quelle sopravvissute alla dispersione, che conservano la voce di Dante in situazioni o in rapporti umani molto delicati, a parte la XIII, testimonianza preziosa di un tentativo di autoesegesi della Commedia; cosí le Egloge, prova (unica) di raffinata composizione poetica in latino, che offrono un quadro commovente degli ultimi anni di vita del poeta; cosí anche la Questio, tardivamente conosciuta, documento dell'impegno teorico che ha sostenuto il pensatore fino all'estremo. Questa nuova edizione, che recupera i testi più accreditati prodotti dalla moderna filologia dantesca, sottoposti tuttavia ad attenta revisione, correda il dettato di quelle opere di un denso apparato di note critiche e storiche, note esegetiche (a sostegno di nuove scrupolose traduzioni), di una vasta rete di Appendici di documenti integrativi del commento, che ne offrono, complessivamente, un'immagine del tutto nuova. Tale documentazione, opportunamente illustrata, porta elementi decisivi a conferma dell'autenticità di tutte le Epistole, compresa la XIII, e della Questio. Come in tutti i volumi della NECOD, un Sommario delle opere più complesse (l'Epistola a Cangrande e la Questio) e un ampio Indice analitico del volume ne agevolano la lettura e la consultazione.
An ancient and honourable citzen of Florence. The Bargello and Dante. Catalogo della mostra (Firenze, 21 aprile-31 luglio 2021)
Libro: Libro in brossura
editore: Mandragora
anno edizione: 2021
pagine: 380
La mostra «Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante», patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 700° Anniversario della morte di Dante Alighieri, è frutto della collaborazione inter-istituzionale tra i Musei del Bargello e l’Università di Firenze, e vede la collaborazione tra i Dipartimenti di Lettere e Filosofia (DILEF) e di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Ateneo fiorentino. Il Bargello è luogo dantesco per eccellenza a Firenze: qui si trova il più antico ritratto di Dante, realizzato entro il 1337 da Giotto e la sua bottega negli stessi anni in cui ferveva l’industrioso lavoro di diffusione della Commedia nella città gigliata. Il catalogo – in cui sono sapientemente orchestrati saggi e schede di numerosi specialisti – illustra il complesso legame tra Dante, la sua opera e Firenze ripercorrendo la fitta trama dei rapporti tra pittori, miniatori, copisti e commentatori, impegnati in un’impresa editoriale e artistica senza precedenti. Il volume è arricchito da illustrazioni a colori delle opere in mostra e dei manoscritti miniati, come anche da un prezioso Atlante fotografico finale delle pitture murali della cappella del Podestà, che ospita il ritratto del poeta. Dante ha frequentato le sale del Bargello come priore e in queste stesse sale ha ricevuto la condanna prima all’esilio, poi a morte (10 marzo 1302). La ricostruzione del delicato rapporto tra il Poeta e Firenze – una vicenda circoscritta in un arco di tempo limitato e in uno spazio cittadino – assume un’importanza che va ben oltre questi confini, investendo in modo indelebile la storia della fortuna di Dante e il modo in cui noi oggi ancora guardiamo a lui e alla sua opera.
Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo. Atti del Convegno internazionale (Roma, 7-9 novembre 2016)
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2018
pagine: 560
Dopo il grande convegno-evento dell'ottobre 2015, dedicato a "Dante fra il settecentocinquantenario della nascita (2015) e il settecentenario della morte (2021)", con le connesse celebrazioni in Senato e il forum del maggio dello stesso anno, si è tornati a una dimensione più consueta con il convegno del 7-9 novembre 2016, dedicato alla produzione letteraria che si attivò "Intorno a Dante", coinvolgendo direttamente il poeta o subendone in qualche modo l'influenza. Il convegno si è proposto infatti di illuminare la figura e l'opera di Dante attraverso una estesa indagine sugli ambiti politici, storici e culturali entro i quali egli fu attivo e che ne ereditarono il magistero. Giovandosi dell'apporto di metodologie e discipline scientifiche differenti, si è inteso focalizzare l'attenzione sugli ambienti che, durante la vita di Dante e subito dopo la sua morte, si segnalano quali luoghi significativi di elaborazione di cultura e di pensiero, di circolazione di libri e idee, di forme letterarie nuove, che si comprendono pienamente solo in rapporto alla "lezione" del poeta. Entro questo quadro ampio e articolato, che tratteggia le linee fondamentali della civiltà italiana durante il sec. XIV, trova un suo spazio specifico anche la prima ricezione della Commedia, testimoniata da una notevole produzione di copie manoscritte, dalla tradizione dell'antica esegesi, anche figurata, dal fiorire di una ricca e variegata aneddotica, nonché da un importante episodio "iconografico": la recente riscoperta del prezioso Libro d'ore di Francesco da Barberino, creduto fino a non molti anni fa irrimediabilmente perduto, poi ritrovato e recentemente riprodotto in facsimile: il famoso Officiolo, miniato sotto l'attenta supervisione di Francesco, che sembra con ogni probabilità testimoniare la conoscenza non superficiale da parte del Barberino almeno dell'Inferno, di cui riecheggia talune particolarità (ad esempio la raffigurazione del Limbo). Ne risulta un volume particolarmente ricco di indicazioni e di spunti, che ben si colloca all'interno delle numerose iniziative mirate a segnare il cammino verso il traguardo del settimo centenario della morte di Dante, che si celebrerà nell'ormai prossimo anno 2021.
Nuova edizione commentata delle opere di Dante. Volume Vol. 5
Dante Alighieri
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 2016
pagine: LXXXIV-837
Il volume raccoglie alcune opere latine di Dante, di cui si fornisce un nuovo testo critico, o criticamente riveduto, corredato di una traduzione integrale di un ampio e puntuale commento. Le Epistole, tutte composte dopo l’esilio del 1302, documentano le vicende personali del poeta, con riferimenti, talora accalorati, sulle principali questioni del tempo, tra cui la discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII, la crisi della Chiesa e dell’impero. Tra le lettere un rilievo particolare assume la tredicesima, con la quale Dante dedica il Paradiso a Can Grande della Scala, il signore di Verona che a lungo ospitò il poeta esule. Essa costituisce una preziosa e densa introduzione d’autore alla Commedia. Le Ecloge, scritte in risposta alle richieste del maestro bolognese Giovanni del Virgilio, che lo aveva sollecitato sul tema della poesia in lingua volgare, sono l’unica ed eccelsa testimonianza dell’Alighieri versificatore latino. La Questio è infine la dotta questione di filosofia naturale dibattuta da Dante nel Gennaio del 1320. Grazie a un ampio apparato esegetico, questa nuova edizione offre al lettore, un testo criticamente accertato, insieme a una densa appendice di fonti.
Chiose alla Commedia
Andrea Lancia
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Salerno
anno edizione: 2012
pagine: 1312
Il commento in volgare di Andrea Lancia alla Commedia rappresenta una scoperta recentissima nel panorama degli studi danteschi. Conservato nel ms. II I 39 della Bibl. Nazionale Centrale di Firenze, a lungo passato inosservato e ora riconosciuto autografo, fu realizzato tra il 1341 e il 1343 dal colto notaio fiorentino, personaggio di rilievo nella vita del Comune di Firenze, amico e collaboratore di letterati quali Giovanni Boccaccio e Giovanni Villani. L'edizione offre il testo integrale delle Chiose, finora inedite, corredato da un'introduzione e un commento, che consentono di verificare la sua portata innovativa nei confronti dell'antica esegesi alla Commedia (in particolare dell'Ottimo Commento, a lungo e indebitamente attribuito proprio al Lancia). Il commento del Lancia si avvale della lettura di molte opere classiche e medievali, e anche della conoscenza di opere del grande poeta fiorentino che pure ebbero circolazione rarissima e che lui cita esplicitamente: in primis il Convivio e l'Epistola a Cangrande; esso è dunque uno strumento privilegiato per accostarsi al poema dantesco attraverso gli occhi di uno dei suoi primi e più intelligenti lettori.
Ordinamenti, provvisioni e riformagioni del comune di Firenze volgarizzati da Andrea Lancia (1355-1357)
Luca Azzetta
Libro
editore: Ist. Veneto di Scienze
anno edizione: 2001
pagine: 310
L'attività di Andrea Lancia, notaio fiorentino noto soprattutto per i volgarizzamenti dai classici latini che gli sono stati attribuiti, trova il suo compimento nella partecipazione alla vita politica del Comune di Firenze che lo vide a lungo protagonista durante il secolo XIV. Il culmine della sua attività all'interno dell'istituto comunale è rappresentato dal volgarizzamento di alcune provvisioni del Comune di Firenze che il Lancia ebbe a compiere negli anni 1356-1357 e di cui, riconosciuto il manoscritto autografo, è in questo volume offerto il testo critico. L'edizione è accompagnata da un'analisi linguistica e un glossario. L'autore è dottore in ricerca in Italianistica presso l'Università Cattolica di Milano.
Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante. Catalogo della mostra (Firenze, 21 aprile-31 luglio 2021)
Libro: Libro in brossura
editore: Mandragora
anno edizione: 2021
pagine: 380
La mostra «Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante», patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 700° Anniversario della morte di Dante Alighieri, è frutto della collaborazione inter-istituzionale tra i Musei del Bargello e l'Università di Firenze, e vede la collaborazione tra i Dipartimenti di Lettere e Filosofia (DILEF) e di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell'Ateneo fiorentino. Il Bargello è luogo dantesco per eccellenza a Firenze: qui si trova il più antico ritratto di Dante, realizzato entro il 1337 da Giotto e la sua bottega negli stessi anni in cui ferveva l'industrioso lavoro di diffusione della Commedia nella città gigliata. Il catalogo – in cui sono sapientemente orchestrati saggi e schede di numerosi specialisti – illustra il complesso legame tra Dante, la sua opera e Firenze ripercorrendo la fitta trama dei rapporti tra pittori, miniatori, copisti e commentatori, impegnati in un'impresa editoriale e artistica senza precedenti. Il volume è arricchito da illustrazioni a colori delle opere in mostra e dei manoscritti miniati, come anche da un prezioso Atlante fotografico finale delle pitture murali della cappella del Podestà, che ospita il ritratto del poeta. Dante ha frequentato le sale del Bargello come priore e in queste stesse sale ha ricevuto la condanna prima all'esilio, poi a morte (10 marzo 1302). La ricostruzione del delicato rapporto tra il Poeta e Firenze – una vicenda circoscritta in un arco di tempo limitato e in uno spazio cittadino – assume un'importanza che va ben oltre questi confini, investendo in modo indelebile la storia della fortuna di Dante e il modo in cui noi oggi ancora guardiamo a lui e alla sua opera.