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Libri di Leonardo Bellomo

La prosa di Eugenio Montale. Generi, forme, contesti

La prosa di Eugenio Montale. Generi, forme, contesti

Libro: Libro in brossura

editore: Padova University Press

anno edizione: 2022

Il maggior poeta del Novecento italiano è stato anche un notevolissimo e prolifico prosatore. Critico, narratore, epistolografo, Eugenio Montale si è misurato con forme e generi testuali diversi, affiancando ai propri versi una vasta e variegata opera in prosa. Gli otto contributi raccolti in questo volume offrono un’immagine certo non completa, ma sicuramente sfaccettata di questa importante produzione, esplorandone con metodi di indagine differenti alcuni dei filoni più significativi.
18,00

Ritmo, metro e sintassi nella lirica di Lorenzo de' Medici

Ritmo, metro e sintassi nella lirica di Lorenzo de' Medici

Leonardo Bellomo

Libro: Libro in brossura

editore: libreriauniversitaria.it

anno edizione: 2016

pagine: 460

Con l'eccezione di pochi autori o generi studiati adeguatamente (primo tra tutti: Petrarca), la metrica italiana, e specialmente quella quattrocentesca, presenta vaste zone d'ombra. Questo saggio indaga il versante lirico della produzione di Lorenzo: il Canzoniere e le Selve. Il filo conduttore del libro è l'interrelazione fra le strutture metriche e gli elementi più propriamente linguistici, quali ritmo, sintassi, intonazione. L'obiettivo dell'analisi, che investe anche l'allitterazione e la tecnica della rima, è definire la fisionomia stilistica del Magnifico, verificandone i debiti e le relazioni con la tradizione poetica (Petrarca e Stilnovisti in particolare), ma anche con i maggiori fra i suoi contemporanei.
22,00

Dalla «rinunzia» alla crusca al romanzo neoclassico. La lingua di Alessandro Verri in Caffè e Notti romane

Dalla «rinunzia» alla crusca al romanzo neoclassico. La lingua di Alessandro Verri in Caffè e Notti romane

Leonardo Bellomo

Libro: Libro in brossura

editore: Cesati

anno edizione: 2013

pagine: 390

Il volume si propone di individuare divergenze e tratti di continuità fra la lingua utilizzata da Alessandro Verri nel "Caffè", rivista fondato dai membri dell'Accademia dei Pugni pubblicata in fascicoli tra il 1764 e il 1766, e nel suo romanzo neoclassico, "Notti Romane"; opera dalla lunga gestazione rimasta incompiuta dopo ben tre stesure. Il tragitto compiuto dalla prosa di Alessandro Verri dagli anni Sessanta del Settecento agli Ottanta e Novanta, arco temporale che separa le due opere, si muove infatti lungo due direttrici, distinte, ma, allo stesso tempo, parallele e complementari. L'una conduce ad una selezione più accurata del materiale verbale, l'altra alla ricerca di soluzioni che garantiscano un registro più elevato. A mostrare il cambiamento stilistico e linguistico condotto dal Verri sono i tre capitoli del saggio critico, ben suddivisi in aree grammaticali - fonomorfologia e microsintassi, sintassi della frase semplice e lessico - ognuna delle quali mostra chiaramente quanto profonde siano le divergenze tra la prima e la seconda produzione dell'autore. A un assetto vario e composito, aperto a forme e modi antiquati e caratterizzato da un vocabolario di stampo illuminista, europeo, talvolta tecnico, tipico della lingua del Caffè, si contrappone lo stile culto, il repertorio lessicologico tradizionale, aulico, nobilitante, antirealistico, passato al vaglio delle autorità lessicografiche, proprio delle Notti Romane.
30,00

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