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Libri di Jorge L. Borges

Aleph. Ediz. 70° anniversario

Aleph. Ediz. 70° anniversario

Jorge L. Borges

Libro: Libro in brossura

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2025

pagine: 160

La storia editoriale di Jorge Luis Borges è in qualche modo anomala. Argentino “di nascita e di temperamento”, come lui stesso amava dire, lo scrittore si distingue per l’enorme erudizione e per un’eleganza nella prosa che ha un sapore quasi europeo. Non è un caso, infatti, che incontri il successo prima in Europa (tra Italia, Francia e Spagna) e solo in un secondo momento in America, spinto dalla crescente ammirazione dei lettori, che lo accostano a figure come Kafka e Joyce. È Feltrinelli a pubblicare, nel 1959, L’Aleph, titolo seminale della sua poetica in cui si riflette un’idea di letteratura come frattale dell’immaginazione, confine tra intuizione e poesia. È una raccolta di racconti che non smettono di essere letti e citati, a partire dal sottile Lo Zahir per arrivare a capolavori come L’uomo sulla soglia e Il morto. Attraversando le architetture paradossali di questi testi, si arriva al racconto che dà il nome al libro, dove la scrittura di Borges ci tuffa pienamente nel dedalo dell’intelletto mettendoci di fronte all’Aleph – oggetto che contiene tutti i luoghi del mondo. Di questo luogo-nonluogo Borges affronta l’impossibilità, e lo fa con una penna che acquista la fermezza dei Vangeli senza rinunciare alla germinazione di immagini, di cortocircuiti, di stimoli per cui si è resa nota in tutto il mondo. “
12,00

Sette sere

Sette sere

Jorge L. Borges

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2024

pagine: 189

Basta scorrere l’indice degli argomenti di questo ciclo di conferenze – la Divina Commedia, l’incubo, Le mille e una notte, il buddhismo, la poesia, la Cabbala, la cecità – per rendersi conto che in quelle sette sere del 1977 Borges volle offrire al pubblico un compendio dell’intera sua esperienza di lettore e di scrittore. Un lettore «edonista», che esorta ad affrontare la Commedia «con la fede di un bambino» e in generale a ignorare la storia della letteratura, perché solo i testi contano, e l’emozione estetica che sanno procurarci. E proprio per trasmettere questa gioiosa, leggera forma di edonismo, Borges, memore dei 'confabulatores nocturni' che si dice svagassero l’insonnia di Alessandro il Macedone, punteggia ogni conversazione di racconti: il dantesco «episodio di Ulisse», l’incubo di Wordsworth, la «storia dei due che sognarono» delle Mille e una notte, la leggenda del Buddha e quella del golem. Ma c’è di più: mentre discorre affabilmente dei libri che lo hanno appassionato, vediamo delinearsi le idee che questi hanno depositato nelle sue opere, tracciando un sentiero luminoso: l’idea che la realtà è un’illusione, un grande sogno che, se vogliamo, possiamo chiamare Dio; che anche il testo è «il mutevole fiume di Eraclito», giacché ogni lettura (o rilettura, o ricordo di quella lettura) lo rinnova; che inventare è ricordare, e la letteratura, di conseguenza, infinito reimpiego di materiali preesistenti. Il lettore e lo scrittore – ne abbiamo qui la conferma – nel caso di Borges coincidono miracolosamente.
14,00

L'invenzione di Morel

L'invenzione di Morel

Adolfo Bioy Casares

Libro: Libro in brossura

editore: Sur

anno edizione: 2024

pagine: 133

Pubblicato nel 1940, “L'invenzione di Morel” è il romanzo più celebre di Adolfo Bioy Casares, uno dei narratori più originali della letteratura latinoamericana del Novecento. Fortemente ispirato all'”Isola del dottor Moreau” di H.G. Wells e ai racconti di E.A. Poe, questo romanzo visionario narra le avventure di un fuggiasco che, sbarcato su un'isola deserta per evitare la condanna all'ergastolo, scopre di non essere solo come credeva. In bilico tra il terrore di essere identificato e la frustrazione per il desiderio di essere riconosciuto, il protagonista si ritrova sospeso tra realtà e irrealtà e inizia a seguire, osservare e spiare gli altri isolani. Sarà infine il misterioso Morel a fornirgli le chiavi di lettura di un mondo allucinatorio costituito da pura forma. Prefazione di Jorge Luis Borges.
15,00

L'aleph

L'aleph

Jorge L. Borges

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1998

pagine: 172

Per molti lettori di questi ultimi decenni "L'Aleph" è il libro dove scoprirono non solo un nuovo grande scrittore, ma un nuovo modo di essere della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise a tutta l'opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi racconti (da "Lo Zahir" a "Deutsches Requiem", da "La ricerca di Averroè" a "L'immortale") entravano nella geografia mentale dei lettori come luoghi da sempre familiari e misteriosi.
16,00

Finzioni

Finzioni

Jorge L. Borges

Libro

editore: Einaudi

anno edizione: 2014

Un falso paese scoperto "nelle pagine di un'enciclopedia plagiaria", Uqbar, e un pianeta immaginario, Tlön, "labirinto ordito dagli uomini" ma capace di cambiare la faccia del mondo; il "Don Chisciotte" di Menard, identico a quello di Cervantes eppure infinitamente più ricco; il mago che plasma un figlio nella materia dei sogni e scopre di essere a sua volta solo un sogno; l'infinita biblioteca di Babele, i cui scaffali "registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici... cioè tutto ciò ch'è dato di esprimere, in tutte le lingue" e che sopravviverà all'estinzione della specie umana; il giardino dei sentieri che si biforcano; l'insonne Funes, che ha più ricordi di quanti ne avranno mai tutti gli uomini insieme.
10,00

Tutte le opere. Volume Vol. 2

Tutte le opere. Volume Vol. 2

Jorge L. Borges

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 1991

pagine: XXXII-1472

80,00

Tutte le opere. Volume Vol. 1

Tutte le opere. Volume Vol. 1

Jorge L. Borges

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 1991

pagine: CXXII-1302

80,00

L'idioma degli argentini

L'idioma degli argentini

Jorge L. Borges

Libro: Copertina morbida

editore: Adelphi

anno edizione: 2016

pagine: 187

Che ci racconti del "truco", grazie al quale i giocatori, dimesso l'io abituale, diventano "criollos" che "vogliono spaventare la vita a grida"; o di coltelli che cercano i sentieri della morte e del Chileno, signore dell'insolenza, che si dissangua a terra; o dell'origine del tango, la cui patria sono gli angoli delle case rosate dei sobborghi, la protervia domenicale del guappo e il chiasso delle popolane sui portoni; o di una notte serena capace di rivelare miracolosamente il "senso reticente o assente dell'inconcepibile parola eternità"; o della felicità, che "non è meno sfuggente nei libri che nella vita"; o del metodo insospettabile e segreto con il quale Cervantes suscita nel lettore "una reazione di compassione e perfino di collera di fronte alle infinite iniquità che affliggono l'eroe"; o, infine, delle differenze fra lo spagnolo degli spagnoli e quello della conversazione argentina, il Borges di questo libro giovanile, ripudiato e ora finalmente ritrovato, è già, inconfondibilmente, il grande Borges. E solo apparente è l'"aria enciclopedica e guerrigliera", giacché tre direzioni cardinali lo governano: "La prima è un sospetto, il linguaggio; la seconda è un mistero e una speranza, l'eternità; la terza è questo godimento, Buenos Aires".
14,00

Sei problemi per don Isidro Parodi

Sei problemi per don Isidro Parodi

Jorge L. Borges, Adolfo Bioy Casares

Libro: Copertina morbida

editore: Adelphi

anno edizione: 2012

pagine: 192

Obeso, la testa rasata e gli occhi saggi, don Isidro Parodi prepara, lento ed efficiente, il mate in un piccolo bricco celeste: e intanto invita la pittoresca schiera dei suoi clienti a esporgli con chiarezza i misteri che li affliggono e che lui invariabilmente risolverà lasciandoli di stucco. Enigmi labirintici e inestricabili, di fronte ai quali qualsiasi altro investigatore avrebbe l'accortezza di battere in ritirata: come il caso del talismano di giada trafugato dal tempio della Fata del Terribile Risveglio nello Yunnan e avventurosamente approdato a Buenos Aires, dove gli danno la caccia il mago Tai An, la conturbante Madame Hsin, l'ebanista russo Samuel Nemirovsky e altri non meno improbabili personaggi. Ma a questo punto è forse il caso di precisare un dettaglio piuttosto rilevante: i colloqui fra l'imperturbabile e geniale detective e la sua variopinta clientela hanno luogo nella cella 273 del Penitenziario nazionale, in calle Las Heras. In effetti don Isidro, ex barbiere nel quartiere di Sur, sta scontando ventun anni per l'assassinio di un macellaio, un certo Agustín R. Bonorino - assassinio che ovviamente non ha commesso. Come se non bastasse, a raccontarci le sue fantasmagoriche e sedentarie avventure è il dottor Honorio Bustos Domecq, torrenziale poligrafo clamorosamente inesistente. A muoverne la penna è infatti la beffarda, spumeggiante complicità di due sodali efferatamente ironici, fautrice di parecchi e deplorevoli misfatti letterari, di cui non potremo più fare a meno.
12,00

Cartografia di un destino. Interviste

Cartografia di un destino. Interviste

Jorge L. Borges

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2012

pagine: 116

Nel settembre del 1976 Borges è a Madrid. Per la televisione della neonata democrazia spagnola è l'occasione giusta per intervistare il grande scrittore argentino. Ne esce una conversazione franca e diretta sull'universo borgesiano, sui codici che lo reggono, sullo stile numismatico che caratterizza e sulla sobrietà e metodicità della sua scrittura. Borges è infatti un vero e proprio collezionista, e la sua mente sembra fondersi con quella del bibliotecario descritto in uno dei suoi più celebri racconti. La letteratura scandinava, l'amore per la lingua tedesca, l'interesse per il taoismo, i suoi viaggi in Europa, il mai sopito fervore di Buenos Aires e il suo deciso antinazionalismo: questi solo alcuni dei temi toccati durante l'intervista, presentata qui per la prima volta al pubblico italiano. Dopo quattro anni, nell'aprile del 1980, Borges ritorna a Madrid, questa volta per ricevere Premio Miguel de Cervantes, il più importante riconoscimento letterario per la lingua spagnola, e concede una seconda, memorabile intervista alla televisione spagnola. L'immagine che filtra è quella di una figura sobria e persino un po' impacciata, ma sempre riluttante a far propri i vezzi retorici tipici dello scrittore alla moda. Eppure l'acume e la vertiginosa intelligenza di Borges, al servizio di uno stile rigoroso e poco incline agli eccessi formali, gli hanno garantito - malgré lui, come ricorda ironicamente -una fama pressoché universale.
12,00

Non c'è nessuno allo specchio

Non c'è nessuno allo specchio

Jorge L. Borges

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2012

pagine: 64

Il 23 aprile 1980 Borges riceve il più importante riconoscimento letterario per la lingua spagnola, il Premio Miguel de Cervantes. Il grande scrittore argentino si trova dunque in Spagna e concede un'intervista televisiva, finora inedita per il pubblico italiano, in cui scopriamo un avvincente percorso attraverso la trama dei ricordi, degli affetti, delle passioni e delle idee di uno dei maggiori protagonisti della letteratura contemporanea. L'immagine restituita dalle telecamere è quella di una figura sobria e persino un po' impacciata, ma sempre riluttante a far propri i vezzi retorici tipici dello scrittore alla moda. Eppure l'acume e la vertiginosa intelligenza di Borges, al servizio di uno stile rigoroso e poco incline agli eccessi formali, gli hanno garantito una fama pressoché universale.
5,00

Il linguaggio dell'intimità

Il linguaggio dell'intimità

Jorge L. Borges

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2012

pagine: 64

Nel settembre del 1976 Borges è a Madrid, e per la televisione pubblica della neonata democrazia spagnola è l'occasione giusta per intervistare il grande scrittore argentino. Ne esce una conversazione franca e diretta sull'universo borgesiano, sui codici che lo reggono, sullo stile numismatico che lo caratterizza e sulla sobrietà e metodicità della sua scrittura. Borges è infatti un vero e proprio collezionista, e la sua mente sembra fondersi con quella del bibliotecario descritto in uno dei suoi più celebri racconti. La letteratura scandinava, l'amore per la lingua tedesca, l'interesse per il taoismo, i suoi viaggi in Europa, il mai sopito fervore di Buenos Aires e il suo deciso antinazionalismo: questi solo alcuni dei temi toccati durante l'intervista.
6,00

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