Libri di Guido Artom
I giorni del mondo
Guido Artom
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2024
pagine: 336
All'uscita, nel 1981, della prima edizione di quest'opera, Giovanni Arpino salutava l'evento scrivendo ad Artom: «questo libro così nitido, impavido, fermo, che il filtro degli anni ti ha “dittato dentro”». Ma non è solo un romanzo storico che narra le vicende della comunità ebraica di Asti, nel periodo che va dall'età napoleonica alla formazione dell'unità d'Italia: è anche, come scrive Paolo De Benedetti nella Prefazione, una «voce autentica dell'ebraismo italiano, così peculiare e ricco nei suoi intrecci con il mondo non ebraico al quale tanto ha dato». E nel racconto di Artom – nelle storie particolari di Raffaele, Zaccaria, Isacco, Dolcina... – la narrazione, salvando le tracce di ogni singolo passato, custodisce, con gesto proprio della memoria ebraica, schegge di futuro: «La sera del pranzo di Pasqua, in famiglia si auguravano a vicenda “quest'altr'anno a Gerusalemme” [...] Ma in realtà ogni volta che Raffaele ritornava al Chiossetto [...] sentiva che la sua terra era quella, che il paesaggio di collina, tagliato dalle anse lente del fiume, era quello in cui avrebbe voluto trascorrere la sua vita, i giorni, le notti».
Yiddishe Mamma. Frammenti di vita
Guido Artom
Libro: Libro in brossura
editore: Italic Digital Editions
anno edizione: 2015
La duchessa di Berry guerrigliera del re
Guido Artom
Libro
editore: Rusconi Libri
anno edizione: 1982
pagine: 352
I giorni del mondo
Guido Artom
Libro
editore: Morcelliana
anno edizione: 1992
pagine: 352
All'uscita, nel 1981, della prima edizione di quest'opera, Giovanni Arpino salutava l'evento scrivendo ad Artom: "(...) questo libro così nitido, impavido, fermo, che il filtro degli anni ti ha 'dittato dentro'". Ma non è solo un romanzo storico che narra le vicende della comunità ebraica di Asti, nel periodo che va dall'età napoleonica alla formazione dell'unità d'Italia: è anche, come scrive Paolo De Benedetti nella prefazione, una "voce autentica dell'ebraismo italiano, così peculiare e ricco nei suoi intrecci con il mondo non ebraico al quale tanto ha dato". E nel racconto di Artom - nelle storie particolari di Raffaele, Zaccaria, Isacco, Dolcina... - la narrazione, salvando le tracce di ogni singolo passato, custodisce, con gesto proprio della memoria ebraica, schegge di futuro: "La sera del pranzo di Pasqua, in famiglia si auguravano a vicenda 'questo altr'anno a Gerusalemme' (...) Ma in realtà ogni volta che Raffaele ritornava al Chiossetto (...) sentiva che la sua terra era quella, che il paesaggio di collina, tagliato dalle anse lente del fiume, era quello in cui avrebbe voluto trascorrere la sua vita, i giorni, le notti".