Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Guglielmo Manitta

Emilio Maza. Un fotografo italiano nell'Europa dell'Ottocento (1824-1890)

Guglielmo Manitta

Libro: Libro in brossura

editore: Il Convivio

anno edizione: 2025

pagine: 224

Attraverso la revisione delle fonti archivistiche, giornalistiche e iconografiche, il volume ricostruisce la vicenda biografica e l’attività di Emilio Maza, uno dei più originali e sottovalutati fotografi italiani dell’Ottocento. Nativo di Palazzolo, in provincia di Brescia, apprese l’arte fotografica tra Inghilterra e Francia. Nel 1850 approda a Vienna, ma ben presto si sposta a Trieste, città ancora sotto il dominio austriaco. Nel 1855 si stabilisce definitivamente a Milano, dove diventa tra i pochi titolari di un atelier fotografico. Ben presto, grazie all’esperienza nelle “capitali” europee della fotografia, diviene tra i più apprezzati e riconosciuti professionisti del settore, alla pari dei ben più celebri Alessandro Duroni o Luigi Sacchi. Ne sono testimonianza, non solo gli elogi di figure del calibro di Giuseppe Zanardelli o di Carlo Cocchetti (quest’ultimo lo definì “primo del Lombardo- Veneto”), ma soprattutto l’illustre clientela, da Francesco Hayez a Cesare Cantù, da Andrea Maffei a Emilio Praga, da Giuseppe Missori a Gaetano Negri, e così via. Se Milano è il fulcro della sua attività per almeno quindici anni, allo stesso tempo effettua delle trasferte in altri centri dell’area padana, quasi ritornasse ad essere il fotografo “itinerante” dei primi anni: lo ritroviamo, perciò, a Cremona, città di origine della moglie, nella vicina Piacenza o a Bergamo. Nell’estate del 1866 visita i teatri di battaglia della Terza Guerra d’Indipendenza per ricavarne una raccolta di 58 fotografie, che sarà intitolata “Album della guerra del 1866”. Se quest’opera si può considerare l’apice della produzione di Maza, d’altro canto sancì irreparabilmente il declino della sua carriera professionale: è quanto emerge da un carteggio inedito intercorso tra il fotografo e il Gabinetto Particolare di S.M. Vittorio Emanuele II. Oltre agli approfondimenti sulla biografia e sull’attività artistica, si propone un catalogo di oltre 50 immagini, dai ritratti alle vedute della guerra del 1866, fotografie corredate da un commento che mira ad identificare personaggi e luoghi raffigurati. Sono riproposti, inoltre, gli annunci commerciali che apparvero sui giornali italiani, austriaci e francesi.
20,00

L'ultimo grifone del ducato

L'ultimo grifone del ducato

Guglielmo Manitta

Libro: Libro in brossura

editore: Il Convivio

anno edizione: 2025

pagine: 184

Parma, gennaio 1839. Nella piccola ed elegante capitale del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, irrompe una notizia che ha dell'incredibile: il pittore francese Daguerre ha ideato un sistema per fissare le immagini della camera oscura, pur non svelandone i segreti. L'invenzione non è conosciuta ancora come "fotografia", bensì con il nome di "dagherrotipo". Manfredi, nobile rampollo e cultore delle arti e delle scienze, ne viene informato dall'amico Paolo, ispettore delle dogane. La sua iniziale incredulità si trasforma in un morboso desiderio di capire se ciò sia vero. Quindi persuade Paolo ad intraprendere degli esperimenti nella tenuta di campagna sulle colline di Torrechiara, nell'illusione di poter anticipare e introdurre per primo la fotografia a Parma. Ogni tentativo si rivela fallimentare e i due amici, tra amori contrastanti e ideali divergenti, sono destinati a imboccare strade diverse. Manfredi continua ad inseguire ostinatamente il suo sogno; perciò si reca a Parigi, dove nel frattempo è stato divulgato il procedimento tecnico della "meravigliosa invenzione". Gli anni passano. L'epoca d'oro del ducato di Maria Luigia giunge al tramonto e ben presto incombono i moti rivoluzionari del 1848-49. Parma è sconvolta, gli animi sono sospettosi e i rivolgimenti politici creano sotterfugi e ambiguità. Manfredi si ritrova, così, in una città profondamente trasformata, che rischia perfino di perdere il titolo di capitale. Gli eventi esasperano il suo profondo e radicato senso di appartenenza, facendolo arroccare su posizioni antirisorgimentali. Ma quando avverte la parabola discendente dalla sua esistenza, scopre l'antidoto a quel mondo attorno a sé che non riconosce più.
15,00

Diario di quanto seguito nel viaggio delle cinque galere del Serenissimo Gran Duca di Toscana fatto in Levante sotto il comando dell'Illustrissimo Signor Generale Lodovico da Verrazzano l'anno M.D.C.XXXX (Ms. Palatino 1132 striscia 1318)

Diario di quanto seguito nel viaggio delle cinque galere del Serenissimo Gran Duca di Toscana fatto in Levante sotto il comando dell'Illustrissimo Signor Generale Lodovico da Verrazzano l'anno M.D.C.XXXX (Ms. Palatino 1132 striscia 1318)

Leonardo Tempi

Libro: Libro in brossura

editore: Il Convivio

anno edizione: 2024

pagine: 256

Con la presente edizione per la prima volta si pone l'attenzione sul codice manoscritto "Palatino 1132 striscia 1318" della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, intitolato "Diario di quanto è seguito nel viaggio delle cinque galere del Serenissimo Gran Duca di Toscana fatto in Levante sotto il comando dell'Illustrissimo Signor Generale Lodovico da Verrazzano l'anno M.D.C.XXXX". Si tratta del diario illustrato di due spedizioni compiute dalla marina del Granducato di Toscana nel 1640. Ciò che rende eccezionale tale documento è la presenza di 50 disegni a penna che raffigurano le principali località toccate dall'armata durante i viaggi, dall'Arcipelago Toscano alle isole dell'Egeo, dalle coste dell'Italia centrale e meridionale a quelle del Peloponneso. Tra i vari aspetti, si discute dell'eventuale stampa del codice e il possibile coinvolgimento dell'incisore Stefano della Bella. Le caratteristiche del manoscritto hanno indotto a fornire non solo la trascrizione del diario, bensì l'integrale riproduzione delle carte. I disegni sono corredati da un commento che ne illustra le peculiarità e ne individua i luoghi raffigurati.
28,00

Storia e origini della fotografia. Dalla camera oscura alle conseguenze dell'annuncio di Daguerre (1500-1839)

Storia e origini della fotografia. Dalla camera oscura alle conseguenze dell'annuncio di Daguerre (1500-1839)

Guglielmo Manitta

Libro: Libro in brossura

editore: Il Convivio

anno edizione: 2024

pagine: 384

Il volume ripercorre la storia dell'invenzione della fotografia attraverso la revisione e lo studio di una vasta quantità di fonti dell'epoca. Il germe di questa tecnica si rintraccia nella camera oscura, lo strumento perfezionato nella prima età moderna che può definirsi l'antenato dell'attuale macchina fotografica. All'inizio del Seicento sono state individuate le proprietà fotosensibili dei sali d'argento, una conoscenza maturata definitivamente nel corso del XVIII secolo, grazie agli studi di Schulze, Meyer, Beccari, Scheele, Senebier. Con una crescente padronanza nella fotochimica, è emerso parallelamente il desiderio e il sogno di realizzare immagini su un supporto materiale sfruttando l'azione della luce. Dopo il fallimento di Thomas Wedgwood, l'impresa impossibile fu raggiunta negli anni '20 dell'Ottocento dal francese Nicéphore Niépce: fu infatti il primo a realizzare immagini stabili con la camera oscura. Non svelò nulla e dopo lunghe trattative avviò una collaborazione segreta con il connazionale Louis Daguerre, con l'obiettivo di migliorare quella invenzione ancora imperfetta. Quest'ultimo, dopo l'improvvisa morte del socio, sviluppò un procedimento innovativo e ben più efficiente, che battezzò con il nome di "daguerréotype". Finalmente nel 1839 i tempi furono maturi per poter rivelare ufficialmente l'invenzione al «mondo intero». L'annuncio sorprese chi da tempo stava conducendo esperimenti nel medesimo settore (è il caso dell'inglese Fox Talbot) e invogliò altri a proporre nuovi metodi alternativi, tra cui Bayard, Herschel, Ponton, Breyer. La relativa praticità e la migliore definizione del dagherrotipo sancirono una rapida diffusione della fotografia nelle più disparate regioni del globo, Italia compresa.
23,50

Raffaele Vittorio Matteucci. Un vulcanologo marchigiano sul Vesuvio (1862-1909)

Raffaele Vittorio Matteucci. Un vulcanologo marchigiano sul Vesuvio (1862-1909)

Guglielmo Manitta

Libro: Libro in brossura

editore: Il Convivio

anno edizione: 2023

pagine: 96

Quando giunge a Napoli nel 1891, Raffaele Vittorio Matteucci rimane subito rapito dal fascino del Vesuvio e dei suoi fenomeni eruttivi. Da quel momento inizia le sue attente osservazioni, spesso non curandosi dei pericoli, come nel maggio del 1900 quando rischia di morire durante un'esplosione. Meriti che gli valgono la direzione dell'Osservatorio Vesuviano, inaugurando una fase di miglioramento e di promozione dell'Istituto. La grande eruzione dell'aprile 1906 è l'ultimo fenomeno studiato, che seguirà ininterrottamente dal "suo" Osservatorio, distante soltanto due chilometri dal cratere del vulcano, superando le fasi più critiche di quel tragico evento, tanto da essere definito dalla stampa di allora "eroe del dovere".
13,00

Etna. Eruzione e terremoti del maggio-giugno 1879

Etna. Eruzione e terremoti del maggio-giugno 1879

Orazio Silvestri, Tommaso Tagliarini

Libro: Libro rilegato

editore: Il Convivio

anno edizione: 2017

pagine: 80

L'album fotografico "Etna, eruzione e terremoti del maggio-giugno 1879. Fotografie fatte per incarico del R. Governo italiano sotto la direzione del Prof. Orazio Silvestri", conservato presso la Biblioteca R. Malaroda del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Torino, contiene le immagini di due eventi estremamente importanti per la storia dell'Etna: l'eruzione del 26 maggio - 6 giugno 1879, che partì dalle sommità fino a raggiungere Passopisciaro, nel territorio di Castiglione di Sicilia, e il terremoto del 17 giugno dello stesso anno, che interessò principalmente Bongiardo, frazione del comune di Santa Venerina. Le fotografie, come afferma lo stesso Orazio Silvestri, "furono [...] dirette per conservare memoria della grande eruzione etnea del maggio-giugno 1879 e dei luoghi funestati da questa e dai successivi terremoti". I contenuti vengono per la prima volta riproposti integralmente e, presumibilmente, corrispondono a ciò che Silvestri consegnò al Real Governo, in quanto al momento risulta irreperibile il raccoglitore allora depositato presso gli archivi statali.
20,00

Orazio Silvestri e la vulcanologia dell'Etna e delle Isole Eolie
16,00

L'eruzione dell'Etna del 1879 problema dell'Italia unita. Dall'apparato eruttivo a Passopisciaro

L'eruzione dell'Etna del 1879 problema dell'Italia unita. Dall'apparato eruttivo a Passopisciaro

Guglielmo Manitta

Libro: Libro rilegato

editore: Il Convivio

anno edizione: 2016

pagine: 624

Con l'eruzione del 1879 l'Etna viene annoverata tra le calamità naturali da monitorare presenti nel territorio italiano. In un'Italia che solo da pochi anni ha raggiunto la sua unità nazionale, è stato necessario avviare una serie di studi e di ricerche che potessero contribuire alla prevenzione del rischio vulcanico, promossi soprattutto dal ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, e dal ministero della Pubblica Istruzione, come si evince dalla fitta corrispondenza. Questa ricerca, durata più anni, ha portato alla luce documenti di grandissimo interesse storico e vulcanologico.
25,00

L'eruzione di Vulcano del 1888-1890 nelle isole Eolie. Il carteggio inedito tra il governo Crispi e la Commissione scientifica (Silvestri, Mercalli, Grablovitz)

L'eruzione di Vulcano del 1888-1890 nelle isole Eolie. Il carteggio inedito tra il governo Crispi e la Commissione scientifica (Silvestri, Mercalli, Grablovitz)

Guglielmo Manitta

Libro: Libro rilegato

editore: Il Convivio

anno edizione: 2018

pagine: 152

L'ultima eruzione dell'isola di Vulcano (1888-1890) si colloca tra gli eventi geologici più importanti dell'Italia contemporanea, difatti, per la dinamica delle proprie manifestazioni, risultò agli occhi degli studiosi un fenomeno con caratteristiche particolari e mai osservate. Ciò indusse Orazio Silvestri (1835-1890), figura di primissimo piano della vulcanologia italiana di secondo Ottocento, ad attribuire alle eruzioni con le medesime peculiarità l'aggettivo "vulcaniane". Essa, inoltre, ha suscitato l'attenzione dell'apparato governativo sotto il primo e il secondo governo Crispi. In questo volume si pubblica tutta la documentazione depositata presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma inerente alla formazione della Commissione scientifica per lo studio del fenomeno e ai progetti politici per l'istituzione di un Osservatorio geodinamico sull'isola.
15,00

Gaetano Ponte (1876-1955). Vulcanologo a Catania all'inizio del XX secolo

Gaetano Ponte (1876-1955). Vulcanologo a Catania all'inizio del XX secolo

Guglielmo Manitta

Libro: Copertina rigida

editore: Accademia Il Convivio

anno edizione: 2014

pagine: 71

Gaetano Giuseppe Ponte nacque a Palagonia (prov. di Catania) il 21 luglio 1876. La sua passione per le materie scientifiche fu condizionata dal padre che nel 1878, due anni dopo la nascita del figlio, impiantò un osservatorio geodinamico a Palagonia. A incoraggiare il padre di Gaetano, Giovanni Ponte, per la realizzazione dell'osservatorio fu il famosissimo vulcanologo Orazio Silvestri. Nel 1898 Gaetano Ponte, ancora studente liceale, divenne assistente del R. Osservatorio Astrofisico e Geodinamico di Catania, allora sotto la direzione di Annibale Riccò. A quest'ultimo nello stesso anno fu di aiuto per la determinazione della gravità relativa in Calabria e nelle Isole Eolie.
15,00

L'eruzione eccentrica di monte Verzella sul perimetro nord del vulcano Etna

L'eruzione eccentrica di monte Verzella sul perimetro nord del vulcano Etna

Guglielmo Manitta

Libro

editore: Accademia Il Convivio

anno edizione: 2013

pagine: 12

Le indagini geologiche e lo studio stratigrafico hanno determinato l'individuazione di un cono di scorie sul perimetro nord del vulcano Etna. In questo studio vengono esposti i risultati dell'indagine stratigrafica compiuta nei pressi del cono di scorie, i quali hanno contribuito a comprendere le diverse fasi dell'eruzione e le alterazioni del cono nel corso degli anni. Una datazione approssimativa determina l'eruzione di Mt. Verzella tra i 30 e i 25 mila anni fa, durante l'attività del cratere Ellittico. Mt. Verzella dista 15 km dai crateri sommitali e 1,5 km dalla riva del Fiume Alcantara. L'eruzione fu caratterizzata da una moderata attività esplosiva e da un'intensa attività effusiva che ha prodotto una colata lavica, causa di diversi sbarramenti e della modificazione del corso del Fiume Alcantara. L'individuazione di questo cono di scorie ha contribuito a definire maggiormente le conoscenze sulla geologia del fianco nord del vulcano Etna.
5,00

L'attività eruttiva dell'Etna. Dal gennaio 2011 a giugno 2013

L'attività eruttiva dell'Etna. Dal gennaio 2011 a giugno 2013

Guglielmo Manitta

Libro: Copertina rigida

editore: Accademia Il Convivio

anno edizione: 2013

pagine: 63

All'inizio del 1900 il cratere centrale dell'Etna era formato da un'unica bocca con i fianchi ripidi e un'ampia terrazza craterica. Attualmente il cratere centrale è suddiviso in 5 bocche principali. Nel 1911, precisamente il 27 maggio, sulla parte NE dell'attuale cratere centrale si formò la cosiddetta bocca di NE che ora costituisce il punto più alto del vulcano. Per qualche anno era solo una voragine che emetteva fumo. Fino al 1915, infatti, lanciava ceneri e lapilli, ma nel 1918 si verificò una fuoriuscita di piccole colate laviche. Dalla metà del XX secolo l'attività insistente del cratere e l'emissione di materiale piroclastico ha portato alla crescita del cono. L'altezza del cratere ha subito diverse variazioni. Nel 1978 essa era di 3345 m, nel 1989 di 3318 m negli anni seguenti il cratere ha raggiunto i 3350 ma attualmente è di 3340 m.
10,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.