Libri di Gianfranco Gritella
I marmi del Re. Palazzo Madama a Torino. Il restauro della facciata di Filippo Juvarra
Gianfranco Gritella
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 384
Il volume illustra il recente restauro della facciata di Palazzo Madama a Torino, progettata da Filippo Juvarra nel XVIII secolo, simbolo storico e architettonico della città e patrimonio Unesco. Situato in piazza Castello, il Palazzo riassume la millenaria storia di Torino, dalle origini romane al ruolo di residenza sabauda e sede del Senato Subalpino. L'opera si concentra sull'intervento di consolidamento e restauro della facciata, Attraverso un'approfondita indagine filologica e storica, riccamente illustrata con immagini d'epoca, il libro esplora le vicende costruttive e i restauri precedenti tra Ottocento e Novecento. Ampio spazio è dedicato alla documentazione archivistica e iconografica relativa al progetto, dalle tecniche costruttive settecentesche alle peculiarità architettoniche e strutturali della facciata. Il restauro, condotto con un approccio interdisciplinare, è documentato in tutte le sue fasi: dall'analisi strutturale della facciata e del salone retrostante alle tecniche di consolidamento adottate. L'opera si avvale di centinaia di immagini, modelli tridimensionali e ricostruzioni virtuali, ottenute con le più recenti tecnologie di digitalizzazione. Attraverso una narrazione che intreccia passato e presente, il volume restituisce l'immagine della facciata restaurata come testimonianza vivente della storia e dell'identità di Torino.
Le acque degli dei. La Fontana d'Ercole nella Reggia di Venaria Renale
Gianfranco Gritella
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 288
Il volume racconta, con un’apposita campagna fotografica e l’apporto di specifiche tavole di disegno e rilievo, la storia evolutiva della Fontana d’Ercole nella Reggia di Venaria Reale, della sua metamorfosi nel tempo, della sua singolare diaspora e la genesi del suo restauro. La Reggia di Venaria Reale, gigantesca residenza venatoria edificata tra Seicento e Settecento alle porte di Torino, era uno dei simboli di Torino città capitale nel mondo e aveva tra le sue eccellenze architettoniche la grandiosa Fontana dell’Ercole. Nella lunga storia evolutiva del monumento si avvicendarono i principali architetti al servizio della Corte Sabauda, da Amedeo di Castellamonte a Filippo Juvarra. Un sontuoso teatro d’acque; un monumentale complesso architettonico composto da decine di fontane, centinaia di statue, giochi e scherzi d’acqua nascosti, il tutto inserito in un complesso di grotte artificiali, terrazze e scalinate. Al centro, la vasca principale, con la statua dell’Ercole colosso nell’atto di abbattere l’Idra, abbracciata da due rampe di scale a collo d’oca, a loro volta costeggiate da maniche laterali a portici, che conducevano a due padiglioni di testa dall’aspetto fiabesco, preziosamente decorati con affreschi, mosaici e migliaia di conchiglie. Il grande ninfeo – con la statua di Nettuno tirato da un cocchio di cavalli marmorei, con i suoi preziosi ornamenti, i meccanismi idraulici e l’imponente facciata marmorea sorretta da colossali statue di telamoni – rappresentava il fulcro della composizione e si ispirava ai ninfei del Rinascimento fiorentino e romano e alle analoghe monumentali realizzazioni di Fontainebleau e Versailles. A metà del XVIII secolo la grande fontana viene progressivamente abbandonata: nel 1750 le murature superstiti sono demolite, le sculture disperse e la struttura completamente interrata: il destino pare riproporre quello singolare della Domus Aurea di Nerone. Dopo secoli di oblio, una serie di indagini archeologiche, condotte nei giardini nella Reggia, ha permesso di individuare i resti del teatro d’acque, riportati recentemente alla luce. A partire dal 2015, il complesso archeologico è stato oggetto di un radicale e innovativo intervento di restauro e riqualificazione, documentato in queste pagine. Il riscontro puntuale di tutte le fonti archivistiche e le nuove scoperte documentarie gettano una luce inedita sulla polifonica cultura dell’architettura e dell’arte figurativa nel secolo d’oro del Barocco.
Il rosso e l'argento. I castelli di Lagnasco: tracce di architettura e di storia dell'arte per il restauro
Gianfranco Gritella
Libro
editore: CELID
anno edizione: 2008
pagine: 432
Sorti nel XIII secolo come complesso fortificato, i castelli di Lagnasco presso Saluzzo sono un luogo di intenso fascino. Dimora dell'antica famiglia dei Tapparelli di Lagnasco e d'Azeglio, i castelli custodiscono esempi fra i più raffinati e meglio conservati di quella stagione manierista che a metà Cinquecento fiorì in Piemonte con esiti di qualità altissima: gli affreschi che ornano la Loggia delle Grottesche, la Scala della Dama velata e la Sala della Giustizia. Il recente restauro ha consentito di esplorare le vicende dei castelli, con un'approfondita ricerca sulle fonti e una campagna di studi interdisciplinari. Durante i lavori sono inoltre emerse insospettate scoperte di grande valore documentario. Il volume analizza in dettaglio i castelli di Lagnasco, illustrando la storia degli edifici, la configurazione del territorio e il serrato dialogo tra scelte pratiche e riflessione culturale che ha guidato le fasi del restauro. Accompagna i testi un ricco repertorio iconografico che consente di immergersi in un mondo di valori umani e sociali, di arti auliche e di mestieri, testimonianza di un passato che si svela attraverso le tracce del vivere quotidiano.