Libri di Gabriella Falcicchio
La scuola è sfinita. Ricostituenti pedagogici
Maurizio Parodi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2022
pagine: 186
La scuola esiste in quanto servizio regolato dalle norme ispirate al dettato Costituzionale che sancisce il diritto all’istruzione per tutti e l’impegno dello Stato a garantire la rimozione di qualsiasi impedimento al pieno sviluppo del percorso formativo. C’è però il rischio che l’istituzione possa essere, nel tempo, inquinata da logiche d’apparato: un blocco di regole, abitudini, routine che tende a sclerotizzare le pratiche didattiche e organizzative al punto da renderla impermeabile alla ricerca scientifica, all’innovazione pedagogica, alle stesse “Indicazioni” programmatiche nazionali. Fenomeni gravissimi – come lo sono quelli della dispersione, dell’analfabetismo funzionale o del malessere di studenti, docenti e dirigenti – che non possono essere ignorati o trascurati pena il fallimento del sistema. L’alternativa, imprescindibile e indifferibile, necessita di un rovesciamento del paradigma fondamentale che riporti all’ispirazione originaria: è la scuola al servizio dello studente e non lo studente al servizio della scuola. Porre lo studente al centro significa liberarlo da ogni paura, motivare significativamente le attività, farne occasione di gioia condivisa da una comunità di soggetti che non sono in competizione, che non appaiano tra loro antagonisti; significa dare spazio alla sua esperienza, valore ai suoi sentimenti, sostegno alla sua ricerca. Il libro di Maurizio Parodi ha il coraggio di sviluppare una riflessione “spregiudicata” sui modi di essere della scuola, sulle sue procedure, sul senso della sua organizzazione, affaticata se non sfinita, e ha il merito di proporre “ricostituenti pedagogici” concretamente operativi.
L'atto atomico della nonviolenza. Relazioni, stili di vita, educazione: Aldo Capitini e la tradizione nonviolenta
Gabriella Falcicchio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2022
pagine: 210
Aldo Capitini rappresenta una figura originale nel panorama culturale italiano ed europeo. Per la sua incollocabilità e scomodità, resta sconosciuto ai più e, quando è noto, rimane più nominato che studiato. Il suo pensiero, insieme a quello degli uomini e delle donne che hanno vissuto cercando di concretizzare ideali di giustizia, equità, accoglienza, apertura amorevole a tutti gli esseri, è impegno educativo, politico, umano, che oggi, mentre il pianeta resta inascoltato dai più nel suo grido di aiuto, appare essenziale. Siamo in cammino verso una storia diversa e la nonviolenza contribuisce sia con un pensiero ricco e aperto, fertile, inventivo, e per questo gioioso e festivo; sia con tante esperienze, realizzate e in corso, con una storia appassionante, tutta da esplorare, che parla il linguaggio concreto, vicino, feriale di una azione non utopica o destinata ad anime elette, ma realizzabile da tutti, ora, qui. Lo strumento più naturale e più umano per dar vita ad un linguaggio concreto nonviolento, che sia in grado di intaccare il presente è l’educazione, che l’autrice di questo volume ha voluto fosse il cardine intorno a cui è possibile raccogliere e rilanciare i vettori del cambiamento in corso e la lente per osservarli. Perché da sempre nel mondo esiste un’anima nonviolenta che lo abita e rappresenta una “forza più potente” della violenza, perché genera invece che distruggere, dà la nascita e moltiplica, invece di dimezzare e dare la morte.
La compresenza dei morti e dei viventi
Aldo Capitini
Libro: Libro in brossura
editore: Libreria Editrice Fiorentina
anno edizione: 2022
pagine: 432
Riproporre oggi la lettura di "La compresenza di morte e dei viventi" significa riconoscere la piena centralità di un’idea, quella della compresenza, che costituisce un potente architrave del pensiero di Aldo Capitini. In questa fondamentale opera del 1966, la più densa dal punto di vista filosofico, egli assume quale proprio punto di partenza la lettura di una realtà sottratta alla stretta lente della sola scienza e riconsegnata all’apertura che merita: una tale realtà, scrive Capitini, la possiamo però vivere solo mediante «impegni in atto», nel tu-tutti che ad essa io rivolgo. Una simile prassi, che è «pratica dell’amore aperto a tutti gli esseri», è allora frutto di una sorta di esercizio di infinito allargamento del cerchio a tutti, morti compresi, in virtù di una corale produzione dei valori alla quale collabora il nuovo nato come pure l’annullato, lo sfinito, lo stroncato e lo stesso essere colpito dal «negativo estremo», la morte.
Educare al piacere di usare le mani. Riflessioni pedagogiche e progettazioni educative sulla manualità nella scuola (e non solo)
Gabriella Falcicchio
Libro
editore: Fasi di Luna
anno edizione: 2019
pagine: 40
"L'educazione della mano è particolarmente importante, perché la mano è lo strumento espressivo dell'umana intelligenza: essa è l'organo della mente." (M. Montessori, La scoperta del bambino). Una scuola che ha a cuore (a cuore, non solo a mente...) lo sviluppo armonico, integrale, complesso dei piccoli mantiene l'attenzione alla vivezza del corpo, affinché resti gioioso nell'apprendere qualsivoglia sapere. Le mani, in altri termini, sono il pretesto per tirare in ballo tutto il resto, i sensi, le percezioni, il movimento, il contatto.
Profeti scomodi, cattivi maestri. Imparare a educare con e per la nonviolenza
Gabriella Falcicchio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2018
pagine: 112
La nonviolenza continua nei decenni e nei secoli a scorrere come un pacato fiume sotterraneo che di tanto in tanto affiora in fresche sorgenti e che, anche nel contesto italiano, non cessa di fertilizzare senza clamori il terreno sociale. Lontana da pretese assolutizzanti, essa resta aperta, come voleva Aldo Capitini, il padre della tradizione nonviolenta italiana: aperta a coltivare e generare nuove pratiche di convivenza e condivisione tra gli esseri venuti alla vita. Anche per continuare a coltivare, a fertilizzare, a generare, nasce questo libro, nella persuasione che la nonviolenza può portare alla luce un’umanità più in pace, che sceglie di essere, come voleva Alex Langer, più lenta, più profonda, più gentile. L’educazione con e per la nonviolenza è drammaticamente cosciente dei limiti della realtà, ma non rinuncia a tendersi in avanti, a sporgersi su un futuro di liberazione che abbracci i Tutti e dischiuda per Tutti la dimensione della festa. Tutti è il plurale di Tu, diceva Aldo, parola sacra, categoria principe, parametro irrinunciabile di ogni discorso pedagogico, e quindi politico. Al cuore di ogni riflessione in tal senso, resta la domanda capitiniana: Dobbiamo aiutarlo [il fanciullo] a svilupparsi per far parte di questa umanità-società-realtà, pur nella nostra convinzione che questa umanità-società-realtà non sia accettabile?. La risposta farà da discrimine tra un’educazione che accetterà il reale come naturalmente buono (o legittimamente cattivo) e chiederà ai nuovi nati di adeguarvisi per riprodurlo e un’educazione che sceglierà l’opzione radicale di aggiungere tramutando.