Libri di Gabriella Bianchi

Ecco la poesia come antidoto a questa assenza o perdita di sé. La poesia si fa urlo che infrange le barriere e le paure. È questa la sua forza, la ribellione, l’insurrezione contro il nonsenso. In tanto fragore di guerre, è il canto dell’usignolo: anche se di pioggia o lacrime, è sempre vendere meraviglie invece che armi o ingombranti inutili cose. (dalla prefazione di Angela Chermaddi)

Anni ’80. Margherita, la protagonista, è un medico che dopo anni trascorsi a lavorare in Africa torna in Italia col marito Giorgio e la figlia Matilde. Questa scelta cambia radicalmente la vita con i suoi impegni, ma non la dedizione e la passione per la professione. Successivamente nasce Andrea. La vita trascorre tra famiglia e lavoro, con la scelta di non mettere in secondo piano le relazioni affettive. Non mancano le gioie e le difficoltà che ogni famiglia sperimenta. Vengono inoltre narrate varie storie di pazienti, talora con vena ironica, talaltra con appassionata partecipazione. Importanti sono i ricordi del passato, che hanno il sapore della quotidianità e servono a capire la consapevolezza e la struttura psicologica di Margherita.

Anni '70. La diciannovenne Margherita pedala entusiasta lungo una strada a lei familiare, ma con lo sguardo rivolto al cielo attraversato da un aereo. La sua vita sta per cambiare, la partenza è imminente e il nuovo cammino da intraprendere all'università di medicina l'attende. Non si è mai allontanata dalla piccola provincia che l'ha vista nascere ma presto si abituerà ai ritmi frenetici della grande città. Margherita prende possesso della coloratissima casa in cui vivrà per sei anni e conosce le coinquiline, tra cui la vulcanica Teresa. È questo un periodo di cui sentirà poi una tenera nostalgia e che la prepara ad affrontare l'obiettivo finale: andare in missione in Africa, dare il suo contributo in quella terra difficile ma in grado di imprimersi nel cuore di chi la scopre. In vista della partenza, ora che è diventata un medico, Margherita abbraccia la famiglia che l'ha sostenuta nel suo progetto, consapevole della mancanza che soffrirà per il suo trasferimento. La giovane prende così l'aereo per lo Zambia con un bagaglio pieno di doni per la popolazione locale, pronta a vivere il suo sogno, e una volta atterrata il suo sguardo spazia sugli immensi campi della savana, fino a raggiungere il villaggio di Sichili, preannunciato dal vociare allegro dei bambini. "Miss doctor" conosce i suoi collaboratori e lascia che il suo corpo entri in sintonia con la terra e la gente. La sua nuova avventura ricca di sfide e sfumature è cominciata.

"Un libro avvolgente che, pagina dopo pagina, costruisce uno spazio ovattato e riesce ad allontanare il lettore dal mondo fisico e dal caos materiale. Il protagonista di queste liriche si muove nella foresta della memoria e ha con sé, per compagnia, due figure femminili così amate da impedirgli di perdersi: la madre scomparsa, e ora personificata nella luna, e la moglie, compagna fedele di tutta una vita. Mariucci ci conduce in un mondo da lui costruito con i rossi mattoni della rievocazione, dove sono assenti sia il quotidiano che la città con la sua vita pulsante; inventa un mondo di confine tra quello reale, dove vigila la tenerezza della compagna, e quello di una personale mitologia da lui costruita pezzo dopo pezzo. In questa raccolta poetica dove la realtà è capovolta, dove l'oscurità prevale sulla luce diurna e dove scorre il fiume della vita interiore che esclude la realtà tangibile, Elio Mariucci si ritira e vive nella filigrana della memoria, così forte e intensa da far animare le figure che il poeta evoca, al punto da percepirne la presenza, il respiro e i passi. Elio Mariucci, poeta sciamano, ci rivela la sua conoscenza del linguaggio di un universo che si fonde con il mito, la cui potenza si affianca alla realtà e la sovrasta, e tale rivelazione è percepita come l'essenza stessa di questa incandescente raccolta lirica." (dall'introduzione di Gabriella Bianchi)

Opera vincitrice assoluta del Concorso Faraexcelsior 2014.