Libri di Francesco Saverio Nisio
Lucien Levy-Bruhl. Filosofia, scienze sociali, giustizia
Francesco Saverio Nisio
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2019
pagine: VIII-796
Lucien Lévy-Bruhl (1857-1939), per trent'anni storico della filosofia moderna alla Sorbona e poi infaticabile uomo d'azione nel difendere l'esigenza morale dell'intelligenza dell'altro (all'epoca, il «primitivo») e l'attenzione ad un modo del pensiero, o «mentalità», al contempo concettuale ed affettiva, ha attraversato con perfetta lucidità non pochi ambiti delle scienze umane a cavallo fra Otto e Novecento (antichità classica, storia della filosofia, sociologia, antropologia, politica), imprimendo in ciascuno di essi il segno indelebile di un pensiero singolare ed inconfondibile, e non meno offrendo idee vivissime per l'estensione anche in ambiti ulteriori - tra i quali il giuridico - di prospettive di ricerca filosofica centrate sull'esperienza della «partecipazione». Oltre ad offrire il ritratto intellettuale del percorso molteplice di un filosofo impegnato nell'«aggiungere qualcosa alla conoscenza scientifica della natura umana utilizzando i dati dell'etnologia», in dialogo con Spinoza e Hume; nonché a sottolineare in maniera specifica ed inedita la riflessione sui temi del diritto e della giustizia nell’intera sua opera; il volume ricostruisce, anche, alcuni profili del rapporto che con Lévy-Bruhl hanno intessuto in forma diretta o mediata le culture giuridiche francese ed italiana nella seconda metà del Novecento, attraverso personalità di indubbia centralità ed animate da grande sensibilità antropologico-filosofica come Villey, Carbonnier, Capograssi, Grossi, Costa, Sacco. Corredato da un approfondito apparato bibliografico, il volume include una selezione di documenti di e su Lévy-Bruhl, dei quali alcuni inediti; nonché prime o nuove traduzioni di testi di Gilson, I. Meyerson, M. Blondel, Lévinas, Gurvitch ed altri.
Manoel de Oliveira. Cinema, parola, politica
Francesco Saverio Nisio
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 352
Oliveira accompagna la storia del cinema come un'ombra e al contempo vi contribuisce - a volte la precede, aprendo nuove strade. Nel 1963, sotto la dittatura di Salazar alla quale ha opposto resistenza, è suo il primo film politico portoghese, Acto da Primavera, due anni prima del Vangelo di Pasolini. Oliveira tornerà spesso su temi storici, riflettendo in modo anche critico sulla mitologia politica portoghese: NON ou a Vã Glòria do Mandar ( 1990), Palavra e Utopia (2000), O Quinto Império (2005). Solo a sessantatre anni, con la dittatura in declino, prende avvio per lui una regolare carriera artistico-produttiva: i primi dieci anni vengono dedicati a quattro opere sulla relazione fra i sessi, girate in collaborazione con scrittori portoghesi quali Règio e la Bessa-Luis. Francisco (1981 ) è il film col quale è consacrato all'estero. Il regista è ora invitato regolarmente ai principali festival inanellando un film all'anno. Ha diretto attori del calibro di Mastroianni, Deneuve, Malkovich, Piccoli, oltre ai conterranei Cintra e la splendida Leonor Silveira, "la miglior Bovary di tutti i tempi" in Vale Abrado (1993). Ha reso omaggio a Chaplin nella Lisbon Story di Wenders. Oggi, e da sempre, è il maggior regista portoghese nonché, insieme a Saramago, l'artista del suo paese più conosciuto all'estero. I suoi film soffrono il doppiaggio, il formato televisivo, la disattenzione dello sguardo: cinema da vedere col cuore e da ascoltare con la mente, un passo al di là di Kubrick.