Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Felice Gimondi

Serse Coppi, l'angelo gregario. Fratello di sangue e di vento

Serse Coppi, l'angelo gregario. Fratello di sangue e di vento

Lucio Rizzica

Libro: Libro in brossura

editore: Infinito Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 204

Eu un silenzioso, intimo, speciale rapporto di mutuo soccorso quello che legò Fausto e Serse Coppi anche nel corso della loro storia sportiva. Una naturale e speciale relazione che non si esauriva una volta scesi dai pedali. Serse era per Fausto non solo il fratello minore da istruire ma forse per davvero l'unica persona sulla quale poter fare affidamento anche nel privato. E Fausto per Serse era non solo il fratello campione, ma era sangue del suo sangue, a cui sentiva di dover coprire le spalle per affettuosa devozione e un infinito rispetto fraterno mai sfociato in rivalità o gelosie. Serse voleva molto bene a Fausto e ne desiderava ogni felicità. Serse era il quinto dei fratelli Coppi, il più piccolo. Sembrava la copia esatta di Fausto, tanto si somigliavano. E del Campionissimo era assieme l'angelo e il gregario, soprattutto nelle leggendarie sfide contro un altro indimenticabile fuoriclasse, Gino Bartali. Serse morì per le conseguenze di una brutta caduta, avvenuta infilando una ruota in un binario del tram durante un Giro del Piemonte. Aveva appena ventotto anni. Quel triste giorno di giugno del 1951, mentre Serse spirava, Fausto si aggirava per i corridoi della clinica Sanatrix di Torino come un leone in gabbia. L'Airone aveva gli occhi al cielo trasfigurati dal pianto. Non faceva che ripetersi disperato e a denti stretti: "Aveva ragione mamma... non avremmo mai dovuto correre...". Prefazione di Felice Gimondi, introduzione di Riccardo Magrini e postfazione di Marco Carrea.
14,00

Antonio Pesenti. Una vita da ciclista (1908-1968)

Antonio Pesenti. Una vita da ciclista (1908-1968)

Ildo Serantoni

Libro

editore: Bolis

anno edizione: 2019

Se Bergamo e la sua provincia è stata da sempre terra di eccellenza ciclistica, un po’ di questa fama la si deve ad Antonio Pesenti, primo corridore bergamasco di una lunga e fortunata serie a vincere un Giro d’Italia. Accadde nel 1932, quando il ventiquattrenne “Tone” ebbe la meglio su un agguerrito lotto di concorrenti tra i quali colui che in quegli anni pareva invincibile: il grande Alfredo Binda. Il successo di Pesenti nasce e si afferma in un contesto di grande valore sportivo all’interno del quale spiccano le qualità atletiche e caratteriali del tenacissimo corridore di Zogno. A fine carriera, Pesenti apre un negozio di biciclette a Bergamo e avvia un’attività artigianale e commerciale che diventa eredità familiare e che è tuttora viva e attiva. A cinquant’anni dalla scomparsa del campione (1968), la ben nota penna di Ildo Serantoni, grande cantore dello sport bergamasco, celebra la figura di uomo e di atleta di Antonio Pesenti e di una famiglia da generazioni legata alla passione per la bicicletta. Un album fotografico di famiglia, commentato da Mauro Perletti, bisnipote per parte di madre, di Antonio Pesenti, completa il volume. Lo arricchisce una prefazione di Felice Gimondi.
14,00

Da me in poi

Da me in poi

Felice Gimondi, Maurizio Evangelista

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori Electa

anno edizione: 2016

pagine: 224

La leggenda sportiva di Gimondi non è impolverata dal tempo, il suo modo genuino di sfidare la vita è qualcosa che affascina ancora oggi. L'autorevolezza del campione si scioglie nella saggezza dell'uomo che ha sperimentato trionfi e cadute. Gimondi ha scalato tutte le montagne più terribili ma ha dovuto spesso arretrare davanti a un uomo in carne e ossa come lui. Fiammingo, insaziabile fino alla bulimia da successo: Eddy Merckx, il fenomeno più straordinario che questo sport abbia mai prodotto. A queste pagine Gimondi non ha affidato solo il racconto delle sue imprese, che sono grandi sia da vincente sia da sconfitto. Ha riletto la storia del ciclismo del dopoguerra con la sapienza di un ultrasettantenne pieno di ricordi e di ironia. Per quanto le sue analisi siano taglienti, i giudizi netti, le parole di Felice non esondano mai nell'arroganza: la modestia, eredità della sua sana cultura contadina, non gli impedisce di essere autorevole. Ancora oggi marito, padre e nonno appagato dai suoi successi, dagli affetti e da tutto quello che ha saputo costruire in una vita senza capricci - quando parla di Merckx dice "quello lì", come se volesse mantenere le distanze. E invece lui a Eddy vuole bene, ed è ricambiato; ogni tanto i due si vedono a fanno lunghe telefonate come vecchi amici. I rimpianti resteranno, ma sono nulla rispetto alla consapevolezza di aver segnato un'epoca, spartiacque tra il ciclismo degli eroi e quello dei marziani. Da lui in poi, è stata tutta un'altra storia.
16,90

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.