Libri di Federico Mazzocchi
Venticinque poesie
Dylan Thomas
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2025
pagine: 176
Nel 1936, a soli due anni di distanza dal libro d’esordio, “18 Poesie”, Dylan Thomas pubblica la sua seconda raccolta, “Venticinque Poesie”: ancora un titolo estremamente sobrio – col numero dei componimenti ora svolto in lettere anziché in cifre – quasi a rivendicare un’autonomia di ispirazione tutta interna alle poesie stesse e al loro musicalissimo linguaggio. Le due raccolte sono figlie di uno stesso arco di tempo; in molti casi, i testi che le compongono sono attinti dai quaderni che il poeta andava compilando sin dalla gioventù: quattro dall’aprile del 1930 all’aprile del 1934, più un quinto, da poco ritrovato, che arriva fino all’agosto del 1935. Basti pensare che, delle venticinque poesie di questa seconda raccolta, ben diciannove sono coeve o antecedenti all’opera d’esordio. Tra tutte, spicca però una delle più recenti, la conclusiva “Verso l’altare, sotto la luce del gufo”, autentica impresa letteraria che testimonia l’ardire dell’immaginazione poetica di Thomas in questi anni. Si tratta di una sequenza di dieci sonetti, legati tra loro da un’unica narrazione, ma dotati di piena autonomia; non a caso il poeta chiese all’editore di impaginarli separatamente, volontà che non fu accolta e che viene qui ripristinata. Al di là di tali aspetti, le “Venticinque Poesie” rappresentano un tassello fondamentale per accedere, nella sua organica interezza, al mondo poetico di Dylan Thomas: uno dei più complessi dell’intero Novecento, ma la cui oscurità non vuole mai essere programmatica. Come scrive Federico Mazzocchi nella sua prefazione, infatti, per comprendere e amare nel modo più giusto le poesie di questo grande poeta bisogna partire proprio dalla loro «forte coesione interna, dalla coincidenza assoluta tra ragioni formali e di poetica; bisogna lasciarsi alle spalle le categorie di semplicità e oscurità intese come effetti ricercati, e accettare di leggere i componimenti secondo i loro stessi principi».
18 poesie- 18 poems
Dylan Thomas
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2025
pagine: 144
«...18 poesie consente di circoscrivere un preciso momento nell’elaborazione stilistica di Thomas (…) È da quel momento che Thomas inizia a elaborare la sua peculiare “poetica del processo”, secondo l’ormai nota definizione del critico Ralph Maud, che ne mutuò il nome dalla poesia Un processo nel clima del cuore, inclusa in 18 Poesie. Tale poetica si fonda, da un lato, su una precisa visione della natura, dell’uomo e dei processi vitali; dall’altro, su una stringente resa formale che ne veicola il senso profondo. Per Thomas l’universo è caratterizzato da una sostanziale unità, che si attua e si manifesta nei continui processi di mutamento che investono tutti i suoi elementi, e a cui presiedono le due forze simultanee di creazione e distruzione. I contrari convivono, riunificati nell’esperienza ed espressi dalle immagini poetiche giustapposte e polarizzate… Da qui deriva anche la nuova e radicale compressione formale di queste poesie, unita all’utilizzo sistematico della strofa regolare e della rima. All’uscita di 18 Poesie questo aspetto non fu compreso e la critica fu semmai abbagliata dal caleidoscopio di immagini visionarie esibito nelle poesie. È un equivoco che ha tenuto lungamente in scacco Thomas – l’idea semplificatoria e falsa di una poesia delirante, nella migliore delle ipotesi associata agli automatismi psichici del surrealismo, nella peggiore a pretestuose derivazioni biografiche – e che ha adombrato la lucidissima e per niente allucinata elaborazione formale che rende le sue poesie così dense e impenetrabili. Si tratta invece del tentativo ad altissima intensità di serrare in unità linguistica gli opposti, di articolare la loro inconciliabilità logica entro argini ritmici e metrici, di tener dietro al processo di metamorfosi verbale attraverso una sintassi spezzata, che salta i passaggi logici intermedi e frantuma le categorie grammaticali…» (Dalla prefazione di Federico Mazzocchi)
La mappa dell'amore. Poesie e prose. Ediz. italiana e inglese
Dylan Thomas
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 176
Terza raccolta di Dylan Thomas, dopo “18 Poems” (1934) e “Twenty-Five Poems” (1936), “La mappa dell’amore” venne pubblicata nel 1939, proprio a ridosso dello scoppio della guerra. Il suo sottotitolo, “Verse and Prose”, specifica subito che non si tratta, come per le precedenti, di un libro di sola poesia; in realtà, la raccolta comprende sedici poesie e sette racconti, costituendo così anche il primo libro di prose del grande poeta gallese. D’altra parte, e questa raccolta ne è una testimonianza, non si deve accentuare troppo la distinzione, pur ben visibile, tra prosa e poesia: grande affabulatore, Dylan Thomas non rinuncia mai all’intensità della sua scrittura, quel suo «chiedere troppo alle parole» – come egli stesso ebbe a dire – che da sempre costituisce uno dei motivi di maggior fascino, ma anche di maggior mistero, della sua opera poetica. Nelle prose assistiamo a un’analoga «compressione» (ancora Thomas), anche se forse è proprio partendo da queste ultime che il poeta arriva a rimodulare la sua stessa poesia, nel senso di una maggiore adesione a una realtà, a un «flusso vitale» di cui anche la lingua non è più monarca assoluta. E in questo suo nuovo approdo nel mondo, l’opera di Thomas inizia ad “aprirsi”, persino a “schiarirsi”. Come scrive Federico Mazzocchi nella prefazione che accompagna questa sua prima traduzione integrale italiana di “The Map of Love”, «Thomas non rifiutava un contatto col mondo e con gli altri, e così come è un luogo comune che la sua poesia sia delirante – quando è semmai vero l’opposto: che la forma la contiene tutta nel suo solco, in un gioco di immagini orchestrato sino al minimo dettaglio –, allo stesso modo la presenza del mondo è accolta senza distinzioni gerarchiche, senza contrapposizioni tra macrocosmo e microcosmo, tra storia ufficiale e privata».
Vecchio Bloomsbury
Virginia Woolf
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 144
In seno al Bloomsbury Group – il circolo di intellettuali, scrittori e artisti che si era costituito nei primi anni del Novecento e che aveva tra i suoi protagonisti Virginia Woolf – il Memoir Club, che venne inaugurato nel marzo del 1920, aveva in primo luogo lo scopo di riunire i membri del gruppo, dopo la dispersione dovuta ai drammatici effetti della Prima guerra mondiale. Protagonisti di questi raduni erano dunque gli stessi rappresentanti del Bloomsbury: oltre a Virginia Woolf, il marito Leonard, e poi la sorella Vanessa con il marito Clive Bell, e ancora Desmond e Molly MacCarthy, John Maynard Keynes, Edward Morgan Forster, Roger Fry, Duncan Grant, Lytton Strachey. Nell’ambito di questi incontri, venivano lette ad alta voce delle “memorie”, e quattro furono quelle di Virginia Woolf, che vengono raccolte integralmente per la prima volta in questo volume. Sono testi di grande fascino, che ci offrono l’immagine viva di quell’epoca e di quel gruppo inimitabile di amici, permettendoci anche di gustare ancora una volta la grandezza della Woolf saggista e memorialista. Queste quattro “memorie” della Woolf coprono un arco di tempo che va dal 1921 al 1940; se le prime due, “22 Hyde Park Gate” e “Vecchio Bloomsbury”, sono bellissimi affreschi della vita della famiglia Stephen (questo il cognome di Virginia prima delle nozze con Leonard Woolf) – con il passaggio dalla casa natale in Hyde Park Gate al quartiere di Bloomsbury – la terza e la quarta hanno carattere differente: “Sono una snob?” è l’autoironica riflessione sulla natura dello snobismo, un’altra chiave per leggere l’ambiente del Bloomsbury Group; mentre “La beffa della Dreadnought”, qui per la prima volta tradotta in italiano, è la divertentissima ricostruzione dell’incredibile scherzo giocato da un gruppo di amici (tra i quali la stessa Virginia) ai danni della Royal Navy britannica. Ma anche in questo caso, come scrive Federico Mazzocchi nella prefazione, «Virginia Woolf non ci mostra soltanto le peripezie dello scherzo, ma anche le reazioni di parenti e conoscenti, facendoci tornare a quel clima di scandalo e sbigottimento che permeava il Vecchio Bloomsbury».
La ragazza boema. Quattro racconti
Willa Cather
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 160
Con il titolo di uno di essi, "La ragazza boema", questo volume riunisce quattro racconti che ci offrono la dimensione più autentica della scrittura di Willa Cather, da sempre considerata uno dei grandi classici della letteratura americana. Come l'autrice, trasferitasi nell'infanzia dalla Virginia al Nebraska, terra di passaggio di pionieri e cercatori di fortuna, i protagonisti di queste brevi narrazioni sono divisi tra l'accettazione serena della propria realtà e il desiderio di partire lasciandosi ogni cosa alle spalle, alla ricerca di un evento o di una prospettiva che possa accendere improvvisamente le loro esistenze. In questo, "La ragazza boema" (1912) anticipa felicemente gli esiti di uno dei massimi romanzi della Cather, "La mia Antonia" (1918); e senza dubbio la sua protagonista, Clara Vavrika, rappresenta uno dei personaggi femminili più riusciti, non solo tra le opere della Cather, ma dell'intera letteratura americana di inizio Novecento. Quell'evento inaspettato, capace di aprire una diversa prospettiva di vita, può arrivare anche dall'arte o dalla musica, ed è questo il tema che accomuna altri due racconti qui riuniti, entrambi del 1905, "Il matrimonio di Fedra" e "La casetta nel giardino". In "Doppio compleanno" (1929), che conclude questa nostra raccolta, è invece la nostalgia del passato a trasformarsi in momento di riscatto per un futuro diverso. Willa Cather, con la maestria di uno stile sapiente, attentissimo al dettaglio psicologico, tratteggia in tutti questi suoi personaggi, dal temperamento libero e forte, il desiderio di essere padroni del proprio destino.
Sherlock Holmes e il diadema di diamanti
Arthur Conan Doyle
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 128
Sherlock Holmes, il celebre detective nato dalla penna del medico scozzese Arthur Conan Doyle (1859-1930), si trova qui alle prese con tre delle sue più famose indagini; e ancora una volta è il suo inseparabile compagno, il dottor Watson, a fornircene il puntuale resoconto. Sherlock Holmes dimostra anche qui, come sempre, il suo inimitabile genio investigativo; e se nel racconto che dà il titolo al nostro volume, “L’avventura del diadema di diamanti”, lo vediamo alle prese con un’intricatissima storia d’amore e… di arte del furto, ne “I cinque semi d’arancio” eccolo fronteggiare nientemeno che la famigerata organizzazione razzista del Ku Klux Klan. Conclude il volume “L’avventura del carbonchio azzurro”, nella quale Sherlock Holmes deve dare sfoggio di tutta la sua abilità deduttiva nella ricerca di una rarissima pietra preziosa rubata a una misteriosa contessa.
Sherlock Holmes e il mistero di Boscombe Valley
Arthur Conan Doyle
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 128
“L’avventura della banda maculata”, “La Lega dei Capelli Rossi”, “Il mistero di Boscombe Valley”: altri tre magnifici racconti (basti ricordare che i primi due si sono classificati rispettivamente al primo e al secondo posto in un sondaggio che intendeva decretare i migliori racconti con protagonista Sherlock Holmes) scaturiti dalla fantasia del medico scozzese Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 1859 – Crowborough, 1930). Il celebre detective si trova qui alle prese con tre casi particolarmente intricati, che solo grazie alla sua straordinaria perizia e alla sua maniacale attenzione anche al dettaglio più minuto e apparentemente irrilevante potranno essere condotti a soluzione. Tra fosche vicende di omicidi e ricatti, sconvolgenti misteri familiari, spericolati tentativi di furto, Sherlock Holmes e il suo fido assistente nonché amico – il dottor Watson, che narra in prima persona queste avventure – daranno ancora una volta scacco al crimine.
Tre avventure di Sherlock Holmes
Arthur Conan Doyle
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2021
pagine: 128
La fortuna del medico scozzese Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 1859 – Crowborough, 1930) è indissolubilmente legata al personaggio di Sherlock Holmes, il detective più celebre del mondo, campione indiscusso del cosiddetto “metodo deduttivo”, e a quello del suo inseparabile compagno di indagini, il dottor Watson, protagonisti non solo di diversi suoi romanzi e racconti, ma di numerose, popolarissime trasposizioni cinematografiche e televisive. Conan Doyle, del resto, è scrittore di razza, e un vero maestro dell’intreccio, tanto nei romanzi più lunghi, come “Uno studio in rosso” (1887) e “Il mastino dei Baskerville” (1902), quanto nei racconti, capaci anch’essi di tenere avvinti i lettori fino all’ultimo respiro. Tra questi, spiccano senza dubbio quelli raccolti ne “Le avventure di Sherlock Holmes” (1892), di cui i tre qui riuniti, che proponiamo in nuova traduzione, fanno parte: “Uno scandalo in Boemia”, “L’avventura del pollice dell’ingegnere” e “L’avventura dei Faggi Rossi”.
Il giovane ricco
Francis Scott Fitzgerald
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2019
pagine: 80
Emblematico forse più di ogni altro racconto dello stile e della ispirazione di Francis Scott Fitzgerald, "Il giovane ricco" fu scritto a metà degli anni Venti a Parigi, dove lo scrittore e la moglie Zelda condividevano con diversi altri americani come Gertrude Stein, John Dos Passos, Henry Miller, Ezra Pound, e soprattutto Ernest Hemingway, la vita della cosiddetta "Generazione Perduta". E proprio Hemingway, nelle bellissime pagine dedicate all'"amico Scott" in "Festa mobile", ricordando la crisi creativa che aveva colpito il grande narratore dei "roaring twenties" dopo l'iniziale insuccesso de "Il grande Gatsby" e prima del ritorno alla grande creatività di "Tenera è la notte", scriveva: «... In tutto questo tempo scrisse un solo racconto veramente bello: Il giovane ricco...».
Poems for Sarra-Poesie per Sara
Meena Alexander, Rita Dove, Esther Schor
Libro: Libro in brossura
editore: Damocle
anno edizione: 2018
pagine: 156
Sara Copio Sullam visse, studiò e creò nel Ghetto di Venezia agli inizi del Seicento. Quattro secoli più tardi, tre celebri poetesse - Meena Alexander, Rita Dove, Esther Schor - hanno rivisitato la sua vita e le sue opere, vivendo a Venezia ed esplorando il Ghetto. Questo è il loro omaggio in poesia a una donna ebrea che sfidò con la sua arte ed il suo orgoglio le convenzioni del suo tempo e luogo.
Dopo l'inverno e altri racconti indediti
Kate Chopin
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 155
Introdotti da una breve riflessione dell'autrice, “Dopo l'inverno” raccoglie una serie di racconti che vengono per la prima volta tradotti in italiano. Si tratta di storie esemplari del mondo di questa grande scrittrice, nelle quali i lettori potranno ritrovare i suoi temi principali, in particolare le difficoltà nei rapporti tra i sessi, il nuovo senso di ribellione e autonomia delle donne, e, insieme, i problemi connessi alla questione razziale, in quella Louisiana creola che faticava ancor più di altri Stati americani a riconoscere il processo di integrazione dei neri avviato dopo la Guerra Civile. Ancora una volta questi racconti mostrano come la lontana e "piccola" Louisiana di Kate Chopin si allarghi fino a costituire un campionario di personaggi e di situazioni che restano ancora oggi all'ordine del giorno, e in nessun modo confinate a quello spicchio di mondo, come l'attualità della nostra Europa continua a insegnarci, spesso purtroppo tragicamente.

