Libri di Donato Bosca
La scuola dimenticata. La qualità del fare scuola ieri e oggi: figure esemplari, finzioni e storture
Libro: Libro in brossura
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2019
pagine: 280
"Decine di insegnanti, in prevalenza maestre, centinaia di alunni, ricordi, testimonianze, memorie. In questo nuovo libro Donato Bosca e gli arvangisti impegnati a mantenere vive le storie scolastiche più variegate tornano protagonisti. Intorno a loro le voci del territorio, i documenti, le immagini e tante scolaresche in posa nelle situazioni più interessanti. Dal sapiente impasto di tanti ingredienti nasce questo libro, un volume dalle tante facce. Una lettura da consigliare per incontrare vicende realmente accadute e inattesi colpi di scena. Ci auguriamo che dalle notizie e dalle riflessioni si possano aprire nuove prospettive per gli studenti e i loro insegnanti, coinvolgendo le famiglie".
Sparata degli sposi. Il miele bisogna farlo durare. Storie di matrimoni
Donato Bosca
Libro
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2017
Masche. Voci luoghi personaggi di un Piemonte altro. Attraverso richerche racconti e testimonianze autentiche
Donato Bosca
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2012
pagine: 240
Donne cariche d'anni, con un volto sgradevole e ripugnante, la pelle ruvida e molto scura, che all'improvviso si fa pallida, cadaverica, la fronte bassa, stretta e solcata da mille rughe, gli occhi velati, messi per storto nelle orbite e la voce roca, tremula, a volte impercettibile. Nella coscienza popolare la paura della donna masca, dotata di magici e malvagi poteri persiste, anche se affievolita. Attraverso l'immagine-icona che ci è stata tramandata, superstizioni, pregiudizi, scaramanzie sono ancora largamente diffusi ai nostri giorni, più o meno tollerati e condivisi dalla mentalità comune, apparentemente inoffensivi. Donato Bosca di queste tradizioni popolari piemontesi è stato, in questi ultimi trent'anni, studioso puntuale e appassionato. Promuovendo indagini che hanno coinvolto centinaia di anziani e di alunni della scuola dell'obbligo, ha dato impulso ad una "rivincita" culturale che consente oggi di riconoscere alle masche il ruolo di vittime più o meno inconsapevoli di una psicosi rimasta radicata nel corso dei secoli. Caricature e parodie cui le masche sono oggi destinate dal teatro e dalle strategie di rinascita del "territorio" dimostrano che, con il suo singolare e irripetibile percorso di ricerca, l'autore ha fatto emergere dal sottosuolo della memoria collettiva fonti orali e documenti ufficiali che erano indispensabili per arrivare a comprendere la complessità del fenomeno culturale legato a queste credenze.
Colla stessa mano che son ferito... La parola scritta delle classi subalterne in Piemonte tra inizio e metà Novecento
Donato Bosca
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2009
pagine: 208
Scrivere da soldato con la mano ferita o da emigrante in lingua italiana senza mai averla studiata a scuola. Da ragazza che fa il filo ai compaesani sotto naja o da innamorata per fare entrare nel proprio sogno d'amore la persona che a quel sogno sembra estranea. Da mezzadro per scongiurare un San Martino punitivo che sbatte in mezzo alla strada la famiglia numerosa o da fratelli che devono dividersi case e terreni e non si fidano uno dell'altro. Da donna infelice per protesta contro il matrimonio sbagliato che rende la vita una galera o per rabbia di fronte a un esercito invasore che crede di comandare a casa d'altri. Scrivere al medico condotto del paese che gena la povera gente o al sindaco raccontando di aver fatto fortuna nella Merica lontana. Scrivere stando in città col rimpianto della campagna o dal proprio cascinale lamentando che la siccità distrugge il raccolto e che bisogna andare via «dalle terre schifose». Modi diversi di scrivere facendo economia di parole, per stare aggrappati alla vita e non cadere nel silenzio alimentato dalla solitudine e dal distacco. I
Le passioni basse non portano in paradiso. Balli, ciabre, donne, peccati e uomini di Chiesa
Donato Bosca
Libro: Libro in brossura
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2008
pagine: 206
Eravamo tutti contadini. Soldati di Langa e Roero alla grande guerra 1915-1918
Donato Bosca
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2006
pagine: 160
Le langhe della memoria. Un racconto fuori dal mito con testimonianze, voci e tracce ritrovate negli archivi famigliari
Donato Bosca
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2000
pagine: 240
Meghi. La staffetta delle Langhe libere
Giovanna Zanirato, Donato Bosca
Libro
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2016
pagine: 112
Il coraggio è il primo ingrediente della poliedrica umanità di Meghi. Sostenuta da questa sua straordinaria forza d'animo ha saputo affrontare ogni tipo di avversità, a muso duro anche di fronte ai fascisti che la volevano fucilare. La seconda dote che ne fa un personaggio amato da un'infinità di persone è la semplicità, la serenità.
Partivamo per la Merica. Storie di emigrazione piemontese
Donato Bosca
Libro: Copertina rigida
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2015
pagine: 272
A fine Ottocento e inizio Novecento andare in Merica voleva dire emigrare all'estero, in Costa Azzurra o in terre lontane come l'Australia, ovunque ci fosse lavoro e possibilità di fare fortuna. Poi, col tempo, la parola Merica è servita soprattutto per indicare l'Argentina. Al primo censimento del 1869 gli abitanti dell'Argentina erano già un milione e ottocentomila, ma questa cifra era destinata a quintuplicarsi nei cinquant'anni di maggior flusso. Nel 1914 infatti contava 8 milioni di residenti. L'espansione economica e il richiamo ai parenti lontani di chi aveva trovato lavoro, fecero arrivare in Argentina 6 milioni di immigrati; i Piemontesi erano la maggioranza e riuscivano a imporre il loro dialetto persino ai pochi autoctoni argentini. Donato Bosca è stato uno dei primi scrittori piemontesi a dare voce a questi emigranti senza volto, quasi tutti contadini. Questo libro spalanca le porte a un fiume gonfio di memoria, un'epopea della povertà, complessa e ramificata, che ha registrato poche vittorie e ripetute sconfitte. La Merica di cui scrive Donato Bosca ha tradito troppo spesso la speranza. Un'esperienza di andate e di ritorni, di anelli mancanti alla catena del ricordo, una catena di storie vere che raccontano l'esilio e le radici, tutto il sangue di un "seugn" o di un "sueño" di riscatto.
Masca ghigna fàussa. Il mistero delle streghe piemontesi dalla veglia contadina all'analisi sociologica
Donato Bosca
Libro: Copertina rigida
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2014
pagine: 192
Non c'è insulto peggiore in Piemonte, o accusa più pesante, dell'esplicita denuncia di falsità indirizzata ad una persona. Considerare un individuo falso come l'anima di Giuda, diventato nella storia della redenzione simbolo del tradimento, della falsità, della doppiezza e dell'ipocrisia, mettendo in forte contrasto la differenza fra l'atteggiamento esterno e il sentire interiore, suona come una condanna senza appello. Nella parlata piemontese persino l'acqua del bial (ruscello) viene indicata come ingannevole, figuriamoci le masche, percepite come ghigne fàusse per eccellenza. Masche e streghe, dominate in perpetuo dalle suggestioni e dalle istigazioni del Maligno, hanno come caratteristica essenziale la facoltà di essere beffarde, occultandosi, assumendo le sembianze di animali in apparenza innocui e utili all'uomo, tenendo, come si dice oggi, un profilo basso, salvo poi procurare a chi non sta alla larga dolori, tribolazioni e sofferenza. La masca, in buona sostanza, è temibile e pericolosa perché, con l'aiuto del Libro del Comando, sa contrabbandare il dato esterno dell'apparenza e nasconde dietro la maschera dell'evidenza rassicurante la cattiveria creduta propria delle creature infernali.
Gente di Langhe
Donato Bosca
Libro: Copertina morbida
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2014
pagine: 336
La Langa attraverso i suoi protagonisti, da Fenoglio a Gallizio, da Gaja ad Agnelli, da Sacerdote a Balbo, narrati da loro stessi o da gente di Langa che li ha conosciuti, intervistati, amati. Ma anche le colline dei personaggi meno noti, che con il loro lavoro, con la passione del vivere, hanno modellato e creato il paesaggio delle vigne e della storia.