Libri di Barbara Chitussi
La consolazione di Filosofia. Testo latino a fronte
Severino Boezio
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 336
Il principale testo di giuntura fra il mondo antico e la cultura medievale. «Un’alternanza di prosa e versi che si autocommenta, una girandola di richiami interni, questo sembra il lascito di Boezio a Dante e ai Canti orfici di Dino Campana, a Petrarca e al Tolkien de Il Signore degli anelli, così come forse a Baudelaire e a Rimbaud. E questi sono i motivi per cui leggiamo oggi volentieri la Consolatio: per quell’insieme di cultura antica e fede nuova, di pensiero alto e quasi lacrimevole poesia che così si addice ai nostri tempi» (Maria Bettetini). Con l'introduzione di Maria Bettetini e le note di Giovanni Catapano.
Lo spettacolo di sé. Filosofia della doppia personalità
Barbara Chitussi
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2018
pagine: 298
Nella seconda metà dell'Ottocento vengono registrati straordinari casi di "sdoppiamento della personalità": dopo un breve sonno, le pazienti di Azam, Galicier, Janet si risvegliano con un carattere, un modo di fare, dei ricordi e persino un nome completamente diversi. Più vivaci e felici di quanto non fossero nella loro prima esistenza, queste "altre" animano delle biografie romanzesche e avventurose, insieme reali e immaginarie, vivono fra noi e in epoche e mondi lontani, sono attrici e spettatrici delle proprie messe in scena. Agli psicologi, ai filosofi e agli scrittori che decretano i successi di una patologia singolare, la personalità appare intanto sotto un aspetto inedito ma anche molto antico, cioè come una maschera o un personaggio. Ricostruendo un momento saliente della storia del soggetto moderno, Barbara Chitussi restituisce al paradigma della personalità-maschera la sua urgente attualità e vi scopre la chiave di un'etica, una modalità della conoscenza di sé.
Wittgenstein e i limiti del linguaggio
Pierre Hadot
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 144
Un'arte di vivere, un esercizio spirituale: ecco, secondo Pierre Hadot, la vocazione del pensiero antico. Dalla sua finalità eminentemente pratica avrebbe poi preso le distanze la svolta teoretica della modernità, posta sotto il dominio dell'astrazione concettuale. Su questa visione di Hadot, che ha contribuito come poche altre a reinterpretare le grandi scuole filosofiche dell'antichità, ebbe influenza una figura lontanissima dal suo ambito disciplinare, con cui qui si salda il debito. Negli anni cinquanta del Novecento, assorbito dallo studio del tardo neoplatonismo, Hadot incontra la filosofia del linguaggio di un contemporaneo pressoché sconosciuto in Francia, Ludwig Wittgenstein, e vi scopre una impensata affinità con l'esegesi che egli va compiendo dei testi mistici. Il logico e il mistico, il dicibile e l'indicibile reclamano dei regimi distintivi, sia per Hadot sia per Wittgenstein. E in entrambi la riflessione sui limiti del linguaggio si associa a una concezione della filosofia orientata alla forma di vita, non alla pura dottrina. Nei due capolavori di Wittgenstein, il Tractatus logico-philosophicus e le Ricerche filosofiche, tradizionalmente contrapposti, Hadot vede infatti all'opera il tentativo della filosofia – «malattia del linguaggio» – di procedere a un'autoterapia, ossia di guarire da se stessa. Dai discorsi filosofici occorre risalire alla forma di vita che li generati. «È in quest'ottica che ho cominciato a parlare di esercizi spirituali … per designare un'attività, quasi sempre di ordine discorsivo, sia razionale o immaginativa, destinata a modificare in sé e negli altri il modo di vivere o di vedere il mondo».