Libri di Ausilio Priuli
Segni come parole. Il linguaggio perduto
Ausilio Priuli
Libro: Libro rilegato
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2019
pagine: 216
Nell'ambito delle diverse culture preistoriche e protostoriche che hanno prodotto cultura figurativa, gli iconogrammi e ideogrammi condivisi dalla comunità culturale o dal gruppo sociale erano di tipo convenzionale, cioè di comune conoscenza ed uso e al contempo analogici, cioè capaci di evocare relazioni tra il concetto, l'oggetto concreto, l'evento, il mito e la loro rappresentazione. Le opere incise, scolpite, intagliate, plasmate, graffite e dipinte scoperte oramai in tutto il mondo e oggetto in questi ultimi cento anni di analisi - sovente da noi erroneamente definite artistiche in realtà, per coloro che le hanno realizzate, sono «storia sacra» e meta-linguaggio. I segni, che forse per comodità spesso definiamo simboli, sono infiniti e sono il frutto della sottigliezza metafisica del linguaggio e della sua struttura articolata. Ma i simboli non sono dei semplici «segni» in quanto quei «segni» sono significanti di significati, cioè sono la materializzazione grafica di concetti, idee, sentimenti, emozioni, conoscenze, concezioni del mondo materiale e soprannaturale, sintesi grafica di storie umane, di eroi, di miti e di dèi, quindi sono carichi di contenuti che in genere ci sfuggono in quanto espressioni linguistiche di comunicazione di culture molto lontane dalla nostra e delle quali non conosciamo più i codici di lettura. I simboli sono la concretizzazio-ne grafica di atti di fede: linguaggio palese per coloro che li usano e che li conoscono; linguaggio ermetico e inspiegabile per coloro che li osservano senza conoscerne la genesi, i contenuti dei quali sono intrisi, la storia che li ha prodotti e i processi intellettuali dei quali sono il frutto, in sintesi la semantica. Ogni epoca e ogni cultura sono depositari di un loro patrimonio iconografico e simbolico - un linguaggio - che, in alcuni casi e limitatamente ad alcuni simboli non si è perduto ma si è conservato anche nelle epoche successive.
Segni come parole. Il linguaggio perduto
Ausilio Priuli
Libro: Copertina rigida
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2013
pagine: 215
Nell'ambito delle diverse culture preistoriche e protostoriche che hanno prodotto cultura figurativa, gli iconogrammi e ideogrammi condivisi dalla comunità culturale o dal gruppo sociale erano di tipo convenzionale, cioè di comune conoscenza ed uso e al contempo analogici, cioè capaci di evocare relazioni tra il concetto, l'oggetto concreto, l'evento, il mito e la loro rappresentazione. Le opere incise, scolpite, intagliate, plasmate, graffite e dipinte scoperte oramai in tutto il mondo e oggetto in questi ultimi cento anni di analisi - sovente da noi erroneamente definite artistiche -in realtà, per coloro che le hanno realizzate, sono "storia sacra" e meta-linguaggio. I segni, che forse per comodità spesso definiamo simboli, sono infiniti e sono il frutto della sottigliezza metafisica del linguaggio e della sua struttura articolata. Ma i simboli non sono dei semplici "segni" in quanto quei "segni" sono significanti di significati, cioè sono la materializzazione grafica di concetti, idee, sentimenti, emozioni, conoscenze, concezioni del mondo materiale e soprannaturale, sintesi grafica di storie umane, di eroi, di miti e di dei, quindi sono carichi di contenuti che in genere ci sfuggono in quanto espressioni linguistiche di comunicazione di culture molto lontane dalla nostra e delle quali non conosciamo più i codici di lettura.
Il linguaggio della preistoria. L'arte preistorica in Italia
Ausilio Priuli
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2005
pagine: 320
Da oltre un secolo molti studiosi ricercatori, cultori e appassionati si occupano della ricerca e dello studio degli infiniti segni lasciati dall'uomo in grotte, ripari e sulle rocce alpine levigate dai ghiacciai. Ogni giorno si aggiunge un nuovo tassello, una nuova scoperta ed il panorama sulla produzione paleoiconografica italiana si estende sempre di più, permettendo di conoscere sempre meglio l'uomo del quale è espressione. La trattazione tocca tanti angoli remoti del nostro paese e descrive alcuni dei più importanti complessi di arte rupestre e parietale dipinti o incisi; approfondisce la conoscenza di alcuni monumenti e delle più semplici manifestazioni dell'uomo che dalla preistoria paleolitica si sono mantenute nella tradizione incisoria.
Incisioni rupestri e megalitismo nel Verbano, Cusio, Ossola
Fabio Copiatti, Alberto De Giuli, Ausilio Priuli
Libro
editore: Grossi
anno edizione: 2003
pagine: 152
Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria
Ausilio Priuli, Italo Pucci
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 1994
pagine: 160
Il monastero di San Salvatore a Capo di Ponte
Ausilio Priuli
Libro
editore: Sardini
anno edizione: 1985
pagine: 32
Incisioni rupestri della Val Camonica
Ausilio Priuli
Libro
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2006
pagine: 132
Ötzi. L'uomo venuto dal ghiaccio
Ausilio Priuli
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2004
pagine: 173
Ötzi, l'uomo di Similaun la cui mummia è stata custodita per 5000 anni nei ghiacci dell'Alto Adige, viene fatto rivivere dall'autore secondo gli stili di vita, i costumi ed i legami sociali della sua epoca. L'esistenza ai tempi dell'età del rame era aspra, severa e precaria ma le problematiche che l'Uomo si trovava ad affrontare erano spesso simili a quelle di oggi. La conquista di ogni successo passava attraverso il potere della conoscenza. Saper lavorare il rame poteva fare la differenza tra il vivere o il morire. Le modalità per governare la tecnica si spaccano di fronte al bivio tra la custodia segreta e la condivisione, l'acquisizione consapevole e la rapacità incontrollata. Ötzi, riemergendo dal ghiaccio, ci racconta la sua avventura, che è anche la nostra.