Libri di Aurelio Scaccia
Gocce d'ambra
Aurelio Scaccia
Libro
editore: Youcanprint
anno edizione: 2021
pagine: 142
"Gocce d'ambra, gocce di poesia, stille di parole sospese tra realtà e sogno, che si mescolano, interagiscono, pervasi da un forte senso di infinito che ci comprende e ci illude facendo credere infiniti anche noi." (Franco Spena)
Riflessi di paglia
Aurelio Scaccia
Libro: Copertina morbida
editore: ilmiolibro self publishing
anno edizione: 2018
pagine: 108
Farine: tentazioni e suoni
Aurelio Scaccia
Libro: Copertina morbida
editore: Gruppo Albatros Il Filo
anno edizione: 2010
pagine: 126
"In "Farine: tentazioni e suoni", silloge che raccoglie scritti realizzati tra 2008 e 2009, Scaccia dà forma all'anima più profonda della poesia, a quella funzione di disvelamento dell'essenza ultima delle cose, attraverso un uso quasi esoterico della parola. Già affermato pittore, l'autore crea sulla carta inedite associazioni di immagini, attingendo con totale libertà a una collezione di citazioni tra laicismo e religiosità, ma ancor di più scavando nella propria fantasia e in un repertorio visivo di tipo onirico. Ma che cosa sono le farine? Sono i versi, quei versi che vogliono essere quasi impalpabili, "lievi / come ali di farfalle / mosse dallo spirito del vento." Sta al lettore trasformare quella materia prima in cibo, aggiungendovi il "lievito" della propria interpretazione e capacità d'immaginazione." (dalla prefazione)
Versi intorti
Aurelio Scaccia
Libro: Libro in brossura
editore: EBS Print
anno edizione: 2023
pagine: 102
Sono parole... vissute, interiorizzate ed espresse, calibrate e attente, che esprimono la vita in un vissuto di eterna ricerca, una ricerca che lascia trasparire certi compiaciuti umori romantici che aggiungono morbide sfumature esprimendo forme di un garbato lirismo a cui si lascia andare vivendo all'interno di un alternarsi di sogno e di estasi.” (Prof. Franco Spena – tratto dalla prefazione alla pubblicazione della silloge “Gocce d’ambra”)“Lo Scaccia ci propone un modo di vedere e di raccontarsi surreale, inteso non come evasione dalla realtà, dalla storia, ma come bisogno di ripensamento, di nostalgico ritorno verso realtà interiorizzate, alla riscoperta di dimensioni più autentiche, ...alla riscoperta di quelle immagini, che dormono nelle zone latenti e inesplorate dell’animo.” (Prof. Michele Pilato tratto da un commento ne IL FOGLIO D’ARTE, rivista di Arte e Cultura – Anno 1, n..1)