Libri di Arlette Farge
Il disordine delle famiglie. Potere, ordine pubblico e controllo sociale
Arlette Farge, Michel Foucault
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 320
Mariti violenti, mogli infedeli, figli dissipatori, apprendisti indisciplinati: sono i bersagli delle richieste di reclusione indirizzate al sovrano in Francia fino al XVIII secolo, a cui il re faceva seguire una 'lettre de cachet', un’ordinanza per imprigionare o esiliare i soggetti incriminati. La pratica delle 'lettres de cachet' fu poi abolita durante la Rivoluzione francese perché considerata simbolo dell’arbitrio del sovrano. I documenti che Michel Foucault e Arlette Farge scoprono negli Archivi della Bastiglia, qui raccolti in sezioni tematiche, raccontano tuttavia una storia diversa: là dove credevano di trovare l’implacabile collera del sovrano, il filosofo e la storica incontrano invece le passioni del basso popolo. Le 'lettres' si rivelano non lo strumento di un potere anonimo e oppressivo che si abbatte dall’alto sui sudditi, ma una pratica nelle mani del popolo, in grado di usare le tecnologie del potere per reprimere condotte che minano la tranquillità familiare e, di conseguenza, l’ordine sociale, innescando così un meccanismo in cui repressione privata e mantenimento dell’ordine pubblico si intrecciano efficacemente: un potere dunque ramificato, che circola a ogni livello della società. Pubblicati per la prima volta in italiano, questi documenti colpiscono per l’intensità dello stile, per una certa «bellezza patetica», come scrive Arlette Farge nella postfazione alla presente edizione: «Si trattava di persone, di corpi, di pensieri, di gridi messi a nudo, inviati “alla grandezza del sovrano”, nei quali degli “esseri miserabili” rappresentavano la propria vita davanti al potere». L’analisi di queste suppliche rappresenta una tappa importante nella costruzione foucaultiana della storia dei dispositivi di controllo, mostrando quanto le relazioni familiari siano a pieno titolo parte della «microfisica del potere».
Parole sovversive. L'opinione pubblica nel XVIII secolo
Arlette Farge
Libro: Libro rilegato
editore: QuiEdit
anno edizione: 2012
pagine: 317
In quest'opera (come in altre che l'hanno seguita) Arlette Farge propone una storia di voci. Vi irrompe il popolo di Parigi, aprendo il sipario su una serie di luoghi privilegiati della sociabilità settecentesca. Si colgono parole ora inseguite, ora intercettate nei gazzettini di polizia, ed emergono il gusto per l'informazione, pubbliche curiosità, incertezze, manipolazioni. Le forme e i motivi del discorso malevolo sono ricostruite con particolare attenzione.
Corpi del re. Condannati e condanne nella Francia del XVIII secolo
Arlette Farge
Libro: Libro rilegato
editore: QuiEdit
anno edizione: 2010
pagine: 74
Ladri, truffatori, mendicanti, soldati, violenti, assassini, disertori, banditi, bestemmiatori, uomini e donne: una rappresentazione sintetica e appassionante di una città in ebollizione, violenta, pronta a esplodere, incline alla rissa come alle manifestazioni di gioia. Su tutto questo, l'ombra di un potere che celebra la forza monarchica attraverso l'orrore del supplizio, che colpisce corpi, imprigionandoli e straziandoli. Una guida inconsueta fra caffè, taverne, piazze, mercati, sagrati della Parigi dell'età dei Lumi, e insieme una riflessione sul diritto moderno, le pratiche giuridiche, il percorso storico della giustizia.
Il braccialetto di pergamena. Lo scritto su di sé nel XVIII secolo
Arlette Farge
Libro: Libro in brossura
editore: Sylvestre Bonnard
anno edizione: 2003
pagine: 80
Un minuscolo pezzetto di carta legato al polso da un cordoncino rosso: è il braccialetto di pergamena di cui parla il titolo di questo libro. Ed è il simbolo di un intero universo, quello dei più miseri, che nel Settecento portano su di sé la traccia scritta che, sola, permetterà alla polizia di identificare i loro poveri corpi. Così prende avvio il saggio della storica Farge che in questo libro ripercorre insieme con il lettore le strade di una Francia poco nota, su cui muovono i loro passi questi pellegrini: estranei al mondo della scrittura al punto da dover usare il corpo per segnalare la propria esistenza.