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Libri di Antonio G. Bortoluzzi

Montagna madre. Trilogia del Novecento

Montagna madre. Trilogia del Novecento

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2022

pagine: 360

«Partivamo all'alba e su per la strada, e fuori dalla valle e ancora su, finché entravamo nella foresta del Cansiglio... Quando si arrivava sull'Alto-piano eravamo stanchi e affamati e guardavamo tutto quel piano, come un tagliere della polenta, un enorme tagliere un po' concavo con intorno gli abeti, e più in alto, fino a dove arrivava lo sguardo, i faggi.» Questa antologia racconta di chi siamo figli e figlie, di quale Novecento. E quale montagna è nostra madre.
18,00

Dolomiti. Un paesaggio tutelato

Antonio G. Bortoluzzi, Manuel Cicchetti

Libro: Libro rilegato

editore: Marsilio Arte

anno edizione: 2025

pagine: 244

Un arcipelago di vette complesso e maestoso, tanto imponente quanto fragile, che attrae lo sguardo allo stupore, alla meraviglia e all’incanto: sono le Dolomiti, un mosaico naturale unico e prezioso, tra i più straordinari al mondo. Non solo un paesaggio da ammirare, ma un patrimonio da custodire con cura, rispetto e responsabilità. Il volume Dolomiti. Un paesaggio tutelato, edito da Regione del Veneto e Marsilio Arte, racconta il paesaggio dolomitico attraverso il suo connubio con l’uomo, una convivenza delicata, consapevole e possibile. Le splendide fotografie di Manuel Cicchetti, accompagnate dalle parole di Antonio G. Bortoluzzi, restituiscono questo equilibrio tra maestosità naturale e presenza umana, in un viaggio visivo e letterario che accompagna il lettore alla scoperta di luoghi vissuti, plasmati e custoditi dall’uomo, dove natura e cultura si fondono in una relazione armoniosa e in continuo divenire. Gli scatti di Manuel Cicchetti rappresentano il cuore visivo di questo racconto. Il suo sguardo, attento e rispettoso, coglie non solo la grandiosità dei panorami dolomitici, ma anche i segni della presenza umana: un sentiero scavato nella roccia, un’abitazione incastonata nella valle, una strada di alta montagna. Le sue fotografie, realizzate con cura e sensibilità, rivelano la delicata armonia tra l’opera del tempo e quella dell’uomo, tra persistenza e trasformazione, nel respiro delle stagioni. Le parole di Antonio G. Bortoluzzi accompagnano e approfondiscono questa narrazione visiva, scavando nella memoria e nelle tradizioni delle comunità dolomitiche. I suoi testi restituiscono voce a un sapere antico, fatto di gesti misurati e di relazioni fondate sulla responsabilità. Sono storie di vita quotidiana, di lavoro nei campi e lungo i pendii, di cura silenziosa per un ambiente fragile, che richiede attenzione costante. Con uno stile sobrio ma profondo, Bortoluzzi ci invita a osservare questi luoghi con occhi nuovi, riconoscendo nell'equilibrio tra scoperta e protezione la chiave per immaginare un futuro sostenibile. Il libro costituisce il terzo capitolo della collana dedicata ai siti UNESCO della Regione del Veneto (Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene; Venezia e la sua laguna), che offre al pubblico una narrazione inedita, contemporanea ed emozionale che ha la capacità di trasmettere quel senso di meraviglia di cui abbiamo tutti bisogno per tornare ad amare i nostri paesaggi e a prendercene cura. La pubblicazione è accompagnata da una mostra diffusa, che raccoglie gli scatti di Manuel Cicchetti e i testi di Antonio G. Bortoluzzi. L’esposizione itinerante partirà da Cortina d’Ampezzo, in un percorso che vedrà successivamente coinvolti i territori “ritratti”.
50,00

Dolomites. Caring for the environment

Antonio G. Bortoluzzi, Manuel Cicchetti

Libro: Libro rilegato

editore: Marsilio Arte

anno edizione: 2025

pagine: 244

Un arcipelago di vette complesso e maestoso, tanto imponente quanto fragile, che attrae lo sguardo allo stupore, alla meraviglia e all’incanto: sono le Dolomiti, un mosaico naturale unico e prezioso, tra i più straordinari al mondo. Non solo un paesaggio da ammirare, ma un patrimonio da custodire con cura, rispetto e responsabilità. Il volume "Dolomiti. Un paesaggio tutelato", edito da Regione del Veneto e Marsilio Arte, racconta il paesaggio dolomitico attraverso il suo connubio con l’uomo, una convivenza delicata, consapevole e possibile. Le splendide fotografie di Manuel Cicchetti, accompagnate dalle parole di Antonio G. Bortoluzzi, restituiscono questo equilibrio tra maestosità naturale e presenza umana, in un viaggio visivo e letterario che accompagna il lettore alla scoperta di luoghi vissuti, plasmati e custoditi dall’uomo, dove natura e cultura si fondono in una relazione armoniosa e in continuo divenire. Gli scatti di Manuel Cicchetti rappresentano il cuore visivo di questo racconto. Il suo sguardo, attento e rispettoso, coglie non solo la grandiosità dei panorami dolomitici, ma anche i segni della presenza umana: un sentiero scavato nella roccia, un’abitazione incastonata nella valle, una strada di alta montagna. Le sue fotografie, realizzate con cura e sensibilità, rivelano la delicata armonia tra l’opera del tempo e quella dell’uomo, tra persistenza e trasformazione, nel respiro delle stagioni. Le parole di Antonio G. Bortoluzzi accompagnano e approfondiscono questa narrazione visiva, scavando nella memoria e nelle tradizioni delle comunità dolomitiche. I suoi testi restituiscono voce a un sapere antico, fatto di gesti misurati e di relazioni fondate sulla responsabilità. Sono storie di vita quotidiana, di lavoro nei campi e lungo i pendii, di cura silenziosa per un ambiente fragile, che richiede attenzione costante. Con uno stile sobrio ma profondo, Bortoluzzi ci invita a osservare questi luoghi con occhi nuovi, riconoscendo nell'equilibrio tra scoperta e protezione la chiave per immaginare un futuro sostenibile. Il libro costituisce il terzo capitolo della collana dedicata ai siti UNESCO della Regione del Veneto (Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene; Venezia e la sua laguna), che offre al pubblico una narrazione inedita, contemporanea ed emozionale che ha la capacità di trasmettere quel senso di meraviglia di cui abbiamo tutti bisogno per tornare ad amare i nostri paesaggi e a prendercene cura. La pubblicazione è accompagnata da una mostra diffusa, che raccoglie gli scatti di Manuel Cicchetti e i testi di Antonio G. Bortoluzzi. L’esposizione itinerante partirà da Cortina d’Ampezzo, in un percorso che vedrà successivamente coinvolti i territori “ritratti”.
50,00

Il saldatore del Vajont

Il saldatore del Vajont

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 144

Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Erano le 22.39 quando milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono in pochi istanti nell’acqua, e l’onda immensa si alzò nel cielo e annientò in pochi minuti migliaia di vite, paesi interi, storie e tradizioni secolari. Sessant’anni è anche la vita di un uomo al quale sono accadute tante cose: i giochi da ragazzino al torrente, le gite scolastiche, i libri d’avventura letti, e poi l’amore, i figli, gli amici, tutto questo dentro quarant’anni di fabbrica di cui molti vissuti nella zona industriale di Longarone, all’ombra della diga, uno scudo chiaro che però è una lapide, ancora piantata lì, in mezzo alle montagne. Il saldatore del Vajont racconta questo tempo, attraverso l’esperienza di una visita guidata all’impianto idroelettrico – la centrale nella grotta di Soverzene, le gallerie, il corpo della diga, il coronamento, la frana del Monte Toc –, un viaggio che fa riemergere nel protagonista i ricordi della sua giovinezza contadina, memorie di famiglia e di paese, confidenze di colleghi che al Vajont hanno avuto vittime, accanto a immagini nitide e corporee della vita di cantiere e di capannone, dove la materia viene rimodellata: il calcestruzzo, la malta, la saldatura, e ancora attrezzi, ponteggi, tecniche, un fare concreto, faticoso e moderno, che ha soppiantato il lavoro millenario, massacrante, di uomini e donne sui prati ripidi, con le bestie, nelle valli alpine e sulle montagne. Scorrendo le pagine, man mano che i fili e i nodi della memoria vengono rinsaldati, si comprende che le costruzioni umane sono simboli tragici. Tutta la perizia, i calcoli, il metallo, la sabbia, i sacchi di cemento accatastati e trasportati verso i cantieri, le migliaia di ore di lavoro di operai e artigiani abili, tutto quell’entusiasmo di partecipare a un’impresa: tutto è finito in pochi minuti. Il saldatore del Vajont ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi.
10,00

Come si fanno le cose

Come si fanno le cose

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 224

Lungo il fiume Piave, tra capannoni e ditte artigianali ormai prive del vigore di un tempo, ha sede la Filati Dolomiti, fabbrica sfiancata, come molte, dalla crisi degli anni Duemila. È qui che lavorano Valentino e Massimo, due cinquantenni addetti alla manutenzione dei macchinari. Disilluso e nostalgico il primo, esuberante e roso da una rabbia latente il secondo, i due hanno visto passare su di sé e sugli altri operai le macine della recessione, con la cassa integrazione, i tagli e la mobilità volontaria, fino a un incendio che per poco non li condannava allo stesso tragico destino patito dagli operai della Thyssen. Quando una ditta orafa gestita da persone rampanti e senza scrupoli apre i battenti in quello che un tempo era un magazzino della Filati Dolomiti, Massimo e Valentino – conoscendo anfratti e segreti dell’azienda – decidono di preparare la rapina con cui procurarsi l’oro necessario per realizzare il loro sogno: abbandonare il logorio e le miserie della fabbrica e rilevare un agriturismo sui monti, per iniziare una vita nuova, più giusta. La meticolosa messa a punto del piano procede spedita e senza intoppi, finché un giorno, sulla corriera che lo porta al lavoro, Valentino incontra Yu, una ragazza cinese di ventisei anni che odora di fritto e trascrive su un taccuino le parole italiane che ancora non conosce. Risvegliato dal calore di un amore che credeva sopito per sempre, l’uomo dovrà rimettere in discussione la sua vita e le sue scelte: quando una cosa è sul punto di esplodere, però, è difficile riuscire a fermarla, o anche solo a farle cambiare direzione. Attraverso la storia di due operai in cerca di riscatto, Antonio G. Bortoluzzi racconta le Dolomiti che cingono le valli del bellunese e sembrano sorvegliare le aree produttive nate dopo la tragedia del Vajont. Un romanzo di montagna, di industria, di avventura e, in fondo, d’amore.
11,00

Il saldatore del Vajont

Il saldatore del Vajont

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 144

Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Erano le 22.39 quando milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono in pochi istanti nell’acqua, e l’onda immensa si alzò nel cielo e annientò in pochi minuti migliaia di vite, paesi interi, storie e tradizioni secolari. Sessant’anni è anche la vita di un uomo al quale sono accadute tante cose: i giochi da ragazzino al torrente, le gite scolastiche, i libri d’avventura letti, e poi l’amore, i figli, gli amici, tutto questo dentro quarant’anni di fabbrica di cui molti vissuti nella zona industriale di Longarone, all’ombra della diga, uno scudo chiaro che però è una lapide, ancora piantata lì, in mezzo alle montagne. "Il saldatore del Vajont" racconta questo tempo, attraverso l’esperienza di una visita guidata all’impianto idroelettrico – la centrale nella grotta di Soverzene, le gallerie, il corpo della diga, il coronamento, la frana del Monte Toc –, un viaggio che fa riemergere nel protagonista i ricordi della sua giovinezza contadina, memorie di famiglia e di paese, confidenze di colleghi che al Vajont hanno avuto vittime, accanto a immagini nitide e corporee della vita di cantiere e di capannone, dove la materia viene rimodellata: il calcestruzzo, la malta, la saldatura, e ancora attrezzi, ponteggi, tecniche, un fare concreto, faticoso e moderno, che ha soppiantato il lavoro millenario, massacrante, di uomini e donne sui prati ripidi, con le bestie, nelle valli alpine e sulle montagne. Scorrendo le pagine, man mano che i fili e i nodi della memoria vengono rinsaldati, si comprende che le costruzioni umane sono simboli tragici. Tutta la perizia, i calcoli, il metallo, la sabbia, i sacchi di cemento accatastati e trasportati verso i cantieri, le migliaia di ore di lavoro di operai e artigiani abili, tutto quell’entusiasmo di partecipare a un’impresa: tutto è finito in pochi minuti. "Il saldatore del Vajont" ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi.
15,00

Come si fanno le cose

Come si fanno le cose

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2019

pagine: 224

Lungo il fiume Piave, tra capannoni e ditte artigianali ormai prive del vigore di un tempo, ha sede la Filati Dolomiti, fabbrica sfiancata, come molte, dalla crisi degli anni Duemila. È qui che lavorano Valentino e Massimo, due cinquantenni addetti alla manutenzione dei macchinari. Disilluso e nostalgico il primo, esuberante e roso da una rabbia latente il secondo, i due hanno visto passare su di sé e sugli altri operai le macine della recessione, con la cassa integrazione, i tagli e la mobilità volontaria, fino a un incendio che per poco non li condannava allo stesso tragico destino patito dagli operai della Thyssen. Quando una ditta orafa gestita da persone rampanti e senza scrupoli apre i battenti in quello che un tempo era un magazzino della Filati Dolomiti, Massimo e Valentino – conoscendo anfratti e segreti dell’azienda – decidono di preparare la rapina con cui procurarsi l’oro necessario per realizzare il loro sogno: abbandonare il logorio e le miserie della fabbrica e rilevare un agriturismo sui monti, per iniziare una vita nuova, più giusta. La meticolosa messa a punto del piano procede spedita e senza intoppi, finché un giorno, sulla corriera che lo porta al lavoro, Valentino incontra Yu, una ragazza cinese di ventisei anni che odora di fritto e trascrive su un taccuino le parole italiane che ancora non conosce. Risvegliato dal calore di un amore che credeva sopito per sempre, l’uomo dovrà rimettere in discussione la sua vita e le sue scelte: quando una cosa è sul punto di esplodere, però, è difficile riuscire a fermarla, o anche solo a farle cambiare direzione. Attraverso la storia di due operai in cerca di riscatto, Antonio G. Bortoluzzi racconta le Dolomiti che cingono le valli del bellunese e sembrano sorvegliare le aree produttive nate dopo la tragedia del Vajont. Un romanzo di montagna, di industria, di avventura e, in fondo, d’amore.
16,00

Paesi alti

Paesi alti

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2015

pagine: 200

Paesi alti, scomparsi e ritrovati. Nel 1955 il borgo montano chiamato le Rive non aveva nemmeno la tabella con il nome. Lì viveva il giovane Tonìn con sua madre, dopo che il padre muratore era emigrato in Svizzera. Da febbraio a novembre, in attesa del ritorno del padre, Tonìn lavorò nei prati e con le bestie, immerso nel fluire delle stagioni. Furono mesi di neve e poi di sole, di erbe e fioriture, di fatica e raccolti, dentro i colori e le voci di un mondo dominato dalla natura. Mesi e mesi di vita, dove imparò a fare a pugni, s'innamorò, odiò, tentò di difendersi e continuò a sognare. Vicino a lui una madre austera, portatrice di fatiche, di segreti e di un compito. Attorno a loro una comunità antica e viva, testimone inconsapevole di un modo di vivere che sarebbe scomparso in pochi decenni. "Paesi alti", un romanzo dove un ragazzino, una madre e la loro comunità di montagna diventano un vero compendio del mondo.
14,00

Vita e morte della montagna

Vita e morte della montagna

Antonio G. Bortoluzzi

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2013

pagine: 141

"'Nessuno sa dov'è il pericolo, prima. Tutti lo sanno dopo, quando è passato. O ti è passato sopra'. Qui lo dice nonno Iaco Casal che paria del mondo durissimo di chi come lui abitava la montagna, fino a non molto tempo fa, ma è così sempre, anche in pianura, anche in città, anche in questi giorni. Eppure. Eppure è diverso affrontare la bufera oggi. Perché si è soli. E straordinario come tutto, proprio tutto, venisse ricompreso, assorbito, accolto, nel piccolo mondo di Curva Casal raccontato da Antonio G. Bortoluzzi. Anche la tragedia dell'alluvione, che si porta via le case, ma insieme vengono ricostruite. Una banca del tempo spontanea, che non prevede interessi: un'ora, cento, duecento ore di lavoro per costruire la casa a te, e le stesse ore tu mi dai per costruire la casa a me. La vita è tremenda, nessun romanticismo, chi scrive parla di storie che ha vissuto, un po' trasfigurate come deve essere, ma si riconoscono. La povertà c'era, il lavoro era troppo, ma era un lavoro con un ritmo di natura, non quello di oggi che si mangia la vita intera e chiuso nei capannoni della pianura non sa nulla delle stagioni. Non sa della neve, del freddo, del caldo. Solo lavoro. E se vien meno il lavoro, vien meno la vita. Come abbiamo potuto? Se lo chiede il protagonista della storia, ce lo chiediamo noi." (Mariapia Veladiano).
14,00

Cronache della valle
11,00

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