Libri di Antonio Bodrero
Pì amant Piamont e... Pì-a-mont
Antonio Bodrero
Libro
editore: Araba Fenice
anno edizione: 2021
pagine: 224
Madama! Real? Opera teatrale in due atti. Testo in piemontese e italiano
Antonio Bodrero, Vittorio Sivera
Libro: Libro rilegato
editore: LAReditore
anno edizione: 2017
pagine: 96
Opera teatrale in due atti. Feste, saccheggi, guerra civile, intrighi, misteri e stregonerie nel Piemonte del ’600. Edizione in piemontese e italiano a cura del comune di Cambiano.
Opera poetica occitana. Testo occitano a fronte
Antonio Bodrero
Libro: Libro rilegato
editore: Bompiani
anno edizione: 2011
pagine: 1072
Antonio Bodrero è forse il più grande visionario della poesia dialettale del Novecento. Nella sua opera aleggia un sentimento panico della natura, un animismo cristiano che vede in ogni albero un'anima, in ogni anfratto un sarvan (silvano), in ogni minimo fenomeno l'epifania del Dio evangelico, la conferma del suo amore verso le creature. Posseduto dal dono della trasfigurazione, Bodrero vede attraverso la poesia come tutto nell'universo si allacci e si tenga, dalle stelle ai lumi delle baite, dalle scintille del focolare al loro riverbero negli occhi dei bambini, in un concatenarsi analogico che fa della poesia un cammino, una "draio" (sentiero), un segmento visibile nell'infinito devolversi dell'immaginazione umana. E lutto ciò giocando magistralmente con una parola sempre reinventata, potenziata, scavata nelle sue radici antiche. Attraverso la poesia di Bodrero la lingua della minoranza occitana in Italia ha dunque compiuto un salto epocale: da patuà disprezzato, dialetto minoritario destinato all'estinzione, a lingua aulica, sublime, vertigine di mistero capace di parlare non solo all'eccitano che riscopre la sua identità alienata, ma, nel suo respira universale, all'umanità intera. Con l'occitano Bodrero, come già era avvenuto con il provenzale Mistral dell'Ottocento, l'antica lingua d'oc dei trovatori la prima grande letteratura romanza dell'Europa medievale, esce dal sonno dei tanti secoli e ritrova prodigiosamente lo splendore lo splendore delle corti duecentesche.

