Libri di Antonella Meniconi
Mescolare le carte e la storia. Come si studiano le istituzioni. Saggi per Guido Melis
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2023
pagine: 376
Come si studia la storia delle istituzioni? Quali sono i suoi nessi con le «altre» storie e discipline? Con questo volume si intende rispondere a queste domande, ripercorrendo idealmente l'itinerario di ricerca assai ricco e originale di Guido Melis, che a lungo ha insegnato Storia dell'amministrazione pubblica e Storia delle istituzioni politiche alla Sapienza Università di Roma. In tutti questi anni Melis si è occupato di molteplici temi riguardanti la storia dello Stato contemporaneo: la Presidenza della Repubblica, il governo e l'amministrazione, nonché il Parlamento, la storia del fascismo e del linguaggio delle istituzioni, le biografie di parlamentari e di funzionari dell'amministrazione. Tutti argomenti affrontati con un metodo innovativo, soprattutto nell'uso delle fonti archivistiche e dei nuovi strumenti audiovisivi. Nel rendergli omaggio, i diversi saggi forniscono sia un quadro aggiornato dei recenti studi storico-istituzionali sia uno sguardo sulle discipline (come la storia del diritto e delle dottrine politiche, il diritto amministrativo, la linguistica, la scienza dell'amministrazione, la storia economica, l'archivistica) con le quali si è sviluppato un dialogo naturale e proficuo, al quale lo studioso si è dedicato in tutto il suo percorso scientifico.
L'epurazione mancata. La magistratura tra fascismo e Repubblica
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2022
pagine: 344
Tra la fine del fascismo e l'inizio della Repubblica molti magistrati furono sottoposti al giudizio delle Commissioni di epurazione antifascista per valutare se fossero adeguati a servire le nuove istituzioni democratiche. In primo piano i giudici maggiormente compromessi con il regime, posti a capo dell'ordine giudiziario, nel Tribunale speciale per la difesa dello Stato o nel Tribunale della razza, ovvero nella Repubblica sociale italiana. Gli stessi magistrati, passati per lo più indenni dai farraginosi meccanismi epurativi, si ritrovano dopo poco tempo ai vertici della Corte di cassazione, delle Corti d'appello, o con importanti incarichi ministeriali, o addirittura nella Corte costituzionale, avendo di fatto stilato un vantaggioso compromesso con i nuovi governanti. Un affresco ricco di particolari, da cui emerge come i conti con il passato fascista non furono mai veramente compiuti nella Repubblica, che partì gravata da una pesante eredità autoritaria, destinata a produrre i suoi effetti sino agli anni Sessanta.
Razza e ingiustizia
Antonella Meniconi, Marcello Pezzetti
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 2018
pagine: 228
Questo libro nasce dall'iniziativa congiunta del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio Nazionale Forense, con la partecipazione del Senato della Repubblica e dell'Unione delle Comunità Ebraiche. Nel 2018 si compie l'ottantesimo anno dell'emanazione delle leggi antiebraiche, "leggi abominevoli" secondo le parole di Piero Calamandrei. Leggi che costituirono la più grave lacerazione dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico e dello Stato di diritto. Il complesso tema del rapporto tra i giuristi e la normativa antiebraica è al centro del volume, che raccoglie, fuori da ogni retorica, testimonianze, riflessioni storiche, documenti e immagini, nonché prospettive di ricerca. Si approfondisce così il ruolo dei giuristi nella formazione delle leggi antiebraiche, l'approccio estensivo o restrittivo che i magistrati adottarono nell'interpretazione e nell'applicazione delle stesse norme, le zone d'ombra, le adesioni opportunistiche e compromissorie alle posizioni antisemite del regime, così come gli sprazzi di luce gettati da coloro che si contrapposero ai principi discriminatori affermati nei provvedimenti e le conseguenze che la promulgazione della normativa razziale ebbe per gli avvocati e i magistrati ebrei italiani.
Storia della magistratura italiana
Antonella Meniconi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2013
pagine: 365
Il volume ripercorre il lungo cammino del magistrato dagli esordi nell'età liberale, quando la legge e la volontà del governo costituivano i paletti entro i quali si doveva muovere l'azione giudiziaria, alla compressione della libertà del giudice durante il fascismo, fino alla Costituzione repubblicana e alla sua lenta attuazione e alle tensioni degli anni Sessanta e Settanta, che contribuirono ad avviare la democratizzazione dell'ordine giudiziario e l'ingresso dei principi costituzionali nella giurisprudenza. Un cammino lungo e non facile né lineare, culminato però nella nascita di un nuovo modello di giudice, che si sarebbe poi dimostrato capace di fronteggiare le tre grandi emergenze del terrorismo, delle mafie e della corruzione. Negli ultimi trent'anni la magistratura ha svolto un ruolo decisivo, anche esercitando talvolta una supplenza rispetto ad altre istituzioni. Da ciò è nato quel conflitto con la politica che ha segnato gli anni più recenti.
La «maschia avvocatura». Istituzioni e professione forense in epoca fascista (1922-1943)
Antonella Meniconi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2007
pagine: 376
La "maschia avvocatura" è l'enfatica espressione che Aldo Vecchini, segretario del Sindacato nazionale fascista avvocati e procuratori, utilizzò negli anni Trenta dedicando al padre Arturo, anche lui avvocato, il suo libro su "La missione dell'avvocato nuovo". Tra il 1926 (data della prima legge fascista sulla professione forense) e il 1943, il regime cercò tenacemente di condizionare e inquadrare nei suoi ranghi l'avvocatura italiana, riducendola alla propria misura totalitaria. Vi riuscì solo in parte, perché la tradizione, i codici di comportamento, lo stile e i modelli della professione resistettero, forse anche soltanto per semplice inerzia, alla trasformazione imposta dall'alto. Utilizzando per la prima volta la documentazione del Consiglio nazionale forense e un'ampia serie di fonti archivistiche e a stampa, questo libro ricostruisce le vicende istituzionali dell'avvocatura fascista, puntando lo sguardo sul funzionamento concreto degli organismi di governo della professione: gli Ordini, i Sindacati, il Consiglio superiore forense, il Ministero della giustizia. Nel volume, insieme ai cambiamenti sociologici della professione forense, spicca la persecuzione contro gli avvocati ebrei, nei cui confronti gli organismi professionali non seppero e non vollero opporre nessuna resistenza.