Libri di Annalisa Viati Navone
Spazi astratti. Interferenze fra architettura e arti a Milano 1945-1970
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 208
A partire da affondi teorici sulle definizioni di "spazio" e di "arte astratta", la raccolta di saggi intende indagare le relazioni fra l'architettura e le arti nel periodo compreso fra la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni Settanta entro lo scenario storico della città di Milano. Le prerogative dell'astrattismo stimolano aperture progettuali e possibilità spaziali sia mediate dalla bidimensionalità della tela o dello schermo cinematografico, sia reali nel loro concretizzarsi in forme tangibili ed esperibili con il corpo. Nascono così spazialità inedite, che si affermano nella città, nell'interno domestico, nei luoghi della mobilità e della cultura come musei e gallerie, e che inducono nuovi modi di percepire ed esperire lo spazio architettonico e urbano. Sotto osservazione lenticolare sono posti la genesi costitutiva di alcune opere per discernere le molteplici forme dell'"arte di astrarre", la rete delle collaborazioni fra architetti, artisti, operatori visuali e designer oltre a quella geografia di traiettorie che ha coinvolto su più piani il "laboratorio" milanese.
Verso un'architettura concreta. Peppo Brivio, le prime opere
Annalisa Viati Navone
Libro: Libro in brossura
editore: Sottoscala
anno edizione: 2021
pagine: 96
La Saracena di Luigi Moretti fra suggestioni mediterranee, barocche e informali
Annalisa Viati Navone
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2012
pagine: 321
Villa "La Saracena", edificata sulla costa tirrena di Santa Marinella, vicino a Roma, è una delle opere più liriche dell'architetto Luigi Moretti (1907-1973), e fra le tante "case dell'uomo" che egli progetta è certamente il capolavoro. Fu ideata e costruita fra il 1955 e il 1957, nel pieno della maturità professionale dell'architetto. Questa imponente monografia ne ricostruisce le vicende progettuali e di cantiere, dà conto delle letture critiche che l'hanno presentata al pubblico, si sofferma sullo studio della genesi dell'opera, ne dà infine un'interpretazione che ricorrendo alle categorie di "mediterraneità", "barocco" e "informale" la colloca a pieno titolo nel dibattito culturale degli anni Cinquanta. Con una prefazione di Bruno Reichlin.