Libri di Angelo Quattrocchi

Angelo Quattrocchi, detto Baby Face, è stato uno dei maggiori esponenti della scena controculturale italiana. Agitatore culturale, scrittore, giornalista, editore, ha vissuto in prima linea momenti fondamentali della storia della seconda metà del ‘900, come la nascita del movimento Hippy tra le strade di Londra, San Francisco e Roma, piuttosto che le barricate del Maggio Parigino o la rivolta degli indiani d’America a Wounded Knee. Ha lasciato questa terra nel Giungo del 2009 dopo aver dato alle stampe quasi venti libri come scrittore e centinaia come editore. Con questo nuova edizione, di quello che è considerato a livello mondiale uno dei più bei reportage sulla rivolta del maggio francese (tradotto in francese, italiano e cinese e pubblicato originariamente dalle edizioni Verso in lingua inglese) intendiamo riportare alla luce un libro importante. "Qui noi scriviamo di quel momento di rivoluzione, del suo segno vittorioso pur tra le sconfitte del maggio e del giugno di restaurazione. Scriviamo per menti e cuori che erano allora lontani da Parigi. Sperando di convincere gli increduli, di incoraggiare quelli che sperano, e di scuotere dal sonno quelli che ancora dormono."

Dopo i trionfi mediatici del Papa Polacco, ora é Papa Joseph Ratzinger, il prefetto della congregazione della fede per venticinque anni. In questo volume gli autori esaminano quello che ha fatto, quello che ha detto, quello che ha scritto e quello che farà. In appendice "Quanto ci costa il Vaticano spa (che non paga le tasse)?" di Romano Nobile.

Gli autori analizzano in questo testo il pontificato di Joseph Ratzinger e ne mettono in luce gli aspetti più conservatori. Tali aspetti andrebbero contro, secondo gli autori, ai principi chiave dell'Illuminismo e ai diritti dell'individuo. "Perché è omofobo da sempre? Perché si è preso un segretario così bello che lo segue ovunque e gli aggiusta il mantello? Perché ha una dottrina così rigida e una sartoria così garrula, praticamente un coming out sartoriale?".

"L'occupazione di Wounded Knee (Sud Dakota) del 1973 è un episodio importante per i popoli nativi d'America... La resistenza su terra indiana, per i diritti indiani, si scontra qui con il governo USA, i suoi carri armati, i suoi elicotteri, i fucili automatici, gli indiani rinnegati. Wounded Knee dà il via alla riscossa che da allora è cresciuta in questi trenta anni, e che continuerà per molto, molto tempo. Per 71 giorni gli USA furono tenuti fuori da Wounded Knee, e malgrado l'assedio, la comunità indiana si autogovernò e si organizzò come libero stato, con le sue tradizioni, i suoi riti, il suo sciamano, i suoi guerrieri. E fu una battaglia epica, che conquistò il mondo." (Da Akwesaskne notes).

Un romanzo che racconta l'ultima fase della ribellione cominciata nel 1977 a Bologna e finita nella farsesca tragedia dell'omicidio di Aldo Moro. Protagonista dentro la storia, un nucleo anomalo con Marco (il guerriero intellettuale), Adelina (la pasionaria), Aldo (il raccordo tra gli inflessibili e gli anarchici) e altri ancora. Discussioni, azioni avventurose, insieme ingenue e drammatiche, che non sempre riescono a raggiungere lo scopo, tutto viene spazzato via dall'evento shock: il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana e l'uccisione degli uomini di scorta. Al pari dell'Italia intera all'annuncio della notizia, anche i nostri guerriglieri restano come paralizzati in uno stato di sospensione, consapevoli che dal modo in cui si concluderà la vicenda, e su cui non hanno la possibilità di intervenire, dipende la vita degli ideali per i quali stanno combattendo...

Elisabeth (o Erzsébet) Bathory, nata nel 1560 da una delle più illustri famiglie d'Ungheria e moglie di un grande condottiero, morì nel 1614 murata viva per decisione del massimo tribunale del tempo. Nel suo inaccessibile castello dei Carpazi, prigioniera di fosche magie, di assurde superstizioni, di solitudini sconfinate, di costumi e uomini a un tempo rigidi e crudeli, la contessa sevizia e uccide innumerevoli donne al suo servizio. L'autore ci conduce nelle sinistre camere di tortura dove perirono più di seicento fanciulle.