Libri di Andrea Camilleri
Il cane di terracotta
Andrea Camilleri
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1996
pagine: 288
Ritorna l'investigatore Montalbano: nel corso di un'inchiesta su di un traffico d'armi, ispezionando una caverna che funge da deposito di ordigni, Montalbano scopre un passaggio che conduce a un'altra grotta, e qui trova due cadaveri: un ragazzo e una ragazza uccisi cinquant'anni prima. Obbedendo all'istinto prepotente che lo spinge a ricercare una verità sbiadita e forse ormai inafferrabile, il commissario Montalbano inizia un'indagine improbabile, che cerca di ricostruire vicende apparentemente non destinate ad approdare in un'aula di tribunale.
Un filo di fumo
Andrea Camilleri
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1997
pagine: 148
"Nel 1980 - racconta Andrea Camilleri - Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte. Lo spunto di 'Un filo di fumo' me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfo disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria".
Il gioco della mosca
Andrea Camilleri
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1997
pagine: 104
Si tratta di microstorie, ciascuna delle quali è all'origine di un modo di dire, di una "frase celebre" facente parte di una vera e propria mitologia familiare e cittadina, risalente agli anni dell'infanzia dell'autore, quando Porto Empedocle si chiamava ancora Molo di Girgenti. "Non posso in coscienza affermare che le cose qui scritte appartengano esclusivamente alla mia fantasia... quasi tutte mi vennero raccontate da coloro che sono i veri autori di queste pagine, cioè i membri della mia famiglia, paterni e materni."
La voce del violino
Andrea Camilleri
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1997
pagine: 222
"Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva. " Quarta inchiesta per Salvo Montalbano, 'il Maigret siciliano' di stanza a Vigàta, "il centro più inventato della Sicilia più tipica". Questa volta Montalbano deve trovare il colpevole dell'omicidio di una bella signora vigatese, assassinata nella sua villa. Ma i problemi di vita privata non sono meno spinosi per il commissario: c'è la questione del figlio adottivo e quella dell'eterna fidanzata Livia, che punta decisa al matrimonio...
Il commissario Montalbano: Il campo del vasaio-L'età del dubbio-La danza del gabbiano. Volume Vol. 5
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2019
pagine: 580
Una delle invenzioni di Andrea Camilleri, che fanno amare di più Salvo Montalbano, è il fatto che questi invecchia, che anche per lui il tempo passa come per tutte le persone vive. Nei tre romanzi qui proposti (scritti tra il 2008 e il 2009), il commissario è un po' più abbattuto, un po' più angosciato, forse è l'età, forse la crudeltà dei delitti. "Il campo del vasaio": In un campo argilloso, un «campo del vasaio» come quello dove Giuda andò a impiccarsi, viene ritrovato un cadavere tagliato in trenta pezzi, quanti furono i denari per tradire Gesù, È un cadavere vecchio, dissotterrato da una pioggia decisamente intensa. Sarà l'analogia con il Vangelo ad aiutare il commissario, che dovrà anche tirare fuori Mimì Augello da una trappola amorosa. "L'età del dubbio": Il dubbio attanaglia Montalbano. È un dubbio che attiene alla sfera amorosa, perché un'altra donna si è affacciata alla sua vita. Ma è anche il dubbio che incalza una difficile inchiesta su un traffico internazionale. Un cadavere sfigurato, uno yacht dei misteri, lo zampino - forse - dei servizi segreti. "La danza del gabbiano": È un'alba di insonnia inquieta sulla spiaggia quando il commissario Montalbano assiste all'agonia di un gabbiano: una disperata danza circolare che assomiglia a una cupa profezia, a una sinistra prefigurazione. Tornato in ufficio si accorge che l'ispettore Fazio è scomparso. Lo hanno visto alle cave, un cimitero mafioso, e con Mimì Augello e tutti gli altri lo danno per morto. Accade che in quel luogo emergano altri cadaveri: con fatica e cattivo umore il commissario, tra squallidi amori e abitudini voyeristiche, può collegarli a carichi di armi proibite.
La strage dimenticata
Andrea Camilleri
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1997
pagine: 88
I moti del 1848 in Sicilia come pretesto per rivalse trasformistiche da parte del notabilato: in questo contesto si svolgono due efferate stragi sulle quali le autorità si affrettarono a stendere un velo di silenzio. La prima strage avvenne a Porto Empedocle, dove il maggiore Sarzana si liberò in un sol colpo di 114 detenuti, soffocandoli e bruciandoli vivi in una cella comune; la seconda ebbe luogo a Pantelleria, dove ad opera di mafiosi e proprietari furono giustiziati 15 contadini in base a pretestuose accuse. Sulla scorta dei ricordi tramandati dalla sua famiglia, e consultando residue documentazioni, Camilleri fa rivivere quei tetri episodi in un racconto amaramente umoristico.
La concessione del telefono
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2020
pagine: 309
"Nell'estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale (che riproduco nel romanzo) per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia (l'ho terminata nel marzo del 1997). La concessione risale al 1892... Nei limiti del possibile, essendo questa storia esattamente datata, ho fedelmente citato ministri, alti funzionari dello stato e rivoluzionari col loro vero nome (e anche gli avvenimenti di cui furono protagonisti sono autentici). Tutti gli altri nomi e gli altri fatti sono invece inventati di sana pianta." (A. C.). Con uno scritto di Raffaele La Capria.
La linea della palma. Saverio Lodato fa raccontare Andrea Camilleri
Saverio Lodato, Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 420
Racconto autobiografico e insieme pamphlet politico, "La linea della palma" è anche un j'accuse sul mondo a cavallo tra vecchio e nuovo Millennio; una lunga conversazione in cui Camilleri, sollecitato dal giornalista Saverio Lodato, mette a nudo la sua esperienza di scrittore e di uomo di spettacolo, ma anche di uomo impegnato politicamente. Sono pagine di grande intensità, a volte pungenti sino all'invettiva, dense di ricordi sull'universo familiare, sugli anni del fascismo e della guerra, sulla mafia di ieri e di oggi, e su quella mentalità subdola e strisciante che - proprio come le vegetazioni tropicali delle palme di cui parla un altro illustre siciliano, Leonardo Sciascia - dalla Sicilia penetra in tutta Italia e in Europa.
La prima indagine di Montalbano
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2021
pagine: 416
Il libro comprende tre romanzi brevi: tre indagini di Montalbano dislocate in fasi diverse della carriera del commissario. L'indagine centrale è quella più lontana nel tempo, addirittura la prima affrontata dal giovane Montalbano fresco di nomina a Vigàta. Sono storie inquinate da una brutalità tormentosamente folle, oppure barbara e arrogante, o puramente delinquenziale. Non manca una certa oscenità degli impulsi crudeli. Contro la riuscita dei propositi criminali si erge la mente analitica di Montalbano. La sua capacità di scomporre e sdipanare le trame più insidiose, magari con le argute stravaganze di calcolate illegalità e la sornioneria disinvolta delle «farfantarìe». Il primo romanzo è un giallo enigmistico, arduo da decrittare. La sfida potrebbe risolversi in una farsa o in una tragedia. Il ritmo è febbrile. Tiene tutti sospesi sino alla fine, sull'orlo di un possibile, immane orrore. E intanto si succedono, da un lunedì all'altro, gli «omicidi» incongrui di animali di progressiva grandezza: da un cefalo a un elefante. Ogni «omicidio» è accompagnato da un breve messaggio scritto, di irresponsabile metafisicità. Il secondo romanzo è un labirinto che sembra costruito dal caso. Vi si entra inavvertitamente. E non si sa poi come uscirne. Ha al centro una fanciulla enigmatica, una serva analfabeta, violentata quand'era minorenne e poi più volte abusata. Ed è abitato da bulli di mafia e onorevoli conniventi. Tra incongruenze che fanno attrito, dominano gli impulsi biechi, le molestie, le volgarità, la tensione. Si rabbrividisce talvolta. Il delitto è sognato, tentato. È un'atmosfera cupa e torbida. Nell'ultimo romanzo «è sparita una picciliddra di tri anni». La bambina è stata presto ritrovata, Montalbano sente odore di marcio. Non è convinto. Tutto sembra chiaro: un incidente da nulla, durante una scampagnata. Ma le apparenze non lo ingannano. Si addentra così in un triste giallo famigliare, con compromissioni mafiose. Il libro uscì in prima edizione da Mondadori nel 2004, mentre Camilleri cominciava a scrivere l'ultima indagine di Montalbano, Riccardino. Ci si convince che Camilleri abbia voluto completare la biografia del commissario aggiungendo le origini della sua carriera. E con geniale mossa narrativa abbia voluto far coincidere la figura di Montalbano con il panorama naturale delle sue vicende. Sta di fatto che il giovane commissario viene introdotto come «omo di mare» nel suo paesaggio vitale, con arenili, barbagli di acque, e aromi salsi; e che Montalbano, in Riccardino, si congeda portando con sé il «paisaggio» di Vigàta. Malinconicamente. Salvatore Silvano Nigro.
La scomparsa di Patò
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2018
pagine: 258
"Un tal Andrea Camilleri, sedicente 'autore' vissuto nella seconda metà dell'Ottocento, ha ordinato dentro un falcione una sfilza di documenti (anche riservati) recuperati dagli archivi. Di lui possiamo dedurre solo che ha dei parenti a Vigàta, probabilmente tre figlie: le 'tre gentili sorelle', Andreina, Elisabetta e Maria Carmela. E aggiungere che la sua erudizione lo fa pignolo quanto un filologo, fino ad arrivare a chiedere scusa ai lettori per avere inserito nel primo dei quattro classificatori del dossier l'articolo di un professore approssimativo e anche plagiario. La sistemazione cronologica dell'incartamento, che include pagine di giornali, lettere anonime, avvisi pubblici, scritte murali, informative di carabinieri e agenti di questura, planimetrie, verbali di interrogatori, estratti di consigli comunali e scambi epistolari, consente al quadro di composizione di darsi come cronaca in presa diretta; e inventarsi come romanzo giallo, grazie agli incastri delle carte e al governo investigativo. 'Ma unni sinni ì Patò'; 'muri o s'anmmucciò': è morto, o si è nascosto? È questo il busillis, su cui tutti si interrogano nel romanzo; mentre dalle pagine del giornale antigovernativo di Palermo le 'Autorità inquirenti' vengono invitate a non limitare le indagini alle 'vicende di un ragioniere oscuramente scomparso', ma di estenderle 'alla carica che quel ragioniere rivestiva e all'opera bancaria da lui svolta in obbedienza agli ordini del politico consanguineo che a quel posto l'aveva voluto'. La 'faccenda' può risultare 'merdosa'. Il ragioniere Antonio Patò è scomparso a Vigàta nel marzo del 1890, mentre recitava la parte di Giuda sul palco di una sacra rappresentazione del Venerdì Santo. È stato inghiottito da una botola della macchina scenica, senza che lasciasse traccia di sé. E stato rapito? L'hanno ammazzato? Vaga per le campagne, smemorato? Le ipotesi sono tante. Lo zio del ragioniere è un politicone della specie del conte zio di manzoniana memoria (quello del 'sopire, troncare'); e si dichiara di sasso: 'attonito' all'annuncio della 'feral novella', come nel 'Cinque maggio' la 'terra' per la morte di Napoleone. Un predicatore, abituato a trincare, scomoda l'anatema lanciato dai moralisti francesi del Seicento contro il teatro e contro gli attori. Un astronomo inglese è convinto che Patò è caduto in un interstizio spazio-temporale. Un archeologo, anche lui inglese, e non meno stravagante, interpreta a modo suo le geometrie dello spaziotempo del fisico e cosmologo Roger Penrose (non ancora nato); e pensa che Patò stia scendendo perdutamente per una scala cosmica. La verità risulterà per niente folle." (Salvatore Silvano Nigro)
La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2022
pagine: 272
Questo volume comprende i racconti inediti "La prova" e "La guerra privata di Samuele, detto Leli". Le altre storie sono state pubblicate in tempi diversi: "L'uomo è forte" in Articolo 1. "Racconti sul lavoro", Sellerio, 2009; "I quattro Natali di Tridicino" in Storie di Natale, Sellerio, 2016; "La tripla vita di Michele Sparacino" in allegato al «Corriere della Sera», 2008 e Rizzoli, 2009; "La targa" in allegato al «Corriere della Sera», 2011 e Rizzoli, 2015. Una rete di storie, ovvero una proliferazione di intrecci sorprendenti, è questo libro di racconti. La consueta concentrazione espressiva, la scrittura scenica di geniale lucidità, e il talento umoristico, consentono a Camilleri di tradurre con spigliatezza il ludico nel satirico, facendo giocare il tragico con il comico: senza però escludere momenti d'incanti emotivi, come nel racconto "I quattro Natali di Tridicino". La raccolta si apre con una «commedia» di equivoci e tradimenti, dai guizzi sornionamente maliziosi. Si chiude con un racconto di mare di potente nervatura verghiana, calato in un mondo soffuso di antica e dolorosa saggezza: «La vita è come la risacca: un jorno porta a riva un filo d'alga e il jorno appresso se lo ripiglia. [...] Ora che aviva portato 'sto gran rigalo, cosa si sarebbi ripigliata in cangio l'onda di risacca?». Nella montatura centrale, tra varie coloriture sarcastiche, si ingaglioffa nell'abnorme e nell'irragionevole. Ora è la vita da cane di un poveruomo, che si araldizza nel gesto finale, nella desolazione estrema di una autoironia catartica sorvegliata dalla moglie: «C'è luna piena, fa 'na luci che pare jorno. E allura vidi a sò marito, 'n mezzo allo spiazzo, mittuto a quattro zampi, che abbaia alla luna. Come un cani. "Sfogati, marito mè, sfogati" pensa. E torna a corcarisi». Ora è la stolidità ilarotragica del fascismo, in due episodi: sull'impostura di un falso eroe patriottico, al quale non si sa come dedicare una targa di pelosa commemorazione; e sulla discriminazione razziale, in un ginnasio, nei confronti di uno studente ebreo che sa però come boicottare e sbeffeggiare, fino alla allegra e fracassosa rivalsa, la persecuzione quotidiana di professori istupiditi dal regime. Si arriva al grottesco di un eccesso di esistenza. All'ignaro Michele Sparacino vengono cucite addosso più vite fasulle. I giornali lo raccontano come «sovversivo», «sobillatore», «agitatore» e infine «disfattista» durante la guerra. È sempre «scangiato per un altro». Ed è ricercato da tutte le autorità. Il vero Michele Sparacino morirà al fronte. Gli verrà dedicata, con tanti onori, una tomba monumentale al milite ignoto. E verrà «scangiato» anche da morto. Un giornalista scriverà infatti: «Avremmo voluto avere oggi davanti a noi i traditori, i vili, i rinnegati, i disertori come Michele Sparacino, per costringerli a inginocchiarsi davanti al sacro sacello...».
Il cane di terracotta
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2025
pagine: 310
Racconta Andrea Camilleri che dopo "La forma dell'acqua", che è del 1994, il commissario Montalbano non era ancora una figura completa. «Ebbi la sensazione che mi era rimasto con un piede alzato. Allora scrissi il secondo della serie che è "Il cane di terracotta". A questo punto questo personaggio era diventato un personaggio anche per me». Le informazioni di un pentito su un traffico d'armi portano Montalbano a ispezionare una grotta, lì scopre un passaggio che conduce a un'altra caverna dove trova i cadaveri di due giovani amanti. Sono abbracciati, abbandonati da decenni, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Il commissario si trova così a svolgere due indagini: la prima su una pericolosa cosca mafiosa, l'altra su un delitto compiuto nel 1943 durante i confusi giorni che precedono lo sbarco americano in Sicilia. Ed è questa ad appassionarlo maggiormente. Quel che rende Il cane di terracotta un libro unico non è solo la sovrapposizione di due trame, due delitti, ma l'intrecciarsi degli elementi collegati alla leggenda cristiana dei Sette Dormienti di Efeso con quelli della versione coranica della stessa tradizione: «E li avresti creduti svegli, e invece dormivano mentre il loro cane era accucciato con le zampe distese, sulla soglia». Con una nota di Alberto Manguel.