Libri di Vincenzo Benvenuto
Il giorno muto
Vincenzo Benvenuto
Libro: Libro in brossura
editore: Il Seme Bianco
anno edizione: 2022
pagine: 224
Nella vita di Osvaldo e Valentina irrompe la piccola Pia. A chi somiglia di più? Da chi avrà preso quell'embrione di carattere che inizia a delinearsi? Là fuori per il mondo, la processione di camion maculati che cullano salme da Covid-19. Frattanto il sibillino biglietto d'addio del prof Santorini unitamente al legato a favore di Osvaldo, mettono in preallarme il commissario Mogavero. Parole incomprensibili sul retro di una ricevuta, sigle apparentemente insignificanti sotto alcune note musicali, impongono approfondimenti. Al centro di tutto, la traduzione de Le Anime morte di Gogol', comprensiva anche di una terza parte di cui si ignorava l'esistenza. Il "giorno muto", che al momento riguarda solo Osvaldo e pochissimi altri, sarà l'antidoto al controllo totale.
Le intermittenze del nome
Vincenzo Benvenuto
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erudita
anno edizione: 2020
pagine: 240
Un commissario di polizia di quarantacinque anni, dopo dieci anni di servizio in diverse città del Nord, ritorna nella sua Salerno. Si considera una persona realizzata, dal punto di vista professionale e privato. Ma quando il tuo nome, imposto con l'inganno da un nonno anarchico e anticlericale, è quello di Giordano Bruno, l'imprevisto è dietro l'angolo. Iniziano una serie di singolari ritrovamenti – un pitone corroso dall'acido, due cani uccisi e mascherati da orso, una lancia conficcata in un'aiuola, un tronco di ulivo imbiancato e il corpo di una donna senza vita. Ogni rinvenimento rimanda a diverse conoscenze filosofiche che sembrano parlare direttamente a Giordano Bruno. Non gli sarà sufficiente, però, solo la sua memoria, sarà necessario recuperare il significato più recondito dei suoi studi per anticipare l'ultima terribile tragedia.
Le dita del comandante
Vincenzo Benvenuto
Libro: Libro in brossura
editore: Echos Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 218
Adriano, giornalista di un piccolo quotidiano, è continuamente assillato dal suicidio del padre, il professor Norberto Pecci. Dalla Spagna, il collega “abusivo” Gustavo gli racconta di un'altra morte, apparentemente lontana mille miglia dal suo mondo sia per la vittima sia per le modalità dell’uccisione (il cuore sventrato da un machete, le mani amputate, il mignolo troncato di netto e inghiottito dall'oscurità). Adriano sente inspiegabilmente che quella fine può illuminare l’inizio della sua comprensione. Con l’avallo del “fumoso” direttore del giornale in cui lavora, si fa voce, suo malgrado, di un lungo rosario di morte che si sgrana sotto la sua penna. Nelle more della cantilena infernale, ecco Celeste con il suo carico di entusiasmante vitalità e con una gruccia su cui appendere la comprensione di quei delitti: un quadro raffigurante un uccello stilizzato, ad ali spiegate, le cui estremità sono dita conficcate nelle varie nazioni del planisfero. Sarà una scoperta dolorosa che potrà gettare lumi anche sulla morte del padre di Adriano. A patto, però, di trovare il coraggio di “andare a vedere”. A reggere le fila, del bene come del male, ci saranno... le dita del Comandante.