Libri di Valentina Pazé
I non rappresentati. Esclusi, arrabbiati, disillusi
Valentina Pazé
Libro: Libro in brossura
editore: EGA-Edizioni Gruppo Abele
anno edizione: 2024
pagine: 144
Se c’è una costante che si ripresenta a ogni appuntamento elettorale, è il dato sull’astensionismo. La scelta di non votare, che sia espressione di disillusione o di protesta, pone ineludibili interrogativi sulla tenuta democratica del Paese. Perché non c’è democrazia senza rappresentanza. E non c’è rappresentanza senza la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Nel saggio l’autrice si interroga su questo fenomeno, ma riflette anche su coloro a cui sono oggi negati i diritti politici, come gli stranieri, e su chi risulta escluso dalla rappresentanza a causa delle storture di modelli elettorali e istituzionali falsamente democratici, perché piegati all’imperativo della governabilità. Che dire poi di soggetti come le generazioni future, gli animali, la natura, oggi per lo più privi di qualcuno che ne tuteli gli interessi nelle istituzioni? Essenziale nel ragionamento di Pazé la riflessione su quali possano essere i modelli di governo realmente in grado di garantire la rappresentanza e la partecipazione delle cittadine e dei cittadini, anche con riferimento alla discussa “madre di tutte le riforme”, il premierato.
Libertà in vendita. Il corpo fra scelta e mercato
Valentina Pazé
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 192
Che cosa hanno in comune la prostituzione, la maternità surrogata e l'uso del velo all'interno dell'islam? Il fatto di coinvolgere – spesso, anche se non sempre – il corpo delle donne. Ma anche la capacità di fare emergere la natura contraddittoria, ambivalente, disturbante della libertà nell'epoca del neoliberismo e delle democrazie di mercato. Da un lato, in effetti, la possibilità di offrire il proprio corpo a fronte di un compenso sembra ampliare la gamma delle scelte a disposizione in termini di uso del proprio corpo, del proprio tempo, della propria autonomia. Dall'altro, però, accedere a queste stesse possibilità richiede anzitutto di acconsentire a considerare l'intimità, sessuale e riproduttiva, come una merce tra le altre. Difficile non chiedersi, allora, se simili scelte possano ritenersi genuinamente volontarie. Da qui la domanda che percorre tutto il libro di Valentina Pazé: siamo davvero liberi? E se sì, di quale libertà parliamo? Per rispondere, l'autrice impiega in modo chiaro, lucido, preciso, gli strumenti della filosofia: in primis di quella antica, che ha fornito le categorie per impostare il dibattito sulla libertà, e in secondo luogo del pensiero politico moderno e contemporaneo. Che si interfaccia inevitabilmente, su questi temi, con quello sociologico, giuridico ed economico. In un mondo sempre più diseguale, dietro un incontro formalmente paritario tra soggetti liberi e consenzienti si nascondono spesso – pur mediati dalla forma giuridica del contratto – rapporti di subordinazione, se non di vero e proprio sfruttamento. È un'asimmetria sostanziale, insomma, a generare le forme contemporanee di uno strano tipo di schiavitù, che appare, a prima vista, volontaria e deliberata. Proprio a partire da questa ambivalente «libertà» prende parola Valentina Pazé. Non per ridurne o squalificarne la portata, ma per restituirne la profondità storica, esistenziale e filosofica. Metterne in luce le contraddizioni, e nominarne gli effetti. Che, nelle odierne democrazie capitalistiche, possono essere al contempo di emancipazione e di assoggettamento. O, a ben vedere, possono essere parallelamente di emancipazione per alcuni, e di assoggettamento per altri: lungo una linea tracciata troppo spesso da reddito, genere, posizione sociale.
Ciò che è reale è irrazionale? Discutendo con Michelangelo Bovero
Libro
editore: Accademia University Press
anno edizione: 2022
pagine: 304
Questo volume, che raccoglie i testi degli interventi a un seminario torinese in onore di Michelangelo Bovero, non ha nulla di celebrativo o agiografico. I ventidue studiosi e studiose che hanno contribuito a scriverlo dialogano tra loro e con il "festeggiato" su alcuni dei grandi temi e problemi del nostro tempo: dalla crisi della democrazia al rapporto tra potere e diritto, dai limiti della tolleranza al ritorno inquietante del fascismo, coniugando lo sforzo di chiarificazione concettuale alla rilettura dei classici e all'attenzione per ciò che si muove nella società e nella storia. Il risultato è un volume polifonico e a tratti anche piacevolmente dissonante, con una pluralità di voci e prospettive che contribuiscono tutte, in modo diverso, a illuminare uno o più aspetti problematici della realtà. A partire da una convinzione di fondo: se è oggi difficile sposare senza riserve la tesi hegeliana dell'identità tra razionale e reale, non si può smettere - come scrive Bovero nel suo intervento conclusivo - "di studiare, di ragionare. Per immettere, per iniettare un po' di ragione nella realtà".Contributi di Luigi Alfieri, Mauro Barberis, Paulina Barrera Rosales, Luigi Bonanate, Michelangelo Bovero, Fabrizio Cattaneo, Pierluigi Chiassoni, Fulvia de Luise, Ida Dominijanni, Luigi Ferrajoli, Andrea Greppi, Riccardo Guastini, Celso Lafer, Massimo Luciani, Piero Meaglia, Patricia Mindus, Virgilio Mura, Pier Paolo Portinaro, Geminello Preterossi, Guadalupe Salmorán Villar, Ermanno Vitale.
Cittadini senza politica. Politica senza cittadini
Valentina Pazé
Libro: Libro in brossura
editore: EGA-Edizioni Gruppo Abele
anno edizione: 2016
pagine: 160
Gli elettori disertano le urne, i partiti si svuotano di iscritti e di militanti, la fiducia nelle istituzioni è ai minimi termini. E i conflitti, le tensioni, le proteste vengono sempre più disattesi e trasformati in problemi di ordine pubblico. In sintesi, i cittadini sono senza politica. In parallelo, la politica sembra non avere bisogno dei cittadini e risponde alla loro disaffezione con leggi elettorali che regalano seggi al primo partito (in modo che chi è minoranza nel Paese si tramuti in maggioranza nelle istituzioni) e con "riforme" decise da una ristretta oligarchia politico-economicofinanziaria spesso sovranazionale. Ciò pone una domanda di fondo: siamo alla fine della democrazia rappresentativa, fondata su un rapporto di osmosi tra i cittadini e i loro rappresentanti? Trattandosi di un'invenzione tutto sommato recente, con meno di un secolo di rodaggio alle spalle (se si tiene conto del ritardo con cui è stato esteso il diritto di voto alle donne), la risposta è prematura. Ma certo, in questo momento non ci sono molte ragioni per essere ottimisti. La possibilità di una ripresa, o di un nuovo inizio, dipenderà dal fatto che le strade dei cittadini e quelle della politica tornino, in qualche modo, a incontrarsi.
In nome del popolo. Il problema democratico
Valentina Pazé
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: IX-193
La democrazia non godeva di buona fama nell'antichità, neppure nella città che le aveva dato i natali. L'avversione di gran parte degli intellettuali ateniesi nei confronti del governo 'dei molti' derivava dall'opinione per lo più negativa che gli scrittori antichi avevano del popolo, assimilato a una massa ignorante e irrazionale, facile preda delle lusinghe dei demagoghi. Nell'età moderna il giudizio nei confronti della democrazia muta, ma i dubbi sulla capacità del popolo di autogovernarsi si ripropongono, alimentati dai non pochi casi di pessime decisioni assunte dai cittadini nell'esercizio della sovranità: dalla elezione di Luigi Napoleone a presidente della Repubblica, nel 1848, al voto che conduce al potere Hitler, nel 1933, all'irresistibile ascesa, nel corso del XX e XXI secolo, di improbabili 'uomini della provvidenza' che, in nome del popolo, si ergono al di sopra della legge e dello stato di diritto. Il volume si sofferma su alcuni di questi episodi, identificando quattro distinte dimensioni del problema dell'incompetenza del popolo, esemplificate dalle figure del demos, della plebe, dei subalterni e degli 'stupidi'. Tali figure fanno la loro comparsa in epoche diverse, suscitando la paura e l'ostilità dei ceti colti e aristocratici, ma provocando sconcerto anche in chi crede nel valore dell'eguaglianza politica, ma non si nasconde il problema delle insufficienti capacità critiche dei cittadini-elettori.
Il comunitarismo
Valentina Pazé
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2004
pagine: 135
Un saggio che definisce il concetto di "comunità", ne ricostruisce la storia e ne valuta l'incidenza nella discussione filosofica e politica dell'ultimo decennio. Le grandi correnti ideologiche a partire dalla Rivoluzione francese, comunismo e conservatorismo, cattolicesimo e socialismo, sono tutte multiformi manifestazioni di una concezione "comunitarista" del mondo. L'aspirazione a conservare o a creare strutture comunitarie attraversa la storia del pensiero politico e sociologico, accomunando in epoche diverse rivoluzionari e conservatori, nazionalisti e anarchici, marxisti e cattolici. Spaziando dai romantici tedeschi agli slavofili, da Proudhon a Marx al nazismo, questo testo espone le molteplici e contradditorie radici teoriche del comunitarismo.
Il concetto di comunità nella filosofia politica contemporanea
Valentina Pazé
Libro
editore: Laterza
anno edizione: 2002
pagine: 216
La comunità è una realtà o una metafora? Un'istituzione o un gruppo spontaneo? È un'entità sociologicamente osservabile o un'utopia? Nell'affrontare simili interrogativi, l'autrice ha isolato tre modelli di comunità: quella "faccia a faccia", quella politica, quella etnica e/o culturale. Dalla parziale confusione e sovrapposizione dei vari modelli, e delle diverse problematiche ad essi connessi, scaturiscono ambiguità e contraddizioni. L'idea di comunità è destinata fatalmente a entrare in collisione con il paradigma dei diritti dell'uomo e con gli ideali del razionalismo critico? L'ultimo capitolo tenta di rispondere a questi interrogativi, rivisitando l'ideale anarchico e socialista di una comunità associativa.