Libri di Salvo Licata
La parola è un rasoio. Ballate d'amore civile
Salvo Licata
Libro: Copertina morbida
editore: Il Palindromo
anno edizione: 2016
pagine: 182
"La parola è un rasoio" raccoglie una parte significativa della produzione letteraria e militante di Salvo Licata (Palermo, 1937-2000), giornalista, regista, scrittore, autore di teatro; in questo libro la forma poetica si contamina con il teatro e diventa qualcosa di nuovo. Il filo rosso che lega i componimenti è l'impegno civile, la militanza di un uomo che è stato insieme giornalista, scrittore e artista e che ha raccontato con diversi linguaggi Palermo. Una città in cui - insegna proprio Licata - la parola può assumere di colpo le sembianze di un'arma, tagliente come il più affilato dei rasoi. Chiude il volume una sezione di memorie, fotografiche e scritte, con interventi della figlia Costanza, di Roberto Alajmo, Gian Mauro Costa, Salvo Piparo e Luigi Burruano. "La parola è un rasoio" raccoglie per la prima volta in volume una silloge di poesie, il Codice Levi, e quattro componimenti poetici e teatrali: Il Passero Sbirro, l'Orazione per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Il patto delle tortore e La città Azolo.
Storie e cronache della città sotterranea
Salvo Licata
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2013
pagine: 259
Salvo Licata fu cronista di originale talento, fatto per "andare in giro per il mondo" (come disse Vittorio Nisticò, il direttore di quegli anni del giornale "L'Ora"). Uomo di penna e di chitarra, l'altra sua più amata vita fu quella del teatro e di intellettuale aperto a tutte le esperienze "spettinate". Divideva in due la città più incomprensibile d'Italia: la "Palermo bianca", per lui più fosca e indigeribile dell'altra, la "Palermo nera", quella dei vicoli segreti, delle brutali spietatezze e dei codici rigidi e privati. Questa città, si sforzava nella spasmodica impresa di capirla, nelle cronache, nei "pezzi" torbidi e densi, che poi subito riversava nel teatro, nei racconti, nel cabaret e nelle canzoni. Con il cruccio che ogni rappresentazione delle "culture subalterne" nella cultura letteraria rischia sempre la frode o la violenza: "nessuno dei rappresentanti delle classi subalterne si sognerebbe mai di parlare di sé come rappresentante delle classi subalterne né di attribuirsi una sua cultura... Io quindi non sono né un intellettuale borghese né un sottoproletario della mia città. Nei con fronti della mia intelligenza sono come nei confronti del mio corpo, col buio davanti e dietro". Un dilemma di etica e di intelletto che cercava di colmare inabissandosi nel linguaggio della " Palermo nera", completo nelle sue strutture, nel suo lessico ricchissimo, a farne emergere la coerenza e la letterarietà, a renderlo veramente comprensibile.
Il mondo è degli sconosciuti
Salvo Licata
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2005
pagine: 289
"Salvo Licata fu cronista di originale talento, fatto per "andare in giro per il mondo" (come disse il direttore di quegli anni del suo giornale, "L'Ora"). Uomo di penna e di chitarra, l'altra sua più amata vita fu quella del teatro e di intellettuale aperto a tutte le esperienze "spettinate". Divideva in due la città più incomprensibile d'Italia: la "Palermo bianca", per lui più fosca e indigeribile dell'altra, la "Palermo nera", quella dei vicoli segreti, delle brutali spietatezze e dei codici rigidi e privati. Questa città, si sforzava nella spasmodica impresa di capirla, nelle cronache, nei "pezzi" torbidi e densi, che poi subito riversava nel teatro, nei racconti, nel cabaret, nelle canzoni, e nelle serate con gli amici della sua piccola corte di teatranti."