Libri di Salvatore Di Vilio
Napoli dint' e fora
Salvatore Di Vilio, José Vicente Quirante Rives
Libro: Libro in brossura
editore: Rogiosi
anno edizione: 2023
pagine: 88
Salvatore Di Vilio non è solo un fotografo etico ma anche figlio prediletto di Mnemosine, e arriva dalla provincia per guardare la città assediata con occhi da bambino. In essa cerca la guida che tutti noi vorremmo avere. Il portiere abita tra due mondi e non appartiene a nessuno. Esule del regno dei vivi ma anche di quello dei morti, guida delle anime che porta lettere e bollette, pane e vino, spazzatura e torte. La guardiola è il bastione di chi non vuole rinunciare alla vita vera. Testi di José Vicente Quirante Rives. Fotografie di Salvatore Di Vilio
Fujenti 1981-1982
Salvatore Di Vilio
Libro: Libro in brossura
editore: Ianieri
anno edizione: 2020
pagine: 120
«Lo Spectrum delle fotografie di questo libro di Salvatore Di Vilio è dominato dal bianco dei vestiti dei fujenti. Senza la lunga casacca bianca che fascia il corpo, a mo' di un camicione simile a quello di Pulcinella, non ci sarebbe l'atmosfera festiva della processione che irrompe nelle piazze e nelle vie lungo il percorso che, dalle cittadine campane, nel caso specifico Succivo, porta i devoti, sempre scalzi, a raggiungere in pellegrinaggio il sagrato della chiesa innalzata alla Madonna a Sant'Anastasia. Nel suo intervento Stefano De Matteis ne sottolinea gli aspetti più significativi e ne indica le probabili origini pagane. È fuori dubbio che "afflizione e fertilità, teatralizzazione e musica" affondino le radici nei riti di ringraziamento a Cerere e Demetra, ma è pur vero che alcune "scene paniche" che i devoti raffigurano sono delle figure che esprimono speranza nel futuro e invocano un segno di cambiamento che solo il divino può concedere. Il bianco della "casacca", sinonimo di purezza, trasforma la protesta da singolare "antica supremazia dell'io" (Nietzsche) in un principio euristico. Nelle tre diverse riprese delle manifestazioni devozionali questi aspetti sono ben documentati dalle immagini. Chi le scorre ritrova gli stessi "gesti". Gli sembra di assistere a un fermo immagine: visi profondi, scolpiti; occhi consumati dal desiderio; speranza sempre aperta al domani. Da quali recessi ancestrali provengono questi movimenti consumati dalla febbre di uno sperato riscatto? Nel suo intervento Maurizio Braucci ne argomenta alcuni. Nascono cioè dal "fallimento del Risorgimento", dalla "caduta delle grandi speranze aperte da Garibaldi". "Da allora in poi, il modo contadino diventa un mondo chiuso, isolato", racchiuso su sé stesso a cui non resta che confidare in un intervento divino per ritrovare nella propria memoria lo slancio per nuovi e duraturi cambiamenti. Con o senza l'agnizione del divino.» (Gerardo Pedicini)
La Cina è lontana. Ediz. italiana e inglese
Salvatore Di Vilio, Giuseppe Montesano
Libro: Libro in brossura
editore: Ianieri
anno edizione: 2019
pagine: 112
"La fotografia interroga il molteplice, può solo confrontarsi con il contingente, scivola sulla superficie del significante alla ricerca di tracce ed indizi. Salvatore Di Vilio è un indagatore del presente, sempre ingenuo e pronto alla sorpresa. Un autore è prigioniero di un mondo interiore, vive il demone delle fantasie vissute da bambino, corre per tutta la vita per ritrovare il punto di partenza. La verifica del proprio sguardo non può che avvenire che in terra straniera. Le foto della Cina di Salvatore raccontano Succivo, il basso casertano, trovano assonanze e consonanze che ci sorprendono. Il suo sguardo individua con la sicurezza, che solo il dubbio sa dare, gli elementi universali che vi sono in un viso, in un paesaggio. È un esploratore dell'animo umano curioso ed insaziabile. Leonard Freed ci ricorda che "la fotografia deve raccontare una storia, la gente deve guardarla come se stesse leggendo una poesia. Una buona fotografia deve essere come un piccolo poema". Ed è questo che sono le fotografie di Salvatore, dei piccoli poemi, uno sguardo lirico sull'essenza dell'essere umano, che trova la sua manifestazione nei ritratti dei contadini della sua infanzia e che ritrova nella Cina. L'oggettività del reale diventa materia incandescente, intima e personale, quando viene compressa nel meccanismo ottico, chimico ed elettronico. La memoria di macchina legge le ombre e le luci del nostro animo. In questo indagare i confini, i limiti, gli anfratti dell'umanità, l'arte trova la sua realizzazione più vera. I fotoni di luce accarezzano il reale per riportarne impronte su supporti sensibili. Il vero fotografo è sensibilità pura, carta moschicida che comprime il reale per darne un'infinita estensione emotiva. Serge Pey ci ricorda che "Una fotografia è un soffio che frattura un vetro posato sul mondo... Il fotografo è un vetraio, ma anche un collezionista di vetri infranti, dietro ai quali appaiono fantasmi che ci attraversano". Non pensiamo troppo nel guardare le immagini di Salvatore, perdiamoci in questi frammenti di umanità, lasciamo che sia la nostra memoria emotiva a dialogare con il tempo senza tempo delle foto raccolte in questo libro." (Luca Sorbo)