Libri di Onorato Grassi
Rappresentazioni della natura nel Medioevo
Libro: Libro in brossura
editore: Sismel
anno edizione: 2019
pagine: 354
Scopo del volume è evidenziare con un approccio interdisciplinare come le raffigurazioni della natura si trasformino, nei contenuti e nei modi, fra il V e il XV secolo. Accanto alle rappresentazioni concettuali, proprie delle discipline teoretiche, viene dato ampio a quelle figurative, letterarie e musicali. Non solo concezioni e teorie della natura, dunque, ma anche immagini, simboli, suoni che nel Medioevo riproducono, evocano o fingono mondi naturali. Rispetto agli studi già esistenti sull’argomento, il volume si propone di suggerire letture innovative che possano mettere in discussione i paradigmi storico-critici vigenti e le nozioni date per acquisite, contribuendo così a reimpostare l’intera questione in una nuova.
Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche (secoli XII-XVI). Studi per Pietro B. Rossi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Aracne
anno edizione: 2018
pagine: 652
L'opera raccoglie trentacinque studi dedicati da colleghi, allievi e amici a Pietro B. Rossi in occasione del suo settantesimo compleanno. Professore di Storia della filosofia medievale presso l'Università degli Studi di Torino, il suo magistero e i suoi studi sono contraddistinti da un originale approccio che fa emergere le profonde interazioni tra la storia della filosofia medievale e rinascimentale e la storia dei testi, della loro circolazione e della loro trasmissione. L'organizzazione tematica dei due tomi riflette le principali linee di ricerca da lui sviluppate, cominciando dall'autore alla cui comprensione ha dato contributi decisivi (Roberto Grossatesta) per approdare ai dibattiti medievali sull'oggetto e il metodo della conoscenza scientifica e, più in generale, alla storia della tradizione aristotelica. Il secondo volume accoglie ulteriori tematiche, ovvero la filosofia della natura e il pensiero umanistico e rinascimentale, nonché una sezione su alcune figure maggiori del pensiero medievale e della medievistica. La raccolta include anche edizioni di brevi testi inediti ed è corredata da una bibliografia degli scritti di Rossi.
Nutrire il corpo, nutrire l'anima nel medioevo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 258
Anche quando si tratta di cibo, il medioevo presenta aspetti assai interessanti, alcuni a noi ancora vicini, altri così remoti da risultare quasi esotici al nostro gusto. Di quell'epoca, prima della svolta colombiana e priva di molti ingredienti delle nostre moderne diete, conserviamo parole, prodotti, modi di cucinare, di cui spesso si ignora la provenienza. Noi italiani al mattino facciamo colazione, senza ricordarci del breve pasto serale dei monaci accompagnato dalla letture delle "Collationes" di Cassiano, come prescriveva la Regola di s. Benedetto; ci può capitare di gustare squisite pietanze, senza considerarle un atto di "pietas", compiuto da chi offriva un cibo da dividersi in due; trascorriamo ore liete con dei buoni compagni ("cum pane", chi condivideva lo stesso cibo); cuciniamo uova "a la coque" (affogate "in aqua cocta"), assaggiamo la ricotta (il "recottum lac" in uso a Cluny). Si beve la birra, della cui invenzione raramente si ringraziano i "barbari" con la loro "cervogia" e i monaci benedettini; e ci si rallegra col vino, di cui c'era bisogno anche per la Messa, e perciò la coltivazione della vite si diffuse anche molto a nord; usiamo ancora le spezie e le erbe aromatiche, molto apprezzate nel medioevo e usate anche per la cura dei malati. Può anche capitare, in qualche regione, di assaggiare dei mostaccioli simili a quelli che Jacopa dei Settesoli portò a Francesco, poco prima della sua morte, e possiamo mangiare focacce (gli sformati posti sotto la cenere del "focus"), torte (pane tondo) e grissini (da "gresa", grasso). Particolarmente rilevante è poi il valore e il significato che il nutrimento, e ciò che intorno ad esso si è stratificato - dal gusto al digiuno, dalle opere di misericordia a specifici peccati, dal ruolo materiale del cibo a quello simbolico, dalla cura del corpo alle necessità dell'anima, dall'inventiva culinaria alla disciplina delle diete - ha avuto nel pensiero medievale cristiano. Alcuni fra gli scritti, le riflessioni, le discussioni che, intorno al cibo e al nutrimento, si sono sviluppati in quella cultura, sono presentati in questo volume.
La filosofia italiana nel Novecento
Onorato Grassi, Massimo Marassi
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 328
L'interesse verso la filosofia italiana è notevolmente cresciuto negli ultimi anni. Dal punto di vista teoretico, storico e storiografico, sono ormai numerosi gli studi e le indagini che hanno messo in luce i contorni e le caratteristiche di un contesto filosofico di indiscusso valore e di grande originalità. Sono stati riscoperti autori e opere filosofiche, rivisitate correnti e scuole di pensiero, ripercorsi luoghi e città ove la filosofia è stata coltivata e si è sviluppata. In tale ambito di ricerca si colloca il presente volume, che raccoglie i contributi di alcuni dei principali esponenti della filosofia italiana, chiamati a esprimersi su due principali questioni: l'esistenza e la consistenza di una filosofia che possa definirsi "italiana" e i suoi caratteri specifici. L'indagine è stata rivolta al Novecento, scelto per la vicinanza con la riflessione filosofica attuale e per la ricchezza che esso racchiude, anche nel contesto italiano. I risultati raggiunti, oltre a offrire un quadro ampio e articolato degli autori e delle correnti di pensiero, possono essere un valido contributo per l'interpretazione e la comprensione dell'intera cultura italiana dei nostri tempi.
Intenzionalità. La dottrina dell'«esse apparens» nel secolo XIV
Onorato Grassi
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2005
pagine: 192
La filosofia del secolo XIV nutrì un particolare interesse per i problemi della conoscenza, spesso al centro di animati dibattiti e di approfondite indagini, nella prospettiva di una nuova concezione del sapere, rivolto alla realtà contingente e singolare, in misura più consistente che in epoche precedenti. Oltre agli aspetti logico-epistemologici, messi in luce dalla storiografia degli ultimi anni, un posto di particolare rilevanza ebbe la riflessione sulla natura della conoscenza e sul suo oggetto, sia nelle sue specifiche determinazioni, sia nella sua più generale definizione di termine della conoscenza o di realtà “conosciuta”. La soluzione proposta dal francescano Pietro Aureoli, nota come dottrina dell’esse apparens, aprì un orizzonte nuovo nella cultura del secolo XIV, mettendo in luce, attraverso precise analisi, il valore intenzionale della conoscenza. Il superamento del dualismo fra apparenza e realtà, la determinazione del modo d’essere dell’oggetto conosciuto, l’unità fra soggetto e oggetto nella conoscenza, furono i principali cardini di una dottrina che intese rispondere alle fondamentali domande: “che cosa significa conoscere?” e “che cosa si conosce?”. Sviluppata da Aureoli in occasioni differenti, ma in modo coerente e rigoroso, anche dal punto di vista terminologico, la dottrina dell’esse apparens si rivela una fonte importante per lo studio dell’intenzionalità, sia sul versante storico, sia su quello speculativo. L’esposizione e l’analisi critica della dottrina aureoliana, seguite dalla ricostruzione delle principali reazioni che essa suscitò e dei motivi che spinsero a rifiutarla nel corso del secolo XIV, offrono la possibilità di cogliere un momento significativo della storia del pensiero, non solo medievale.