Libri di Nazim Comunale
Tu, ira
Nazim Comunale
Libro: Libro in brossura
editore: Il Convivio
anno edizione: 2021
pagine: 72
[…] L'io poetante di Nazim Comunale è un 'soggetto' smarrito che prende atto con sgomento di essere al centro di niente: «Ho raggiunto un posto dove non arrivano nemmeno le parole. / Non ricordo come sono arrivato qui». E allora, ecco: da una parte abbiamo il passato estremo del mito («Quando eravamo immortali / e non sapevamo il prossimo buio / i giganti seguivano i passi / dei nostri alfabeti nel bosco»), dall'altra il presente estremo di una «malattia che santifica ogni lingua». Non sappiamo come e perché, ma siamo finiti in una trappola, in una situazione che ci sta cambiando radicalmente: «Nell'anonimato cosmico / nel pulviscolo occidentale / tradiremo perfettamente la giovinezza». La voce di Nazim, abbandonata a se stessa, si lascerebbe andare volentieri alla lallazione, all'insignificanza più completa, alla pura percezione di se stessi. Basti pensare ai versi e alle singole parole che si ripetono da una poesia all'altra per poi svariare come fughe musicali. Ma si pensi, soprattutto, alla particolare intonazione che caratterizza questa voce. Alla sua costituzione sonora contribuiscono non solo le immagini e gli elementi esperienziali derivanti dal nostro essere sempre sradicati da noi stessi, ma anche la vasta cultura musicale di Nazim. Mai nessuno è riuscito a spiegare in modo convincente cosa sia il ritmo in una poesia. […] (Vittorino Curci)
Chiamala febbre
Nazim Comunale
Libro: Libro in brossura
editore: San Lorenzo
anno edizione: 2020
pagine: 180
Se la poesia è fare qualcosa di intimo in pubblico, come è stato scritto, qui il poeta, fin dalla potente quanto disarmante “Dichiarazione” iniziale, si assume pienamente la responsabilità di ciò che scrive e prende atto dello stato delle cose senza alcun falso pudore, dichiarando: “la mia vita oggi è un fascio di fradicie sterpi / e le vespe ci fan nido / che la mia vita è tasche sfondate, letti sfatti / giorni dal respiro troppo corto / o smagato”. E sa “di non essere atteso, neppure spiato”. Eppure i suoi versi, che ben sanno di non poter salvare il mondo, né di doverlo fare, da un lato assorbono magneticamente il ritmo della migliore poesia italiana di oggi, dall’altra non dimenticano la cronaca e il cicaleccio dei media sempre più invadenti e strumentali, della loro narrazione politica e sociale assordante e incomprensibile. No, non sta bene, il poeta. Non può. E non sta bene il mondo vociante che il poeta si porta faticosamente sulle spalle. “La gioia sempre si annuncia / poi non viene”.
Lei oceano
Nazim Comunale
Libro: Libro in brossura
editore: Terra d'Ulivi
anno edizione: 2017
pagine: 112
Nei dintorni della civiltà
Francesco Cusa
Libro: Libro in brossura
editore: Di Felice Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 64
"Francesco Cusa sfida in modo chisciottesco questo Grande Zero ed enumera, descrive, guarda, vede, ha visioni, premonizioni, anche se questo inesorabile buio del logos, come un intimo ed universale Finis Terrae «è una cosa sorda che non si può concepire. È una cosa reale che non si può considerare»." (Dalla prefazione di Nazim Comunale), "In bilico tra ballata e invettiva civile, la poesia di Francesco Cusa si articola sulla doppia temporalità della cronaca contemporanea e del tempo grande insulare, quello dei paesaggi geologici e antropologici che egli fissa con visione accurata nelle parole." (Dalla postfazione di Matteo Meschiari)