Libri di Meo Fioravante
L'oro dei poveri. Racconti, bozzetti e poesie
Meo Fioravante
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2016
pagine: 103
"Quella che ci presenta Fioravante Meo è una raccolta di racconti, intramezzati da poesie, che mostrano al grande pubblico gli aspetti talora meno noti - ma non per questo meno veri o difficili - della vita popolare. Con una straordinaria delicatezza, Meo ci conduce per mano nelle case e nel cuore della povera gente, mostrandocene luci e ombre, ricchezze e miseria. I 'poveri' di Meo non sono, però - come pure ci si potrebbe aspettare - gli sconfìtti del mondo, tutt'altro; sarà proprio la loro forza d'animo e la speranza che muove ogni loro gesto a fare da snodo e filo conduttore delle storie che si dipanano pagina dopo pagina. Incarnando il motto latino vox populi, vox Dei, quest'opera si presenta, a ben vedere, come una raccolta di massime, eco e contraltare dei proverbi coniati dall'esperienza e dalla logica dei nostri avi."
L'ultimo rifugio di Ettore Majorana
Meo Fioravante
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2013
pagine: 70
Dopo settantacinque anni, nessuno è riuscito a chiarire il mistero che circonda la scomparsa di Ettore Majorana, fisico geniale, già del gruppo dei "Ragazzi di via Panisperna", svanito nel nulla a soli trentadue anni. L'enigma ha appassionato molti (ricordiamo almeno Sciascia) e sono state avanzate varie ipotesi. Chi dice che si sia suicidato in mare, durante il percorso del traghetto Palermo-Napoli. Chi ipotizza che si sia rifugiato in America Latina, o in Russia, o in Germania, o che sia rimasto in Italia, nascosto in qualche convento di Napoli o della sua provincia. L'autore di questo libro-inchiesta sostiene, sulla base di molte testimonianze dirette, che Ettore Majorana abbia avuto come ultimo rifugio un convento di Visciano di Nola, in provincia di Napoli, e che sia proprio lui lo "sconosciuto di Sant'Angelo del Monte" che molti ricordano ancora dagli anni del dopoguerra, un uomo riservato e di vasta cultura, che gli Eremiti dei Camaldoli chiamavano "Professore" e il Priore addirittura "Ettore".

