Libri di Laura Xella
Perverso e paranoico. Scritti 1927-1933
Salvador Dalì
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 349
"Perverso e paranoico" raccoglie i testi che Salvador Dali scrisse negli anni trenta, i più decisivi per la definizione della sua poetica surrealista e per la sua maturazione artistica. Ne nasce l'autoritratto della più grande «mente immaginativa del secolo scorso», che illumina di luce nuova le sue opere - ma anche il suo pensiero sul rapporto fra arte e politica, sul sesso e sulla religione, sulla scienza e sulla psicoanalisi -, l'amicizia con Luis Bunuel e Federico Garcia Lorca, il tormentato sodalizio artistico con i surrealisti e la passione per il cinema e la fotografia. L'ossessione, il sogno, l'estasi, il delirio: l'irrazionalismo è il più fertile dei fattori espressivi e creativi grazie al metodo paranoico-critico, vera e propria chiave di volta del percorso di Dali. Nel suo universo artistico ogni rigida distinzione intellettuale, ogni comoda categoria pratica, persino il più ovvio rapporto di causa-effetto sembra implodere e dichiararsi «altro» da sé. L'inorganico trapassa improvvisamente nell'organico, istinto sessuale e istinto alimentare si fondono, mentre Freud e Einstein vengono eletti degni successori di maghi e alchimisti per aver dimostrato - ciascuno a modo suo - che la materia è instabile. Ci vuole un «genio» - un genio che, inutile dirlo, Dali identifica con se stesso - per portare a termine l'aspirazione alchemica prima: mostrare, proprio attraverso una radicale, mistica trasmutazione della materia, come sia possibile perseguire un analogo cambiamento di coscienza: un'«estasi», cioè uno stato nel quale «ogni giudizio cambia in modo sensazionale», e da cui solo può sgorgare l'arte.
Foucault. Il pensiero e l'uomo
Paul Veyne
Libro: Libro rilegato
editore: Garzanti
anno edizione: 2010
pagine: 200
Michel Foucault e Paul Veyne. Il filosofo e lo storico. Due grandi pensatori, che hanno combattuto diverse battaglie comuni. Obbligati entrambi a riflettere sul concetto di verità, ma anche pronti a Impegnarsi attivamente nell'azione politica. Con Foucault. Il pensiero e l'uomo, Paul Veyne traccia un ritratto profondo e sorprendente dell'amico, per rimettere al centro del dibattito il suo pensiero e le sue convinzioni. Veyne, che l'ha conosciuto e frequentato fin dagli anni dell'adolescenza, disegna un Foucault assai diverso dall'Immagine consueta. Non era un diavolo - un demone che corrompeva i giovani, come l'hanno descritto In molti. Inattuale e intempestivo, non era né di destra né di sinistra. Non era un rivoluzionario, anche se non amava certo l'ordine costituito: dunque la destra lo considerava un nemico pubblico, mentre la sinistra ha cercato invano di arruolarlo. Non era neppure uno strutturalista: piuttosto uno scettico che credeva nella realtà dei fatti, un empirista alla Montaigne, che ha continuato a porsi domande sui "giochi di verità", e sui miti e sui luoghi comuni che ogni epoca costruisce e accetta senza neppure rendersene conto. Per lui la filosofia era prima di tutto lavoro critico del pensiero su sé stesso. Veyne spiega anche perché, malgrado questo scetticismo, Foucault si sia impegnato a fondo nell'azione politica. Continuando però ad ammonire: «Non lasciatevi impressionare dal presente, che è già passato quando riuscite a coglierlo; piuttosto siate consapevoli di quello che volete e di quello che rifiutate».
In principio era l'amore. Psicoanalisi e fede
Julia Kristeva
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2011
pagine: 80
"Di fronte a un tema come "psicoanalisi e fede" sulle prime ho provato un impulso di rifiuto. Il fatto di mettere in rapporto i due termini, e i due ambiti che essi designano, sembra implicare la loro conciliazione o la loro contrapposizione, mentre al contrario è nell'affermazione della propria autonomia che la psicoanalisi trova il suo valore epistemologico e la sua efficacia pratica. Tuttavia, la funzione dell'analista non è forse quella di ascoltare tutte le richieste, certo non per fornire una risposta, ma per spostarle, illuminarle, dissolverle? Una richiesta, sia pure intellettuale, traduce una sofferenza. Nel tema della nostra discussione si dissimulano forse la sofferenza del discorso religioso e la sofferenza del razionalismo, oltre che questo o quel disagio, o inquietudine, più strettamente personali. Proviamo semplicemente ad accoglierli ed eventualmente a prestare ascolto a un altro senso".