Libri di Laura Branciforte
Le alterità femminili. Gli anni Sessanta in Europa
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2024
pagine: 168
"Le alterità femminili" mette a confronto rappresentazioni e modelli di genere che, nel periodo storico considerato, favorirono lo sgretolamento dei prototipi femminili proposti e imposti dalle norme e dalla rigida morale dominanti in diversi paesi europei (Italia, Spagna, Francia, le "due Germanie"). L'arco temporale analizzato non è rigidamente circoscritto agli anni Sessanta: in effetti, molti dei processi di modernizzazione anche rispetto al genere, e più in generale alla storia economica, politica e sociale dei diversi contesti nazionali di riferimento, ebbero inizio anteriormente e inclusero elementi di cambiamento e di continuità con gli anni Cinquanta, un decennio qui descritto fuori dagli schemi dell'immobilismo sociopolitico. La ricostruzione delle alterità femminili avviene a partire da rappresentazioni non convenzionali, che svelano i modelli di rottura rispetto al tradizionalismo a partire dalla produzione culturale (cinematografica, musicale e letteraria), che fece da veicolo ai processi di modernizzazione. Le protagoniste principali del libro sono le giovani, pienamente consapevoli delle trasformazioni sociali che stanno propiziando e di quelle che stanno per arrivare.
Donne in onda nel ventennio fascista tra modernità e tradizione (1924-1939)
Laura Branciforte
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 246
Il 6 ottobre 1924 la violinista Ines Viviani Donarelli annuncia la nascita dell’URI e va in onda la «più antica voce» della radio, Maria Luisa Boncompagni. La radio nasce quindi al femminile, malgrado gli esordi androcentrici del mezzo dovuti al carattere tecnico-amatoriale dei suoi inizi sperimentali. Radiocroniste, dattilografe, cantanti femminilizzano la radio del Ventennio; i loro nomi e i loro volti sono in parte recuperati in questo libro così come le rubriche femminili. Il pullulare di immagini femminili della recláme del Radiocorriere mostrano la difficile sintesi tra esigenze pubblicitarie e modello eugenetico imposto dal regime, insomma, tra modernità e tradizione. Dalla metà degli anni Trenta, il Duce scopre la radio per rivolgersi alle madri e alle mogli dei combattenti partiti per l’Etiopia ma è ormai troppo tardi: la «scatola musicale» è già diventata la colonna sonora del tempo della donna, del lavoro come dell’ozio, disegnando, uno spazio femminile nuovo e «tutto per sé».

