Libri di L. Sgarioto
Il macellaio
Sándor Márai
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2019
pagine: 98
Otto, il protagonista di questo racconto che segnò l'esordio letterario di Márai, è un formidabile, agghiacciante esempio di abiezione spontanea, naturale e ragionevole: uccidere animali in un mattatoio o soldati nemici in guerra non fa una grande differenza per lui, anzi corrisponde a una sorta di vocazione. Che si manifesterà in seguito in una forma brutale. Anticipando la Figura di Moosbrugger, il memorabile criminale dell'"Uomo senza qualità" di Musil, Márai ha saputo concentrare in un personaggio l'incontenibile sommovimento psichico che condusse alla prima guerra mondiale e devastò gli anni successivi. Ma racconta tutto questo con la pacatezza, lo scrupolo e la concisione di un cronista - come qualcosa che appartiene a una nuova, terrificante normalità.
Epepe
Ferenc Karinthy
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 217
Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. "Epepe" è uno di questi. Inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi resterà annidato, che lo vogliate o no. Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei Sumeri - e immaginate che nessuno comprenda né la vostra né le lingue più diffuse. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell'angoscia e della rabbiosa frustrazione di Budai, il protagonista di "Epepe". Perché Budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha familiarità con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benché non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l'ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche - chi può dirlo? - Bebe o Tetete.
Volevo tacere
Sándor Márai
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 147
«Volevo tacere. Ma il tempo mi ha chiamato e ho capito che non si poteva tacere. In seguito ho anche capito che il silenzio è una risposta, tanto quanto la parola e la scrittura. A volte non è neppure la meno rischiosa. Niente istiga alla violenza quanto un tacito dissenso»: sono le parole che Márai incide sulla soglia di questo libro bruciante. Un libro di cui nel suo diario dice: «Non voglio che questa triste confessione, questo atto d'accusa nei confronti della nazione ungherese, venga letto anche da stranieri». Tant'è che si era deciso a pubblicarne solo una parte (la seconda: Terra, terra!...), e solo nel 1972. Un «testamento tradito», dunque? Non c'è dubbio. Come non c'è dubbio che (non diversamente che in altri, notevolissimi casi) ne sia valsa la pena: perché qui - in uno stile asciutto ed efficace, che non cela tuttavia l'amarezza di fondo - Márai racconta gli anni che vanno dall'Anschluss (quando lui era ancora un autore e un giornalista famoso) al giorno in cui i carrarmati tedeschi varcarono i confini ungheresi nel marzo 1944, e spinge lo sguardo fino ad altri giorni ferali: l'arrivo dei sovietici nel 1945, la scelta dell'esilio nel 1948. In quegli anni «una sorta di nebbia gialla era calata sugli occhi di una società in preda all'amok», una società che continuava a cullarsi in una «speranza autoingannatoria» senza rendersi conto di vivere «su un pantano ribollente sotto cui gorgogliava un vulcano». Il grande romanziere delle Braci ci consegna in queste pagine una appassionante testimonianza, che abbaglia per il modo in cui unisce la malinconia del ricordo alla precisione e all'acutezza delle analisi storiche.
Tempi felici
Ferenc Karinthy
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2016
pagine: 120
Molto più della guerra, delle bombe che riducono Budapest in macerie, molto più dei rischi che lui stesso corre in quanto ebreo, a occupare i pensieri di Józsi Beregi è il campionato di calcio. E poi trovare il modo di procurarsi quello che più gli manca: un po'di carne da mettere sotto i denti. Ma non dovrà sforzarsi troppo, giacché a offrirgli, con entusiastica e spontanea generosità, tutto ciò di cui ha bisogno saranno le donne, nessuna delle quali sembra poter resistere al suo fascino. Se "Epepe" si presentava da subito come un incubo, "Tempi felici" appare sin dalle prime battute come un divertissement - quasi uno schnitzleriano girotondo. Solo in una commedia, infatti, farsi crescere un paio di baffi può sottrarre un giovane ebreo alle terribili Croci frecciate nell'Ungheria dell'inverno del 1945; e solo in una commedia il giovanotto in questione può vivere le sei drammatiche settimane dell'assedio dei Sovietici, in una città squassata dai bombardamenti e ridotta allo stremo, come una parentesi beata, deliziosamente propizia agli amori clandestini, riuscendo a farsi proteggere, nutrire e coccolare da prostitute e borghesi, da giovani e da vecchie - e perfino da una miliziana fascista. Con una nota di Marion Van Renterghem.
Fine di un romanzo familiare
Péter Nádas
Libro
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2014
pagine: 180
Alla morte della madre e con un padre quasi sempre assente, Péter Simon viene affidato ai nonni. È lui a raccontarci questo "romanzo familiare" nel solo modo in cui può farlo un bambino: senza capire. La diaspora degli ebrei, le Sacre Scritture, ma anche la storia di un giardino segreto con una foglia speciale e quella di una fanciulla che sa di pesce. Agli occhi di Péter tutto sfuma in un confine surreale, dove le immagini del mondo adulto vengono a tormentarlo: un padre-fantasma che torna a casa di rado e litiga con il nonno, la puzza della "caserma in cui fanno quegli interrogatori", la morte dei nonni, l'accusa di tradimento del padre. Eventi che i grandi sanno spiegare, ma che per un bambino sono incomprensibili. Péter ne uscirà invincibile come il piccolo Nemecsek dei Ragazzi della via Pál.
La vampira snob
Noémi Szécsi
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2014
pagine: 300
Jerne Voltampère, l'ultima discendente di una stirpe di vampiri, vive a Budapest con la nonna centenaria, donna maliarda e sensuale di giorno e spietata cacciatrice di notte, che tenta invano di spingere la nipote verso la tradizione di famiglia. Jerne infatti persegue testardamente il suo sogno: fare la scrittrice di favole per bambini. Tra riflessioni sull'opera di Hans Christian Andersen e un odio verso Winnie the Pooh, le giornate trascorrono prima nel lavoro come correttrice di bozze in una casa editrice, poi come lavapiatti in un ristorante vegetariano, fra la relazione con un vampiro dalla personalità disfunzionale e l'apparizione di un angelo sino alla sua morte, cui seguirà la rinascita come vampira. Una sarabanda di personaggi e storie raccontata da una voce colta, ironica e grottesca, che tratta con disincantata leggerezza e sano cinismo temi attuali come l'appartenenza a categorie quali genere e nazionalità, il rapporto tra uomo e donna e il disagio dei giovani verso il mondo.
Il leone rosso. Elisir di vita eterna
Maria Szepes
Libro
editore: Tre Editori
anno edizione: 2004
pagine: 460
All'alba della seconda guerra mondiale un uomo misterioso, che si presenta come Adam Cadmon, consegna ad uno studioso il manoscritto di una storia fantastica: quella di Hans Burgner, un giovane tedesco che agli inizi del XVI secolo diviene allievo di Anselmus Rochard, un alchimista che possiede il segreto dell'Elisir di Vita Eterna. Al rifiuto di consegnarglielo, Hans lo uccide e se ne impossessa. Ma sopraffatto dalle tremende forze evocate, il giovane è costretto ad una lunga serie di drammatiche reincarnazioni durante le quali incontra personaggi straordinari come Cagliostro, Casanova e Saint-Germain. E, proprio grazie all'aiuto di Saint-Germain, Hans riesce a trovare la strada della vera iniziazione.
Budapest noir
Vilmos Kondor
Libro: Copertina morbida
editore: E/O
anno edizione: 2010
pagine: 309
Budapest 1936. Il protagonista è Zsigmond Gordon, giornalista di cronaca giudiziaria. Un giorno, nell'ufficio di un poliziotto, scopre per caso due foto di una bella ragazza, verosimilmente una prostituta. Quella sera stessa si reca sul luogo in cui è stato trovato il corpo di una giovane donna in una zona malfamata. Con gran stupore di Gordon, la vittima è la stessa ragazza delle foto: gli agenti di polizia non hanno trovato nella sua borsetta nulla che possa far risalire alla sua identità, soltanto un Mirjam, un libro di preghiere femminili ebraiche. L'indagine è difficile, e lo condurrà da una parte verso gli strati più alti della società, dall'altra nel sottosuolo della malavita, tra scenari di aberrante crudeltà e miseria.