Libri di Karel Van de Woestijne
Interludi. Testo neerlandese a fronte
Karel Van de Woestijne
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 499
Il sogno della Grecia. Un sogno nordico e decadente, di una Grecia preclassica e ancora barbara. Un sogno nordico, fiammingo, fatto da un fiammingo dell'inizio del secolo scorso. Dopo la traduzione parziale dei "Sette contro Tebe" di Eschilo e dell'"Iliade", Karel van de Woestijne si dedica alla stesura di poemi o meglio poemetti epici, raccolti nei volumi "Interludi I", "Interludi II" e "Il sole alle spalle" (del 1912, 1914 e 1924). Il lettore scoprirà in questo libro i poemetti epici "greci" di Van de Woestijne: quattro sono dedicati all'eroe Eracle, alle sue Fatiche (contro il re Diomede, il gigante Alcioneo, il cinghiale di Erimanto) e al matrimonio, nel suo nuovo statuto di dio dell'Olimpo, con Ebe; uno alla regina Elena di Sparta (ma già, in sogno, di Troia); uno alla guerriera Pentesilea, regina delle Amazzoni, corsa in aiuto del vecchio re Priamo e segretamente innamorata di Achille; infine un testo incompiuto è dedicato al dio Apollo diventato pastore. Il libro presenta, dopo una densa introduzione sull'autore e sulla sua poetica, un corpus di oltre 5000 versi. Si tratta della prima ampia traduzione della poesia epica di Van de Woestijne. L'epica è qui un sogno decadente, sbalorditivamente moderno. I versi riecheggiano Omero e Virgilio mentre la sensibilità è vicina a quella di Baudelaire, Mallarmé, Valéry. La traduzione ha cercato, come dice Leopardi, di "conservare il carattere" dell'autore "in modo ch'egli sia tutto insieme italiano e straniero".
I cavalli di Diomede. Testo neerlandese a fronte
Karel Van de Woestijne
Libro
editore: Ariele
anno edizione: 1995
pagine: 144
Dio al mare. Testo neerlandese a fronte
Karel Van de Woestijne
Libro
editore: Bohumil Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 28
Liriche. Testo originale a fronte
Karel Van de Woestijne
Libro
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2000
pagine: 96
L'opera lirica di Karel van de Woestijne rappresenta il contributo più consistente che la letteratura neerlandese ha recato al simbolismo e al decadentismo europeo. Imbevuto di cultura francese, il poeta fiammingo volle tuttavia esprimersi nella lingua della sua terra, a differenza di tanti suoi compatrioti che avevano adottato la lingua di Parigi. Il poeta ha denunciato la lacerazione dell'individuo che, diviso tra materia e spirito, non è in grado di comporre le sue contraddizioni e di acquietarsi nell'Assoluto.