Libri di Jennifer Cooke
Nello specchio della scrittura. Autobiografia e storia dell'arte tra Otto e Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2024
pagine: 292
					Il volume offre un primo sguardo sui temi della scrittura autobiografica degli storici dell'arte. Partendo dagli studi dell'ego-histoire avviati dagli storici e dalle storiche, qui presenti con i contributi della prima parte, i saggi indagano le molteplici forme di autonarrazione intellettuale le quali, nel veicolare una consapevole traccia di sé, hanno concorso al delicato processo di legittimazione del mestiere dello storico dell'arte. Ne sono esempio le reminiscenze di J. A. Crowe, le riflessioni aforistiche di M. J. Friedländer, i diari di B. Berenson, le autobiografie di K. Clark e i frammenti autobiografici di C. L. Ragghianti. A un concetto più esteso di life-writing e “autobiografiction” rispondono le novelle di V. Lee, l'impulso autobiografico di W. M. Rossetti, la scrittura-sguardo di P. Muratov e l'autoconsapevole uso di parola e immagine in S. Sontag. Storia dell'arte e letteratura si intrecciano poi nella riflessione sulle opere di J. Vermeer, nel soggettivismo inquieto di F. Arcangeli, nell'eccentrica visione di A. Boatto e nelle molteplici storiografie di T. Cole.				
									Present archive. Riflessioni a partire da un fondo di stampe-Reflections from a collection of prints
Libro: Libro in brossura
editore: A+MBookstore
anno edizione: 2019
pagine: 256
					Il libro raccoglie il lavoro di un triennio nell'ambito del progetto present_continuous, curato da Arteco, dedicato alla valorizzazione di un fondo di incisioni conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Un nucleo di eccellenza, ordinato in album negli anni sessanta dell'Ottocento dall'eclettico collezionista e conoscitore piemontese Giovanni Volpato.				
									Millard Meiss. Tra connoisseurship, iconologia e Kulturgeschichte
Jennifer Cooke
Libro: Copertina morbida
editore: Ledizioni
anno edizione: 2016
pagine: 369
					Membro di quella prima generazione formatasi nell'età dell'oro della storia dell'arte americana tra gli anni Venti e Trenta, Millard Meiss (1904-1975) elaborò un originale e multiforme approccio metodologico. Da un lato, la scienza del conoscitore del primo maestro, Richard Offner, trovò applicazione nei saggi sul Trecento toscano, da Francesco Traini al Camposanto di Pisa, alle contese tra Duccio e Cimabue, alla questione assisiate. Dall'altro, lo studio dei rapporti tra Italia e Fiandra e il loro incrocio nella miniatura francese fu, invece, stimolato dall'incontro con Panofsky, insieme a una riformulazione del proprio metodo ora orientato all'indagine del significato dell'opera. Un percorso che condusse Meiss ad approfondire le influenze del clima filosofico-religioso sulla produzione artistica nel celebre "Pittura a Firenze e Siena dopo la Morte Nera", la cui problematica ricezione tra côté anglosassone e italiano offre lo spunto per una discussione sulla storia sociale dell'arte. A ciò si aggiunse una sensibilità per lo studio delle tecniche artistiche e i problemi di restauro tradotta nel diretto impegno di Meiss nei comitati per il recupero delle opere danneggiate dalla guerra (ACRIM) e, nuovamente, a soccorso del patrimonio fiorentino e veneziano dopo l'alluvione del 1966 (CRIA).				
									
