Libri di Jean Cayrol
Vivrò l'amore degli altri. I primi giorni. Volume Vol. 2
Jean Cayrol
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2024
pagine: 212
L’uomo senza storia e senza parola, che ha popolato nel primo volume della trilogia di Jean Cayrol un mondo inanimato, fatto solo di oggetti, è sopravvissuto. Come Lazzaro è risorto, riguadagnando un nome, una voce, persino un corpo. Si chiama Armand e ha appena varcato la comunità umana. Si accosta alla trama sentimentale dell’esistenza, conquistandola a piccoli passi dapprima attraverso lo spettacolo dell’amore altrui, poi riconoscendo dentro sé stesso i segni dell’amore. Una città di mare, una stazione, una tavola calda, l’appartamento che condivide con una coppia di innamorati fanno da sfondo a una vita che esce dalle nebbie e si scalda in un movimento perpetuo. Armand cammina da solo in una marcia ancora maldestra, timida, in cui però riscopre lentamente il proprio corpo, e con esso i sentimenti di un’intimità dimenticata.
Vivrò l'amore degli altri. Lasciatelo parlare. Volume Vol. 1
Jean Cayrol
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2024
pagine: 184
"Lasciatelo parlare" è il primo capitolo della trilogia "Vivrò l’amore degli altri" che Cayrol compose tra il 1946 e il 1950 dopo la sua esperienza di deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Si tratta, per dirla con Barthes, della storia «non di un uomo o di un avvenimento, ma di una durata». Quella che segna il ritorno alla vita, la rinascita di chi, come Lazzaro, non è sopravvissuto alla morte, ma dalla morte è dovuto risorgere. Un capolavoro della letteratura concentrazionaria, esistenzialista e d’avanguardia francese, una trilogia che in Italia attende di essere conosciuta, esplorata, amata.
Il ritorno di Lazzaro
Jean Cayrol
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 88
Nonostante gli sforzi per mascherare la sua origine e il suo accento, nel giovane Jean Cayrol François Mauriac riconosceva i tratti lievi e la non comune dolcezza tipici della provincia di Bordeaux. Nato nel 1911, poeta di belle speranze, allo scoppio della Seconda guerra mondiale Cayrol si impegnò attivamente nella rete della resistenza antinazista. Arrestato e deportato a Mauthausen, "tanta dolcezza e tanta capacità di sognare non gli servirono più a nulla, perché ormai era giunto", scriveva ancora Mauriac, "il tempo degli assassini". Le notti e le nebbie di Bordeaux annunciarono a Jean Cayrol "un'altra notte, un'altra nebbia da cui soltanto per un miracolo è riuscito a tornare, con quel canto tragico sulle labbra e tutti i corpi crocifissi dei suoi compagni che non finirà mai di portare su di sé, corpi che per lui, ormai, sono appesi sulla medesima croce". Nel 1945, dopo tre anni di detenzione nel campo di Mauthausen, Cayrol scriverà alcune pagine memorabili di quella "letteratura del ritorno" che, nella sua riflessione, prenderà il nome di "lazzariana".
Notte e nebbia
Jean Cayrol
Libro: Copertina morbida
editore: Nonostante
anno edizione: 2014
pagine: 188
Notte e nebbia, dal tedesco Nacht und Nebel. Così erano classificati i prigionieri politici all'interno dei campi di concentramento nazisti. Portavano scritte sulla schiena, come un destino, due grandi "N". La loro morte, ci ricorda infatti Boris Pahor nella postfazione, "sarebbe stata un viaggio notturno nella nebbia, finito in fumo nei camini del forno crematorio". Erano "i più disgraziati tra i disgraziati", condannati a un'eliminazione segreta. Jean Cayrol, scrive ancora Pahor, "fu uno di questi disgraziati che riuscì a salvarsi". Nel 1946, reduce dall'esperienza concentrazionaria, compone la raccolta di poesie Poèmes de la nuit et du brouillard, che trova poi nel 1955 il suo prolungamento in forma narrativa nel testo che Cayrol scrive per il film di Alain Resnais Nuit et brouillard, non un semplice "esempio sul quale meditare", ma, come suggerisce lo stesso Cayrol, "un 'dispositivo d'allerta' contro tutte le notti e tutte le nebbie". Un appello rivolto a noi tutti che "facciamo finta di credere che tutto questo appartenga a una sola epoca e a un solo paese, e non pensiamo a guardarci intorno e non sentiamo il grido senza fine".
Lazzaro tra noi
Jean Cayrol
Libro: Libro in brossura
editore: Nonostante
anno edizione: 2016
pagine: 152
"Lazzaro tra noi" riunisce due testi originariamente apparsi su rivista: il primo è il tentativo di dare corpo a una tassonomia dei sogni concentrazionari; il secondo racconta la genesi di una nuova forma romanzesca (Cayrol la definisce lazzariana) che dovrebbe incaricarsi di restituire le sensazioni del ritorno alla vita di quegli uomini che hanno conosciuto la tragedia dei campi. È un’opera il cui linguaggio attraversa ripetutamente i confini del saggio e del romanzo, scivolando ora in una digressione narrativa per poi riemergere in riflessioni il cui afflato filosofico, per non dire teologico, appare in tutta la sua evidenza. Una sequela di incubi notturni, il disegno di una letteratura in gestazione, in cui ci sono gli stessi motivi, gli stessi stili che ritroviamo anche nelle opere dichiaratamente narrative di Cayrol. Il libro ospita anche, quasi in forma di appendice, l’articolo Testimonianza e letteratura nel quale un insolitamente corrosivo Cayrol prende in esame quel filone letterario che, riducendo i campi a materia da romanzo, ne ha disinnescato lo scandalo, facendo di quell'esperienza «intrasmissibile, solitaria, instabile» qualcosa semplicemente alla portata di chiunque.
I primi giorni
Jean Cayrol
Libro: Copertina morbida
editore: Nonostante
anno edizione: 2016
pagine: 225
Ci eravamo congedati, nel precedente Lasciatelo parlare, da un uomo senza nome giunto, al termine del suo monologo, alle soglie della speranza, l'ingresso nella comunità degli altri uomini. Ne I primi giorni ritroviamo un individuo (Armand) uscito oramai dalle secche dell'anonimato, alle prese con il proprio apprendistato alla socialità. Non ci sono più gli oggetti-rifugio, adesso è il corpo a imporsi, ancora impacciato e incerto, un corpo che si apre al rischio di un incontro, di una relazione. Quello che si profila in questo secondo capitolo della trilogia Vivrò l'amore degli altri è, come scrive Valeria Pompejano, "il lento processo di accostamento alla trama sentimentale dell'esistenza, conquistata per gradi, dapprima attraverso lo spettacolo dell'amore degli altri, fino ad approdare alla presa di coscienza della propria personale capacità emotiva". Sarà infatti solo attraverso l'amore di una coppia (Albert e Lucette), un amore vissuto per procura, in modo parassitario, e nel quale si insinuerà a poco a poco il sentimento della gelosia, che Armand muoverà i primi passi verso un'educazione sentimentale, un apprendistato ad amare che, per Cayrol, "altro non è che vivere".
Lasciatelo parlare
Jean Cayrol
Libro: Libro in brossura
editore: Nonostante
anno edizione: 2015
pagine: 169
Lasciatelo parlare è il primo capitolo della trilogia Vivrò l'amore degli altri che Cayrol compose tra il 1946 e il 1950 dopo la sua esperienza di deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Si tratta, per dirla con Barthes, della storia "non di un uomo o di un avvenimento, ma di una durata". Quella che segna il ritorno alla vita, la rinascita di chi, come Lazzaro, non è sopravvissuto alla morte, ma dalla morte è dovuto risorgere. Una lenta e progressiva gestazione, prima ancora che di un personaggio, di una umanità nuova, rinnovata. Il protagonista che Cayrol consegna al lettore è un personaggio allo stato nascente, collocato in una dimensione aurorale adamitica verrebbe da dire - della propria esistenza, uno spazio che è al di qua di ogni sociologia e di ogni psicologia. Colui che parla è infatti, come scrive Valeria Pompejano nella prefazione, "un individuo estraneo a se stesso: uno straniero dell'esistenza, incerto lui stesso della propria esistenza". È un uomo ridotto a mera voce. Ed è solo attraverso la parola, l'unico strumento di cui dispone, che Lazzaro potrà ritornare alla vita. Lazzaro parla. Lasciatelo parlare.