Libri di Jacopo Pontormo
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 96
All’epoca del Diario, perlomeno delle tre annate (1554-1556) che sono giunte sino a noi, Jacopo Carrucci detto il Pontormo ha passato la sessantina e sta affrescando il coro in San Lorenzo a Firenze, andato distrutto attorno al 1738 e del quale non ci resta dunque altra diretta testimonianza che una trentina di disegni. È la fatica suprema della sua vita; stanco e mezzo infermo la porta innanzi da solo. I giorni in cui può lavorare registra nel diario d’aver compiuto questa o quella parte d’una o d’altra figura, e a maggior chiarezza ne schizza qualche tratto. La materia del Diario potrebbe raccogliersi sotto tre punti: le annotazioni del lavoro agli affreschi in San Lorenzo; quelle dei cambiamenti del tempo in rapporto ai propri malanni, che il Pontormo descrive con cinico compiacimento verbale; e i bollettini ossessivi e meticolosi di ciò di cui in quel determinato giorno Pontormo si è nutrito (quando non è costretto a digiunare). Nella sua segregazione popolata di gigantesche forme in disfacimento, agitata di gesti che paiono brancolamenti sovrumani, i suoi amici vanno a cercarlo, quasi con uno sgomento di saperlo là solo, con un senso di carità ma importuna ed inutile: come se lo volessero riportare indietro, dove egli non ha più ragione di stare, dove rifiuta di stare. Con uno scritto di Emilio Cecchi.
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro con legatura in pelle o di pregio
editore: Mandragora
anno edizione: 2014
pagine: 119
Ormai sessantenne, Jacopo Carucci, detto il Pontormo, decise di iniziare a tenere un diario la domenica di Pasqua del 1554, annotando sia i dettagli relativi alla sua salute, sia i progressi nei suoi affreschi, sia soprattutto le sue abitudini alimentari. Scoperto nel 1902 e conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze all'interno del codice Magliabechiano VIII 1490, il documento noto come "diario" o "libro mio", scritto negli anni 1554-1556 in cui l'artista era impegnato nell'affrescatura del coro della Basilica di San Lorenzo, ha svolto un ruolo centrale nella ricostruzione della sua personalità. Il diario è suddiviso in due parti: una costituita dal vero e proprio libro di ricordi che il pittore tiene dal 7 gennaio 1554 al 23 ottobre 1556, una più breve denominata comunemente "Prescrizioni e ricordi" in cui si danno consigli per avere cura della salute. Il testo, che documenta l'eccezionale ricchezza del lessico in uso nei settori dell'alimentazione e della gastronomia nella Firenze del XVI secolo, è seguito da una postfazione di Sara Fanucci che fornisce un'esauriente nota filologica sulla storia del diario e un ampio e accurato glossario commentato che illustra la terminologia culinaria utilizzata dall'artista.
Il libro mio
Jacopo Pontormo
Libro: Copertina morbida
editore: Costa & Nolan
anno edizione: 2005
pagine: 115
I tratti accentuati dei disegni di Pontormo sembrano riflettere la sua fisicità, esasperata da un regime alimentare ai limiti della sopravvivenza: il quotidiano intreccio di pratica artistica e rigore nutrizionale traspare bene da questo diario, promemoria esauriente e rigoroso, redatto dal pittore giorno per giorno, con annotazioni che spaziano dal cibo ai malesseri, ai disegni, alle visite degli amici. Scontroso, misantropo, sprezzante, il Pontormo fu un personaggio forte, quasi caricaturale, trasgressivo; come doveva essere il suo Diluvio, andato distrutto nel corso del Settecento, di cui però nel "Libro mio" possiamo scorgere il sapore agro, l'impatto straniante, lo sguardo spregiudicato.
Diario. Con commentario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 1996
pagine: 176
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2017
pagine: 96
"All'epoca del diario o, per esser più esatti, delle scarse tre annate (1554-1556) che ce ne rimangono, Jacopo Carrucci detto il Pontormo ha passato la sessantina. A quel tempo, il Pontormo finisce d'affrescare il coro in San Lorenzo, poi scialbato nel 1738 (o 1742?) e del quale non ci resta altra diretta testimonianza che una trentina di disegni. E la fatica suprema della sua vita; e stanco e mezzo infermo, la porta innanzi da solo. I giorni che può lavorare, registra nel diario d'aver compiuto questa o quella parte d'una o d'altra figura, e a maggior chiarezza lì accanto ne schizza qualche tratto. In complesso, la materia del diario potrebbe raccogliersi sotto tre punti. Oltre alle annotazioni del lavoro agli affreschi in San Lorenzo; quelle dei cangiamenti del tempo in rapporto ai propri malanni, che il Pontormo descrive con cinico compiacimento verbale; e in terzo luogo, finalmente, meticolosi, ossessivi, i bollettini di ciò che in quel dato giorno egli ha mangiato (né più poveramente poteva mangiare); ogni tanto interrotti da digiuni. «Martedì [6 ottobre 1556] mi levai una hora inanzi dì, e feci quel torso del putto che ha el calice». A poche settimane dalla morte, è questo l'ultimo ricordo d'una figura da lui dipinta. Nella sua segregazione popolata di gigantesche forme in disfacimento, agitata di gesti che paiono brancolamenti sovrumani, i suoi amici vanno a cercarlo, quasi con uno sgomento di saperlo là solo, con un senso di carità ma importuna ed inutile: come se lo volessero riportare indietro, dove egli non ha più ragione di stare, dove rifiuta di stare. Come se lo scorgessero in gran pericolo, sul punto di precipitare da una di quelle altezze che si veggono in sogno: bussano, chiamano, bussano, e ancora si sentono quei rintocchi. Ma il vecchio pittore non risponde più." (Dallo scritto di Emilio Cecchi)
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 72
All'epoca del diario o, per esser più esatti, delle scarse tre annate (1554-1556) che ce ne rimangono, Jacopo Carrucci detto il Pontormo ha passato la sessantina. A quel tempo, il Pontormo finisce d'affrescare il coro in San Lorenzo, poi scialbato nel 1738 (o 1742?) e del quale non ci resta altra diretta testimonianza che una trentina di disegni. È la fatica suprema della sua vita; e stanco e mezzo infermo, la porta innanzi da solo. I giorni che può lavorare, registra nel diario d'aver compiuto questa o quella parte d'una o d'altra figura, e a maggior chiarezza lì accanto ne schizza qualche tratto. In complesso, la materia del diario potrebbe raccogliersi sotto tre punti. Oltre alle annotazioni del lavoro agli affreschi in San Lorenzo; quelle dei cangiamenti del tempo in rapporto ai propri malanni, che il Pontormo descrive con cinico compiacimento verbale; e in terzo luogo, finalmente, meticolosi, ossessivi, i bollettini di ciò che in quel dato giorno egli ha mangiato (né più poveramente poteva mangiare); ogni tanto interrotti da digiuni." (dallo sctitto di Emilio Cecchi)
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2005
pagine: 96
All'epoca del diario o, per esser più esatti, delle scarse tre annate (1554-1556) che ce ne rimangono, Jacopo Carrucci detto il Pontormo ha passato la sessantina. A quel tempo, il Pontormo finisce d'affrescare il coro in San Lorenzo, poi scialbato nel 1738 (o 1742?) e del quale non ci resta altra diretta testimonianza che una trentina di disegni. È la fatica suprema della sua vita; e stanco e mezzo infermo, la porta innanzi da solo. I giorni che può lavorare, registra nel diario d'aver compiuto questa o quella parte d'una o d'altra figura, e a maggior chiarezza li accanto ne schizza qualche tratto.